Di Selene Barblan: Se, come ho già detto, trovo difficile recensire o commentare una poesia, affrontare un intera raccolta sembrerebbe impossibile.
Effettivamente ho pochi libri di poesia, sono molto ignorante in materia; quel che so l’ho imparato in quel breve periodo a scuola dove leggere, analizzare ci veniva imposto, solo raramente ho incontrato Maestri che hanno saputo trasmettere l’interesse e promuovere l’approfondimento. Come dice bene l’autore nell’introduzione però la poesia va vissuta, sentita, vista.
Le poesie che ho letto in questo volume sono molto visive, spesso anche l’impaginazione parla tanto quanto le parole e la combinazione di parole. Io sento che la poesia è come un nucleo dal quale poi si è espansa come un’onda la forza creativa in racconti, brevi o lunghi, dell’autore. I primi racconti che ho letto di Roberto Ballardini erano come fotografie, impressioni impressionanti e ancora ricche della potenza poetica. Leggere questi versi mi da una visione più completa dell’autore.

Parlando di una poesia in particolare, “Stormi di uccelli neri su cielo bianco”:

Inizia con un’immagine semplice, diretta, che colpisce, un corpo che si staglia su uno sfondo scuro, l’immagine degli occhi, la luce che si riflette da quegli stessi occhi alla pelle della ragazza, così l’attenzione di chi legge rimbalza e comprende ciò che è avvenuto.
In poche parole poi si denuncia la crudeltà di chi, per proprio piacere, mina l’integrità di un’altra persona.
Nel finale i due si muovono in direzioni opposte, come una spirale in movimento. Non c’è possibilità d’incontro.

A me è piaciuta molto perché è molto sincera e colpisce nel vivo.

Credo che stamperò l’intera raccolta, così di tanto in tanto ne potrò leggere una.