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Recensione o commento a: Il diavolo custode - (Racconto Fantasy, Breve) - di Terre di Confine:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Testo lineare, pulito, fedele alla trama, che sviscera un fenomeno ancora tutt'oggi in voga, quello del bullismo, per mostrare al lettore le ansie, i timori e le inquietudini interiori, di chi lo subisce. La pubblicazione, non presenta errori e nemmeno refusi, ma è scorrevole, nonché lampante nell'emblematico messaggio di "non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te". La vicenda si sviluppa con l'intervento soprannaturale di un demone, il quale, diventa il custode del protagonista, soggetto a derisioni continue da parte dei bulli, per aiutarlo a vendicarsi. Cosicché, Marco, assume molta sicurezza in se stesso, sino al punto da ricadere nello stesso errore del suo ex carnefice. Sconvolgente, resta il finale adottato dallo scrittore: "Marco imparò suo malgrado una lezione di vita che però disgraziatamente non poté mai raccontare ad anima viva". Non c'è nulla da dire, su di una vicenda, davvero d'effetto. Augurandosi che le persone ascoltino sempre, invece, la voce del proprio angelo custode, cordialmente saluto l'autore, Daniele.
Di Ida Dainese: Bel racconto che si fa leggere bene, senza inciampi. Ben delineata la figura del ragazzetto protagonista, con le sue paure, la sua mancanza di coraggio, la delusione degli adulti. L’entità che lo salva dalla morte non è un angelo, anche se all’inizio il suo compito non è così diverso; in realtà si nutre di vendetta e la prende dal miglior offerente. Una giusta morale, un ottimo, spaventoso finale.

Di Isabella Galeotti: Diavolo Custode, idea unica. TEsto veramente scorrevole. Racconta ciò che purtroppo accade oggi nelle nostre scuole. Poi dalla grigia realtà, si infila
una fantasia veramente particolare. Il diavolo Custode che e' sveglio che vuole aiutarlo. Bugiardo. Bisogna stare sempre attenti, non bisogna fidarsi.
Altrimenti si passa dalla parte del torto. La ragione rimane là nascosta tra le prime righe di questo bel racconto.
Di Marco Marulli: L'espressione "mongoloide" non mi ha dato fastidio ma mi ha turbato il fatto che il protagonista viene squartato vivo! Non se lo meritava� certo ha sbagliato a diventare un bullo ma è da riconoscere che lui di fronte alla responsabilità della vita di un ragazzo (Luca Villa) è scappato via, lasciando fare al diavolo custode, mentre la vittima di Marco ha preferito� sottrargli la vita disumanamente! Buon racconto comunque, interessante e coinvolgente.
Di Celeste Borrelli: Essere vessato, umiliato e derubato dal bulletto di turno non è cosa carina. Purtroppo è di un'attualità sconvolgente. Diventare come loro� mai.
Mai abbassare lo sguardo di fronte ai prepotenti, piuttosto sostenerlo. Informare per tempo genitori e insegnantiÂ?
anche se questo a volte risulta inutileÂ? non importa, mai
gettare la spugna. Racconto originale, si legge in un fiato, interessa e incuriosisce. Non ho gradito gli spazi, ciò non toglie spessore al testo. Togli la parola "mongoloide", risulta offensiva e poco appropriata.
Il finale è sconvolgente "� Marco imparò suo malgrado una lezione di vita" (non è questo che sconvolge� anzi)
"che però disgraziatamente non poté mai raccontare ad anima viva."

Di Cosimo Vitiello: Questo racconto ben costruito mette in risalto un passaggio dovuto della vita di un adolescente, quando si propone alla società e questa lo giudica. Chi non ha mai subito insulti o la tirannia del bulletto di turno? L'autore sfrutta questo episodio per creare quello che, molto probabilmente, è il desiderio di chi si ritrova a essere oggetto della persecuzione. Una soluzione immediata e drastica. Purtroppo in questa fase i genitori devono fare le scelte giuste, anche se impopolari, non certo com'è capitato al protagonista.
Il racconto è ben scritto anche se eviterei di utilizzare gli spazi al posto dei rientri, e darei un'occhiata più attenta all'uso della punteggiatura nei dialoghi.
Di Skyla74: E' un bel testo pulito e, un po' per curiosità un po' per la facilità di lettura l'ho letto d'un fiato. Mi sono immedesimata nel ragazzetto vessato, nel senso di tradimento che prova nei confronti degli adulti, particolari davvero vividi (mi è perfino venuto il nervoso!)
Tra vittima e carnefice ci sono diversi stadi di perdizione. Mi piacerebbe che l'autore ne inserisse qualche episodio nel percorso di violenza che porta il protagonista all'inesorabile fine, nitidi come all'inizio nel corridoio della scuola.
Di Angela Di Salvo: Il racconto parte da una idea molto orginale ed è sviluppato con una certa scorrevolezza narrativa. Nella prima parte predomina un aspetto che appartiene alla realtà del nostro tempo (il bullismo è fenomeno tristemente noto da diversi anni) con qualche affermazione discutibile (perchè il dirigente scolastico doveva ricevere le mazzette dal pardre del Valli?), poi la vicenda prende una strada che sfocia nel fantastico con la comparsa di un diavolo custode che aiuta Marco a vendicarsi e a renderlo più sicuro di sè......fino a punto da ricadere nello stesso errore del suo ex-carnefice. Carina l'idea di immaginare un diavolo custode, figura certamente più insolita del più rassicurante angelo. La prosa risulta molto chiara e coesa ma lo stile in qualche punto annaspa pur senza però nulla togliere alla piacevolezza del racconto.
Di Pia: il testo è curato e pulito, non ci sono errori e nemmeno refusi, scorre e rende bene l'idea della morale della favola: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te. Tuttavia lo stile è acerbo, manca l'anima del narratore, senbra quasi distaccato, ma le potenzialità ci sono, probabilmente è sufficiente esercitarsi molto. Un appunto: toglierei la frase "ma cosa sei, mongoloide?" è di cattivo gusto, sostituirei con stupido o qualunque altra cosa






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(Sam L. Basie)




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