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Tue 26 September, 11:51:26
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Recensione o commento a: Filosofia e teologia contro logica oggettiva - (Saggio Altro, Breve) - di Gabriele Pecci:

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Le altre recensioni o commenti
Di Gabriele Pecci: No, non è così, noi potremmo anche non averci mai capito niente e le cose sussisterebbero comunque alla stessa oggettiva maniera. Comprendi o no che il fatto che noi data evoluzione della nostra linea di specie abbiamo questa possibilità di comprensione sia soggettiva, ma dove se appurata da fatti o logicamente dedotta dai fatti stessi possibilmente anche comprensione oggettiva, non significhi che però solo per questo possiamo poi anche volendo con tutti i nostri sforzi esentare o trascendere da essa? È tutto lì il fatto. Quello che immagini o percepirai sarà sempre e solo stato di Moto. È sempre e solo la realtà.
Di Giancarlo Rizzo: Lo so che sei su un altro binario. Ma alla base dei tuoi ragionamenti c'è la convinzione che esista solo quello che si può capire.
Di Gabriele Pecci: Anche il termine "energia" è infatti non idoneo a questo argomento, crea una sensazione troppo vaga, il termine moto, o semplicemente "espressione" invece lo trovo più consono alla questione. Tutto è energia, l'universo è energia e per tanto noi siamo energia. D'accordo, ma questo porta a confusione perché non mette il punto però sul contesto in cui poi si esprime e di delinea in maniera reale e dove invece no. Si tende ad associare o concettualizare quindi il termine energia a prescindere da un contesto idoneo e non idoneo. Se dico energia infinita è diverso percettivamente alla nostra psiche che ci va a nozze, che dire moto infinito, dato che sappiamo benissimo che uno stato di moto infinito non è reale, ma l'energia infinita invece… chissà giusto? Il termine moto invece delinea appunto un movimento, e quindi concettualmente per logica inversa cosa comporta la sua negazione. Lo stesso di espressione, e non espressione. È inutile che continui a rinfacciarmi il fatto che ti ponga davanti ad una evidenza strutturale della realtà come se lo avessi deciso io la struttura dell'universo, e quindi della realtà che si dà il caso, e non l'ho deciso io, se di moto è solo finita. Io non dico di abbandonare la creatività o il piacere, la curiosità dietro a qualsiasi nuova domanda e possibile scoperta, ma di farlo dove abbia come lo ha sempre avuto un suo senso logico. Cosa ti dicono i fatti? Poniamo attenzione sul moto e progrediamo culturalmente nel sapere e conoscenza sia del nostro corpo che delle interazioni esterne/interne ad esso, quindi di tutto ciò con cui a nostra volta entriamo a contatto e finalizziamo il tutto nell'espressione tecnica. Poni attenzione su Altro dal moto e cosa è cambiato in 200.000 anni di storia? Credi così diversa la tua concezione da te definita Sé, e un diverso semanticamente, ma del tutto assimilabile altro credo? Dove sta la differenza tra credere in Dio creatore e Sé consapevole eterno o finito che sia? E se lo poni sul finito invece cosa cambia al tuo stato? Ti conforta o ti appaga solo convincerti di essere un tutto con tutto ciò che di espresso è, cosa appunto vera, ma vera, solo fino all'intercorrere di un moto sulla sua stessa fattuale espressione. Dico fattuale perché i fatti dicono questo, non per comodità o come escamotage lessico, se non c'è inizio e fine reale, ma solo un moto intrinseco ad ogni espressione, allora il moto è al contempo l'unico fatto, e automaticamente vista la sua struttura, fattore prodotto equivalente all'intercorrere strutturale spazio-temporale reale delo stesso fatto. Cosa ci vedi di soggettivo nell' affermare questo? La tua realtà è espressa invece diversamente forse? È infinita forse? È ferma su qualche suo punto? La sedia dove ti appoggi non ha atomi in movimento? Tu non sei atomi in movimento? La tua coscienza non si esprime pertanto sempre in stato di moto? La tua convinzione è la stessa di chi non accetta la realtà, il che non c'è nulla di sbagliato soggettivamente è una tua scelta, ma ovviamente il moto sussiste a prescindere dalla tua convinzione o meno, perché è oggettivo, è una evidenza che non c'entra nulla