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Fri 19 April, 13:48:43
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Recensione o commento a: La noia e il riposo - (Racconto Narrativa, Breve) - di Andrea Saviano:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Sarebbe bello se una persona, seduta su di una panchina, al sole, nel parco, tranquillamente rilassata, in un momento di normale e solitaria quotidianità, potesse trovarsi faccia a faccia con se stessa e con la propria esistenza, immergendosi in un contatto, intimo e profondo, con la propria identità. E riuscire, persino, grazie alla guida di una voce interiore, a comprendere totalmente l'esistenza sulla modalità vissuta, nonché le misteriose dinamiche della vita. E così ha fatto il personaggio del magnifico testo, assai gradito e volentieri letto, con piacere. Ritengo anche che, purtroppo, solamente poche persone hanno avuto e continuano ad avere il dono di questa strabiliante esperienza, soffermandosi a riflettere sul senso del percorso vitale e temporale, forse, perché, diversa gente, cercando se stessa, troverebbero poco o nulla. Un cordiale saluto all'autore!

Di Isabella Galeotti: Chiaccherare con se stessi e riflettere, ogni tanto bisognerebbe farlo.
Già. Il motivo. Perchè ti da modo di osservare e giudicare la tua vita, di come l'hai impegnata fino a quel momento, se l'hai sfruttata bene, in ogni secondo senza mai fermarti, perchè la società non ti dà il tempo di farlo, oppure se ti sei preso i tuoi tempi, scanditi dal stare con la famiglia, scanditi dagli hobby, scanditi dagli sport, scanditi dall'ozio, scanditi dal non fare nulla. Questo è un racconto che guarda la vita paragonandola alle stagioni e alla evoluzione della natura stessa. Molto carino
Di Angela Di Salvo: Tempo e vita, stagioni ed età, corsa e passeggiata, noia e relax sono le diverse "tappe" di questo testo che, più che essere un racconto, è un dialogo con se stesso, una riflessione saggia e suprema sul corso dell'esistenza che spesso capitalizza ripetitività, amori finiti, amici perduti e ricordi piacevoli e spiacevoli delle esperienze passate.
Lo "zoccolo duro" del testo però è la distinzione fra noia e relax. I latini definivano il tempo libero dal lavoro "otium" per distinguerlo dal "negotium" in cui si era intenti a svolgere un'attività lavorativa. L'"otium" (di cui Seneca e Petrarca ci hanno lasciato delle definizioni interessanti) non è un tempo inutile e sprecato, è il momento in cui ci guardiamo dentro, ci fermiamo a osservare il flusso dell'esistenza e cogliamo nel silenzio dell'anima il fragore del tempo vissuto e del nostro senso nel mondo. Possiamo anche leggere e scrivere in questo momento, e quello che ne ricaveremo servirà ad arricchirci e a farci diventare più saggi e consapevoli. Altra cosa è la noia che sarebbe, secondo quanto scrive Leopardi nello Zibaldone, ciò che sta in mezzo fra il dolore e il piacere. E' un tempo spento, privo di stimoli, non si soffre ma non si è felici, si fanno le solite insensate cose che non ci danno emozioni nè creano stati d'animo di alcun tipo. L'inattività non deve però essere fonte di noia. Lo scrittore, nel suo delicato e intenso componimento, offre una chiave di lettura e di impiego di questo tempo. E' un tempo che non deve essere consumato nel niente ma investito nell'analisi di se stesso e nella consapevolezza di quanto di bello e di straordinario ci ha dato la vita. Questo stato di "grazia" però spesso è destinato a chi non corre più, a chi ha rinunciato alla frenesia e alla fretta per concedersi di passeggiare nei cammini del pensiero e della piccola realtà che ci circonda. E' una realtà in cui possiamo riconoscere le stagioni della vita nella natura, in questo perenne ciclo di nascita, vita e trasformazione
Di Giuseppe Novellino: "Le grandi sinfonie sono fatte di note, ma anche di pause". Questa frase rappresenta l'epilogo più significativo di un racconto molto bello per il suo spessore introspettivo e...filosofico. Mi sono identificato molto nel personaggio. Anch'io, da un bel po' di tempo, ho smesso di correre, mi sono messo a camminare e spesso cerco pause che mi facciano entrare in me stesso, allo scopo di capirci qualcosa. Amo il sole, la natura e le passeggiate (anche solitarie)che mi fanno pensare e mi calmano. Interessante la prosa di questo racconto che appare in armonia con il contenuto: piana, non preziosamente curata ma funzionale, colloquiale e quindi capace di trasmettere un autentico mondo interiore.
Di Antonella Iacoli: scalda come brandy non troppo forte. Le riflessioni sui bambini molto ok, davvero sono così, anche se non penso che capiscano bene la parola perdono, molto cristiana*. Forse è primordiale alleanza perchè giocano sul serio alla guerra e mettono tutti i verbi al presente. Bel ritmo, bell'atmosfera,varrebbe la pena che il protagonista avesse un nome e continuasse a raccontare.
Anche il mio personaggio attuale è sul viale del tramonto ma è cyborg.Ciao.
*p.s. dalla tua scheda m'accorgo solanto ora che sei manzoniano.

