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Le altre recensioni o commenti Di Arcangelo Galante: Quando si legge un racconto dell'autore in visione, si ha la certezza di incontrare sempre personaggi particolari ed eventi strani. Anche in questo caso, non vedevo l'ora di concludere questo filo interminabile di fattori concatenati tra loro, per vedere la conclusione della narrazione e, specialmente, dove il messaggio emergente dalla lettura, andasse a parare. Ed è sempre colpa di una comunicazione mal interpretata, oppure, come nel caso esposto nella storia, il difetto già risiede nell'imperfezione degli uomini e nell'incapacità di accettare la libertà d'espressione altrui? Ottimo, caro Mauro! Incollato per il necessario tempo, mi è piaciuto quello che hai creato. Di Ida Dainese: A dir la verità questo racconto andrebbe reintitolato “Il re dell’incubo” perché tale è l’impressione che ne hai dato. Ci consola solo il pensiero di come la cosa sia inverosimile perché non si può tenere tutto a bada in tal modo se non si ha almeno un immenso esercito di robot obbedientissimi ad aiutarti. È tuttavia possibile farlo in alcune piccole zone sciagurate, nel nostro tempo e nel tempo passato e questo dovrebbe farci riflettere e tenerci all’erta. Nel tuo racconto il personaggio del re è odiosissimo e l’avrei visto bene in manicomio al posto del povero giornalista. (Mi ripeto, ma secondo me ce l’hai proprio con questa razza, nelle tue storie fanno sempre una brutta fine )

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