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Sat 20 April, 00:29:26
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Recensione o commento a: Un pacco regalo da Amazon - (Racconto Horror, Breve) - di Alberta Bonaldo:

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Le altre recensioni o commenti
Di Maddalena Mantovani: Un bel racconto, fantasioso e ben scritto. In effetti l'atmosfera horror si respira in modo un po' discontinuo; avrei seminato qua e là degli effetti di richiamo in tal senso, ma l'intreccio resta avvincente. Brava.
Di Mauro Conti: Ciao Alberta. Posso da parte mia dirti una cosa che penso ti possa essere utile. Indipendentemente dall'autore preferito, moderno o classico, a cui uno scrittore si impronta seguendone magari le tracce, per una discreta riuscita del racconto è possibile seguire due strade:
- un racconto che inizia soft, come dicevi tu alla Stephen King, che ha le sembianze di un semplicissimo racconto di narrativa e poi paragrafo dopo paragrafo si arricchisce di elementi horror e culmina con il finale classico da horror.
- l'horror cosiddetto psicologico, che ha la funzione, attenzione, non di creare un colpo di scena finale che può essere un omicidio ecc, ma fin dall'inizio suscitare in chi legge una forte sensazione di angoscia e cupidigia che deve durare per TUTTO il racconto, indipendentemente poi dal finale. Se tu leggi MANI ATTORNO A ME che ho inserito nella mia pagina, ti fai un'idea.
Ho capito che tu sei della prima scuola. Io cerco di maneggiare tutti e due i filoni. Attenzione però nel primo caso di fare attenzione di non "scadere" nello psyco-noir o nel falso-giallo. La linea è sottile. Un cordiale saluto e a rileggerti volentieri.
Di Alberta Bonaldo: Ciao Mauro, ti ringrazio molto dei consigli.
Trovo interessante l'argomento proposto "un horror deve iniziare come un horror" e vorrei rispondere, ovviamente mantenendo come fine la crescita personale.
Anche alcuni miei amici letto il racconto hanno fatto un commento del genere, ma discutendone ne è uscito che molto dipende dal tipo di horror a cui si è abituati a leggere. Non so chi sia il tuo autore preferito, ma tutti quelli che mi hanno fatto notare questa cosa sono appassionati di Lovecraft e Poe. Io sinceramente sono una grande fan di King e apprezzo molto di più quando un pezzo parte con calma, facendoti immergere nella realtà del protagonista per poi stravolgerla.
Per concludere vorrei comunque ricordare che il racconto è stato scritto quasi due anni fa e pubblicato solo l'anno scorso, quindi nel mezzo c'è stato un processo di crescita (o almeno io ho percepito questo).
Mi farebbe piacere sapere se noti questo problema anche nel racconto più recente, basta anche un messaggio in privato. Ti ringrazio ancora per aver speso il tuo tempo leggendo qualcosa di mio, a presto Smile
Di Andr60: Inizio in sordina e poi letale apoteosi finale; forse avresti dovuto insistere un po' meno sulle scarse capacità economiche del protagonista, ma capisco che possa essere una scelta come un'altra per caratterizzare meglio il personaggio.
Io vedo l'origine di tutti i mali non tanto nel vaso in sé, quanto nelle modalità di acquisto e spedizione. In fondo, può essere una bella metafora: Amazon (la multinazionale che ha ucciso il commercio al minuto) come portatrice di una pandemia terrificante.
Di user deleted: Ciao Alberta. Ho letto questo sorprendente piccolo racconto, a cui hai voluto dare un ritmo concitato, quasi senza farci prendere fiato. Mi ha sorpreso questa tua idea, il vaso di Pandora che "contiene" la pandemia. Da sola vale un commento sicuramente positivo, io sono sempre focalizzato sui contenuti e il "colpo di genio" mi intriga parecchio. Per esperienza personale ascolterei il consiglio di Mauro, che di racconti del genere è un maestro, per perfezionare e impacchettare nel giusto quadro questo genere che io non riesco invece a maneggiare. Attendo impaziente il tuo prossimo. Complimenti per la fantasia!
Di Mauro Conti: Ciao Alberta. Letto il pezzo e sono d'accordo con Ida. Ci si rende conto che è un horror oltrepassata abbondantemente la metà del racconto. Vai più carica prima; nel senso cerca di creare già aspettativa e "phatos" fin dall'inizio o poco dopo. Un horror deve essere costruito con determinati canoni da subito, altrimenti tutte le storielle della buona notte con un morto alla fine sarebbero tutti degli horror, ma in realtà non è cosi'. La prima parte ha più del romanzo neorealista, non hai fatto che dire che il protagonista era povero e senza soldi.
Per il resto l'idea c'è sicuramente e hai anche una bella mano nell'uso dei termini.
Quindi consiglio mio: gli horror devono partire e finire come horror…
Ciao!
Di Alberta Bonaldo: Ciao Ida, sono contenta che il racconto ti sia piaciuto. Grazie per avermi fatto notare gli errori, li correggerò a breve.
Di Ida Dainese: Ciao. Brava, un racconto che resta davvero in mente. Ok, visto che sapevo che si tratta di un horror, non potevo fare la sorpresa, sapevo di dover aspettarmi un certo finale, ma lo stile della scrittura mi ha avvolta piano, con normalità, facendomi dimenticare che dovevo avere paura. La realtà misera del protagonista mi ha tenuta tranquilla mentre lo seguivo nel suo quotidiano. Poi arriva quella finestra che sbatte, come il ticchettio di un direttore d'orchestra che sta per dare l'inizio al concerto. E il volume si alza, con fragore di tamburi, spaccando i timpani e precipitando nell'abisso. Una bella storia che mozza il respiro.
Ti segnalo delle sviste: "festa di un'amica in comuna" (in comune) "il resto degli amici si limitava a sorridergli imbarazzati" (imbarazzato, con imbarazzo) "i genitori di A le aveva regalato" (avevano).






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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