Di Ivan Bui: Mi limito a ringraziarti, hai colto tutto e forse di più di quello che volevo trasmettere. Aggiungo che ho raccontato un "quadro" vero, gesti autentici, perfino i colori sono reali. Grazie.

Di Vanessa-j: E' un testo brevissimo (si legge in un attimo!). C'è un vecchio, sembra quasi di poterlo vedere, di percepire lo spazio che attraversa. Sembra esserci una sorta di saggezza imperscrutabile nel calmo susseguirsi dei suoi gesti consueti.
E' un uomo in carne e ossa che si avvia verso il tramonto della vita, ma sembra anche metafora della solitudine, sua incarnazione (e in quanto tale necessariamente silente).
I colori segnano il passaggio. Così l’oro del grano, i mille punti di verde della campagna e il cielo brillante lasciano il posto all'ombra, che ingoia tutto.
L'assenza del vecchio è discreta al pari della sua presenza: è solo il risultato del naturale scorrere del tempo.
Però un'altra riflessione che viene in mente è che questo nostro mondo è irrimediabilmente distratto e noncurante. La vecchiaia è socialmente stigmatizzata, pare che per i più la vita dei "vecchi" non sia affatto interessante. La stessa parola rischia di essere quasi offensiva a seconda dei contesti in cui è usata.
Per fortuna però ci sono sguardi diversi. E quello che si trova qui è uno sguardo che svela l’unicità e la delicata poesia di un’esistenza.