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Le altre recensioni o commenti
Di Selene Barblan: Caspita, grazie Namio, mi incoraggi molto con queste tue parole, davvero! D'accordo, lo rileggerò per vedere cosa posso fare per quegli avverbi.
Di Namio Intile: Ode alla luna che non c'è dovrebbe essere il titolo, lo scrivi tu stessa. Una storia breve perfetta, Selene. L'incipit introduce il ragazzino con la R maiuscola ma senza nome (che importa?) e descrive un ambiente a cui riesci a dare un tocco di magia, il medio racconto introduce la compagnia, si parla di una casa misteriosa e si accenna alla strega che nel finale appare, al chiaro di una luna opalescente che non c'è.
Tanto di cappello, Selene, mi è venuto un brivido con quelle magnifiche descrizioni. Perché pareva proprio d'esserci. Un piccolo gioiello questo racconto, lineare, scorrevole, lungo il giusto, poetico, onirico. Quando puoi elimina gli avverbi in -mente, specie se vicini. A rileggerti. Di Selene Barblan: Grazie mille per le tue parole, apprezzo molto... e cercherò anche il testo di Maupassant, sono curiosa!
Di user deleted: Onestamente sono impressionato. A me sembra che qui ci sia del puro talento. Arrivato alla descrizione della "Cosa", lo confesso, mi è venuta la pelle d'oca. Niente da dire, splendido racconto di fantasia, bello come la notte. La sequenza che ho apprezzato di più:"...la testa leggermente inclinata in un’ode ad una luna che non c’è..." Ad una Luna che non c'è! Bravissima. Nel ribadire i miei complimenti anche per lo stile, pulito, lineare, che se potessi definirei "notturno" -ma parlo alla sensazione non alla ragione- vorrei con la massima umiltà invitare l'autrice, se non già fatto, a leggere un piccolo capolavoro che trovo così affine a questo:
La Nuit - Guy de Maupassant. Di Selene Barblan: Grazie Ida, le tue parole mi fanno davvero molto piacere.
Di Ida Dainese: Oh, chissà quale potrebbe essere la linea d'incontro tra la realtà delle ombre notturne e la potenza di una immaginazione infantile. Certo è che, leggendo questo racconto, anche noi abbiamo ben visto quella figura sul pelo dell'acqua, possiamo giurare sulla sua esistenza, quasi avvertire la malinconia dei suoi segreti. Questo è il fascino delle storie ben raccontate, che siano dette a voce o scritte su una pagina, che spaventino o divertano, lasciano sempre una traccia dentro di noi che non dimenticheremo più.
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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