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Thu 28 March, 10:34:13
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Recensione o commento a: Il Racconto - (Racconto Narrativa, Breve) - di Tiziano Legati:

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Le altre recensioni o commenti
Di Tiziano Legati: Grazie Ida, ho letto con molto piacere la tua recensione.
Avevo preparato il racconto per l'antologia ed ero talmente preso dall'argomento che ho letto il bando senza capirlo, sarà l'età che avanza.: D
La chiave di lettura che dai del racconto è corretta ma non unica, nella mia intenzione il presente, vero, è il padre che mentre scrive il racconto è colto da un dèjà vu per il quale crede di aver già vissuto quel momento. Si crea così una spirale temporale che termina dove inizia ma in un tempo diverso.
Mi rendo conto che non traspare molto dal testo, chiedo scusa io per non avere fatto a sufficienza per raccontarlo in modo corretto.: D
Grazie ancora.

Di Ida Dainese: Un racconto un po’ malinconico perché parla di una persona cara che non c’è più. C’è anche un pizzico di mistero ben dosato, quel tanto da rendere credibile, e allo stesso tempo giustificabile, l’ombra vista dal vicino e il ticchettio dei tasti sentito dal protagonista. Bello lo stile con cui intervalli i fatti che stanno succedendo con i pensieri del padre immaginati/ricordati dal figlio. Il punto in cui Franco entra nella stanza e vede che non c’è nessuno è anche il momento in cui la voce del padre sembra farsi più forte e reale.
È il racconto che avevi preparato per l’antologia che però richiedeva poesie, vero? Beh, c’è poesia in questo racconto, basta scriverlo in modo diverso. Solo che, posso sbagliarmi, ma credo che il concetto di “déjà-vu” sia che si tratta di un ricordo “sbagliato”, un ricordo che non dovresti avere perché il fatto non è mai capitato, però il cervello, suggestionato, ti fa quello scherzetto. Nel tuo caso, Franco ha dei ricordi veri, a meno che sapesse del racconto senza che il padre avesse detto quelle battute.
Oppure i pensieri sono del fantasma del padre che non ha mai scritto e gli sembra di averlo fatto.
Povera me, scusa per la confusione che faccio! Smile






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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