Di Namio Intile: Ciao, Egidio. Tutto vero quel che scrivi, felice che ti sia piaciuto e grazie per avermi dedicato il tuo tempo.
Un caro saluto

Di Egidio: Complimenti, Namio! Davvero notevole questo tuo lavoro, che abbina le caratteristiche del romanzo tradizionale (di svelamento e implicita denuncia delle molte ipocrisie dell'attuale società) a quello di genere giallo. Ambientato a Palermo, nel periodo delle feste natalizie, si apre con un rapido cenno a un finto abete, adornato con addobbi di plastica, che richiama l'atmosfera di finzione dell'ambiente sociale descritto. Le relazioni interpersonali che seguiranno espliciteranno meglio questo aspetto. C'è poi il lato giallo del racconto: la misteriosa sparizione di Marta, sorella del protagonista; il progredire della ricerca della persona scomparsa, da parte di quest'ultimo. Fino allo spiazzante finale, dove, nella lettera, Marta si rivela sinceramente legata al fratello, davvero in lui "osserva la sua esistenza, come in uno specchio."

Di Namio Intile: Mi era sfuggito questo tuo intervento, Lucia. E ti ringrazio per l'attenzione con largo ritardo. Il linguaggio è un gran problema quando si scrive. Ne ho tentati molti nei miei racconti: una maniera di raccontare per ogni storia. Come gli avvocati: ce n'è uno buono per ogni situazione, e per ogni tasca.

Di Lucia De Falco: Questo racconto mi è piaciuto molto. L"ho letto, inizialmente, perché mi era parso di capire che il protagonista potrebbe essere lo stesso avvocato del racconto della gara d'autunno. Certo, anche lui non ama più la moglie, ma non credo sia lo stesso personaggio, perché questi almeno parla con la moglie. L'indagine mi ha coinvolta e il finale sta proprio bene. Mi è piaciuto anche il linguaggio, anzi mi ha colpita la tua capacità di adattare il linguaggio alle situazioni: più tortuoso nel testo introspettivo, più carnale nel racconto "I due amori ", dove il protagonista si lascia anche andare a espressioni più colorite, e, infine, un linguaggio molto elegante qui, più adatto a un avvocato.

Di Andr60: Un'indagine privata che si somma a una interiore che coinvolge il protagonista. Racconto che procede spedito verso la rivelazione finale. Carlo troverà il coraggio che ha avuto la sorella, la raggiungerà nell'isola da sogno?
Io, pur di scappare da quella moglie, ci farei un pensierino.

Di Namio Intile: Apprezzo tanto la profondità delle tue riflessioni, che hanno ben colto l'essenza dei caratteri che ho provato a rappresentare sullo sfondo di quella città onirica e barocca che è Palermo. Una quinta scenica non neutrale, ma al servizio della storia e parte di essa, come, in modo corretto, hai sottolineato.
E grazie per la segnalazione.

Di Ida Dainese: Una storia ben scritta che cattura l'attenzione fino alla fine. Mi è piaciuto l'uso del tempo presente che trascina subito all'interno della vicenda. La rappresentazione dei personaggi maschili (fratello, marito, amanti, datore di lavoro), che Marta ha trattato in modi diversi, riesce a dare l'immagine di questa donna, facendo anche della sua assenza una presenza.
Un'altra presenza che si avverte è quella della città, con la sua dura bellezza di pietra e di marmo, con la sua piccola, banale aria di festa, con le imponenti strutture architettoniche che sembrano osservare con indifferenza dall'alto il girovagare del protagonista. Il racconto è un'indagine piena di indagini, quella sui furti, quella sulla scomparsa, quella sul passato comune, quella sulle vite degli altri; è la ricerca esterna di una persona e quella interna di un'altra, la scoperta che fra tanti tradimenti qualcuno è rimasto sempre leale.
(Ti è sfuggito "gli" riferito a Monica: "Gli si accende una strana luce in viso")