Di user deleted: Ad ogni caso Giancarlo, quando è una vera fede, non è affatto comoda, proprio perché va contro e in contrasto con la stessa ragione e gli stessi perché che poi quindi vengono accettati diversamente per fede, ma non è poi per niente facile accettare questo in maniera conscia e ragionevole dentro al proprio Io, per questo, infatti, tu non ci sei riuscito avendo poi riprevalso in te comunque, praticamente da subito, la logica e la ragione su di essa. Facile o comoda risulta quindi in realtà, solo per chi accetta e vive una fede senza sentirla poi veramente sua. Quando è indotta, imposta o assimilata interiormente in maniera totalitaria, assoluta, non soggettiva, ferma quindi, inamovibile e indiscutibile nel tempo, quando praticamente ci prostiamo ad essa senza più ragione alcuna che ci appartenga, neanche su ciò che poi la ragione stessa, tramite la nostra comprensione pone su di essa un qualche tipo di dubbio. Io ho seguito questo mio dubbio, ciò mi ha poi disvelato, almeno singolarmente, le risposte di cui non avevo nemmeno più bisogno in realtà, di avere né di cercare, dato che fede o meno, in fondo era già questo stesso risultato che avevo comunque raggiunto in essere. Ora però sono riuscito a vederlo anche per quello che mi appartiene, quindi ho avuto, lasciando ogni speranza (fede) futura in divenire, la mia risposta data all'essere, perfettamente logica e coerente alla realtà che mi appartiene.

Di Giancarlo Rizzo: Tu ragioni bene. Mi rivolgo appunto alla gente che normalmente ha fede non perché ragiona ma per altri motivi come la speranza, la paura, la pigrizia nell'affrontare decisioni e scelte, eccetera.

Di user deleted: Più che vuole o che piace, direi in quello a cui si avvicina maggiormente il proprio percepire reale, sul non reale, non provabile e quindi non falsificabile.

Di Giancarlo Rizzo: Per essere più provocatorio direi che chiunque crede nelle cose che piacciono di più.