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Le altre recensioni o commenti Di Vihio: Anche tu hai colto un elemento centrale del racconto (e Dottor Jekyll e Mister Hyde è/sono senz'altro il rimando più immediato). Grazie sincere per l'attenzione. Di Vihio: Grazie per il tempo che mi dedichi e, banalmente, mi fa molto piacere sapere che apprezzi un mio lavoro. In più hai ben compreso uno degli aspetti cardine del racconto. Grazie di nuovo. Di Giancarlo Rizzo: Come testimone della discussione ho parteggiato per la donna, necessariamente più evoluta in quando foriera di una esperienza allargata rispetto a quella timorosa e chiusa dell'uomo. Ma l'ultima frase: "E allora prova a disprezzare meno, tu per prima, la bestia che ti porti dentro." ha capovolto la situazione e ha riabilitato ai miei occhi la figura dell'uomo. Una conclusione del racconto, secondo me, geniale. Di Selene Barblan: È un racconto che è quasi un pezzo teatrale o potrebbe sembrare anche un dialogo interiore. A tratti è assurdo come lo possono essere le relazioni umane. A me piaciuto molto anche perché approfondisce vari aspetti, incuriosisce e fa riflettere. Ha fatto risuonare qualcosa in me, forse la bestia nascosta un bel racconto! Di Vihio: Ringraziandoti prima di tutto per le tante volte in cui hai recensito un mio racconto, e scusandomi di non averti ancora risposto (succede perché faccio veramente fatica a parlare di ciò che scrivo), giungo subito alla faccenda del trattino finale nel discorso diretto: sebbene nella prassi non lo si usi, siccome spesso i miei racconti sono composti unicamente proprio da discorso diretto secondo me il trattino finale, e questo vale nell'ultima frase, aiuta a capire che la narrazione è chiusa; soprattutto laddove chi parla narra a sua volta. Di Fausto Scatoli: Non è male. storia originale, con buone descrizioni, anche se il tutto è troppo raccontato. in sostanza, mancano le emozioni, quelle che i personaggi presentati dovrebbero invece far risaltare. peccato, perché l'idea è davvero buona. mi permetto di segnalare alcune cose: ripetizioni, punteggiatura a volte dubbia e, infine, il trattino a fine dialogo, che non comprendo proprio. Di Ida Dainese: Un buon racconto che si regge sul dialogo tra i due protagonisti. La storia infatti si sviluppa attraverso le battute senza un narratore esterno e questo la rende immediata e autentica. Ci si trova ad ascoltare una discussione di coppia dove lei si lascia sfuggire un particolare sul comportamento di lui che risulta poco gradito. Quel particolare però porta a una rivelazione importante e a un retroscena mai immaginato. Una confidenza che dovrebbe avvicinare i due sviluppando sostegno l’uno verso l’altro e che invece si presta come una buona giustificazione per una scelta già presa. Il finale è tristemente simile a molte storie della nostra realtà e porta a riflettere sul significato di “bestia” e “umano”.

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