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Recensione o commento a: Cinema e sogno: riflessioni su Mulholland Drive di David Lynch - (Saggio Altro, Medio) - di Domenico Gigante:

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Di Domenico Gigante: Ciao Namio! Grazie dell'aneddoto su Mulholland. Di fondo la mia interpretazione del film è un po' brechtiana. Il senso dell'operazione di Lynch è per me quello di sottrarre lo spettatore alla manipolazione filmica, spezzando il legame di passività tra lo spettatore/sognatore e la pellicola/sogno: Un legame che è imbevuto di immagini e simboli onirici che rimandano ad un'ideologia consumistica, fatta di bisogni la cui soddisfazione è costantemente rimandata ad un prodotto successivo. una trappola da cui lo spettatore può essere liberato solo diventando attivo consumatore delle immagini.
Di Namio Intile: Un testo diviso molto complesso dove metti tanta carne al fuoco e sostanzialmente diviso in due parti: nella prima accosti l'esperienza sensoriale ed emotiva dell'assistere a uno spettacolo cinematografico a quella onirica, con una varia e valida bibliografia a sostegno. Questa prima parte ti serve un po' da introduzione per la successiva in cui entri nel tema anticipato dal titolo: la disamina della pellicola di David Lynch Mulholland Drive.
Nella prima parte l'accostamento dell'esperienza cinematografica a quella onirica assume poi connotati psicanalitici, e infatti alla luce di questa interpretazione, o meglio visione, provi dis-velare la poetica lynchiana. Ma successivamente ti accorgi che la psicanalisi e la vecchia interpretazione dei sogni conduce in un vicolo cieco. Ecco allora il tentativo di analizzare la pellicola partendo dall'assunto che il mondo è Caos e che Lynch volendo descrivere l'intreccio di quelle due vite/storie non può fare a meno di considerarle come immerse in un ribollire sulfureo di un Mondo caotico che rifiuta per assioma ogni reductio ad unum.
A me Mulholland Drive è sempre sembrato, nella sua lettura del Mondo, simile a Quer Pasticciaccio di Gadda, con la sua impossibilità a soffermarsi sulla trama, a concentrarsi su di una storia legata e indirizzata, guidata, da semplici rapporti consequenziali di causa ed effetto.
Come in Gadda la trama gialla/thriller è solo il primo elementare livello di lettura.
Un ottimo e complesso lavoro, complimenti.
Vorrei aggiungere un elemento: a mio avviso il titolo non casuale. Mulholland Drive è la strada dedicata all'ingegnere (ma forse non lo era) irlandese che permise lo sviluppo moderno di Los Angeles poiché costruì un lunghissimo acquedotto che convogliò le acque del lago Owens (un lago alpino ai piedi della Sierra Nevada) verso la città. Senza quell'acqua abbondantissima Los Angeles e Hollywood non avrebbero potuto diventare quel che sono diventate. Ma dietro la costruzione di quell'acquedotto si verificò tutta una scia di truffe e ruberie ai danni degli agricoltori della Valley, imbrogli, morte distruzione e devastazione che passò alla storia come le guerre dell'acqua della California. Il lago, lungo oltre cento chilometri venne prosciugato e in quegli anni crollò persino una delle dighe che irregimentava le acque causando oltre cinquecento morti e la distruzioni di parecchi villaggi.
Los Angeles è figlia anche di Mulholland e della sua visione onirica di un deserto dove cresceva solo il chaparral trasformato in giardino.






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