Di Athosg: Grazie! Mi fa piacere che sono riuscito a trasmettere i dubbi e i patemi di un aspirante scrittore. Devo dire che una volta stampato il libro e consegnato a amici e conoscenti la magia è un pò finita...o meglio ho trovato il modo "estremo" per continuare il sogno lasciandolo in giro per tanti luoghi d'Italia con il bookcrossing. Perché questo piccolo libro...continuerà a vivere anche dopo di me! Come sempre, ancora una volta, grazie

Di Athosg: Grazie! Si, in raltà sono riuscito a pubblicare un libro. Mentre lo scrivevo apprezzavo il mio lavoro ed era lì che volevo arrivare. Una volta stampato l'ho dato una copia ad amici e conoscenti. Al momento non ho fatto presentazioni perché ho la sensazione che la gente non ha molto tempo e ha poca curiosità e non ho voglia di insistere più di tanto. Sono contento così, proprio come Giobbe.

Di Arcangelo Galante: Racconto di piacevole lettura, in cui la dinamica dello svolgimento narrato si sposta da una realtà concreta che il protagonista vive come aspirante scrittore, sino a una sorprendente conclusione surreale, sfociante nel sogno di ciò che Giobbe stesso anelava, per poi riportarlo coi piedi per terra, però, lontano dal progetto suo, divenuto oramai inattuabile. Evidentemente, la perseveranza nel giungere a realizzazioni personali prefissate, non appartiene a tutti. Un cordiale saluto Athosg.

Di Ida Dainese: Bel racconto scritto con mano leggera tanto che sembra sia lo stesso lettore a raccontarsi la storia seguendo il protagonista nelle sue giornate. Il tono ironico dell’inizio strappa un sorriso, le idee di Giobbe, le sue titubanze e le sue esaltazioni, i suoi metodi e le sue autocritiche, sono qualcosa attraverso cui tutti noi siamo passati e continuiamo a passare. Sono molto belli i punti in cui lo descrivi alle prese con le varie tecniche di scrittura e di editing.
Ma è nella seconda parte del racconto che ci immedesimiamo nel suo timore, in quell’avanzare in punta di piedi nel grande tempio dei libri con la sua sporta sotto braccio. Il modo in cui poggia i libri qua e là e resta a osservarli da lontano è lo stesso di una madre che accompagna all’asilo un figlio per la prima volta. Voglia di lasciarlo crescere e paura di lasciarlo andare.
Il racconto finisce con un protagonista stanco che si lascia andare sulla poltrona e risponde a malapena alla ragazza che gli parla. Il nostro Giobbe però si è addormentato e forse tutto quel che sta succedendo lo sta in realtà sognando. La mano leggera che ha tenuto le fila del racconto si allontana piano piano, lasciandolo sognare.