Di Bonnie: Sei riuscito a 'fermare' il mio tempo e... farmi pensare...
Quando mi capitano giornate dove posso scegliere di non far nulla... è davvero un piacere, mi sento veramente libera... libera di poter scegliere
ed è stato bello ritrovarsi nel protagonista, che forse di primo acchitto può sembrare malinconico... o forse un pò pessimista, ma quello scatto...
Mi alzo e grido: >
'Oddio, mi stanno fissando tutti. Ho alzato troppo la voce. Meglio che mi sieda di nuovo, altrimenti mi prenderanno per pazzo.'
A... me fà pensare non lo sia, anzi... in quel preciso istante... sembra voler dire al mondo... se voglio posso fare tutto! Ma domani con calma e..pure senza fretta!

(scusami Andrea... probabilmente nn ci avrò preso penniente eheheh ma... a me questo è arrivato, e... mi piace)
Di Erika: scusami...dopo aver letto tutti ho curiosato nella tua scheda.... ma sei giovanissimo!!!!!! Da quello che scrivi sembra che tu abbia vissuto minimo 60'anni!! I miei complimenti allora si moltiplicano non solo per come l'hai scritto, ma per come hai saputo sentire la vita... non è da tutti...
però lascia che te lo dica... non sei in autunno... hai da poco passato il 15 d'agosto... Non puoi stare su una panchina!!!! � un sacrilegio!
Di Erika: Scrivo la mia recensione prima di leggere le altre altrimenti rischio "d'inquinarmi" (in senso buono ovviamente).
Alla fine ho sentito gli applausi del pubblico che si alzava in piedi ed io con loro... Sono parole che hanno un tono che ti culla dall'inizio alla fine. Il lettore non viene mai abbandonato, è sempre indirizzato da un'espressione, un sorriso,.. o una pausa. Traspare saggezza, malinconia e un pizzico d'amarezza. � romantico.
Mi è piaciuto moltissimo, grazie.
Di Pia: è bellissima questa visione yogica della vita, stare bene con se stessi fa stare bene anche con gli altri. non correre non arrancare inutilmente dietro tutto e tutti ma lasciare che la vita scorra seguendo il suo ritmo naturale. Godersi il silenzio, osservare le piccole grandi cose che ci circondano e portarle nella nostra memoria. uno scritto davvero dolce e saggio, "le grandi sinfonie sono fatte di note ma anche di pause" è una frase che racchiude un concetto che non tutti sono in grado di comprendere, beato colui che ci riesce, non sarà mai solo. Mi sono emozionata leggendolo
Di Macripa: se dovessi usare un solo aggettivo per descrivere quello che ho letto, tale aggettivo sarebbe "delicato".
E' questa la sensazione che mi trasmette, di eleganza e delicatezza.
Ci sono delle immagini meravigliose, come il sole d'autunno che "ha smesso d'urlare" o come i bambini per i quali "uno sgarbo si risolve in un 'non sei più mio amico' che dura il tempo di una lacrima" o l'affannosa rincorsa sostituita da un cammino percorso mano nella mano.
Forse il senso della vita sta davvero nell'attendere l'ineluttabile senza ansie e senza angosce cercando solo di arrivare in ritardo, il più possibile.
Grazie, Andrea! Fai venir voglia di sedersi di fianco a te sulla panchina e osservare le cose come le osservi tu.
Di Dino:
Â?Allora, come il denaro nei periodi di grande inflazione, bisogna spenderlo.Â?

E� certo una bella frase riferita al tempo e, se pensi che il tempo assoluto non esiste, questo tuo correre, camminare rallentare, pi�¹ che mai �¨ congeniale a questo nuovissimo concetto di tempo che la relativit�  di Einstein ha privato della sua assolutezza. Ma restando con i piedi per terra, chi, come me ha visto prima le sue tempie, poi la sua barba, tingersi sempre di pi�¹ di bianco, chi scopre tante cose da studiare, capire, conoscere e si accorge che non avr�  pi�¹ tempo, forse vorrebbe davvero rallentare la corsa perch�© troppo tardi, troppo tardi ci si accorge del modo migliore di spendere il proprio tempo, che la foga della giovinezza sciupa correndo all�impazzata, privandosi di gioie tanto pi�¹ intense quanto pi�¹ piccole e semplici.

Di Candido Bottin: Fra tutti i racconti che ho letto in questi giorni sul sito questo è per me il più bello. La sua vena di malinconia senza rimpianto lo pone sul piano di una breve riflessione filosofica sul senso più semplice e genuino della vita. Proprio perchè mi è piaciuto anche nella scorrevolezza della lettura voglio fare un appunto: non avrei utilizzato i due termini inglesi week-end e jogging e li avrei sostituiti con parole italiane.
Ciao
Candido
Di Massimo Baglione: Niente male questo raccontino. Ho particolarmente apprezzato la parte riguardante la dilatazione del tempo nel passaggio tra il correre e il camminare mano nella mano.
PS: Benvenuto!






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A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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