strutturalmente con la coscienza. La coscienza è a sua volta solo la struttura percettiva di un prodotto che è appunto la materia organica (materia che come la materia inorganica è ovviamente un prodotto fattuale, ma non fattuale struttura della realtà, quello è solo il moto) per sussistere sul suo spaziotempo di trasformazione su questa casuale evolutiva espressione di moto. Una volta morti saremo pertanto sempre in stato di moto come da vivi, come lo è sempre stato qualsiasi sasso, ma non più coscienti, non più materialmente organici, perché senza un aspetto cosciente biografico non c'è vita, non c'è più il perché che tanto vai cercando, non c'è più come? Quando? Dove? Non c'è più aspetto cosciente cellulare funzionale (espresso sempre in moto ovviamente, come anche la coscienza biografica) al mantenimento della struttura organica della materia. Non c'è più "piacere/dolore" o "punizione/ricompensa" emozionale evolutiva. Quello che rimane però è la struttura di ogni corpo fisico espresso, organico o non organico che sia, atomi in stato di moto. Ma forse per te le cose invece sono diverse può essere che la tua realtà sia espressa diversamente che vuoi che ti dica? Mi viene da ridere però che ogni volta che ti faccio una domanda specifica sorvoli dal rispondere, spostando nuovamente tutta la questione sul filosofico, cosa che però io non sto facendo, il mio è solo un discorso logico.

Sposto la conversazione sul forum.
Di Giancarlo Rizzo: Si ho capito che non hai capito. Dire "fattuale" ti risolve qualsiasi problema: qualsiasi cosa fattuale non ha nessuna origine o causa o coscienza. Punto. È così, e tu te ne fai una ragione alla faccia della capacità della mente di trascendere l'evidenza attraverso la creatività.
Domande tipo qual è l'origine del Tutto è per te assurda e ti scalmani come un missionario nel tentare di convincere che tutto quelle domande, tutto quello che senti nell'animo di speciale, è inutilmente irreale e dunque oggettivamente sbagliato, dimenticandoti che esprimi in questo caso, un tuo proprio soggettivo punto di vista.
Dopo aver spiegato che la realtà è fattuale ci tieni sempre a ricordare che è sbagliato illudersi che non lo sia, e almeno la metà dei tuoi testi sono dedicati a questo apostolato.
Non hai capito che dire che l'energia è fattuale è la prima cosa che l'uomo ha toccato con mano ma è anche il motivo del rifiuto, per cui continua a farsi la domanda: perché?
Arrivi tu e dici: perché è così, che cosa vai cercando?
La realtà in cui viviamo è realtà di moto dove l'energia che è alla base del Tutto esiste senza né inizio né fine perché questi termini non rappresentano moto e quindi non esistono. Che c'è di strano? Qual è la natura dell'energia che determina il tutto? È fattuale; non chiederti il perché; così come per tante altre cose che incontri nella vita, non chiederti il perché, dato che la realtà oggettiva dimostra che non c'è una spiegazione diversa dal: "è così e basta".
Checché tu ne dica, la tua certezza nella tua teoria così logicamente inchiodata ai "fatti oggettivi" resta una tua interpretazione soggettiva che non risponde assolutamente alle mie domande esistenziali, proprio quelle che intendi deridere perché altrettanto soggettive.
Se ti chiedo come mai la realtà di moto sia fattuale, non mi rispondi; mi dici che esiste e basta e non c'è bisogno di fare la domanda perché non c'è risposta.
Non hai capito che è la tua consapevolezza quella che ti permette di capire che l'universo, quando ancora non c'eri, esisteva lo stesso, e che solo ora che sei consapevole puoi pensare con la tua mente che l'energia è fattuale?
Non hai capito che se non sei consapevole, non ha nessuna importanza che l'energia sia o non sia Dio. A chi importa che l'universo sia quello che è, se non a noi uomini? Siamo noi che decidiamo se è importante che la nostra realtà sia "oggettiva". Non importa un fico secco che lo sia davvero!
So che è difficile da capire ma è questo che rende liberi di non accettare la realtà oggettiva.
Di Gabriele Pecci: Raffaella dire che un cieco "vede" il buio non ha senso, è come dire che un sordo "ascolta" il silenzio. Se non puoi percepire la luce si annulla l'azione stessa di vedere. L'occhio la percepisce e riflette a sua volta la luce non la sua assenza, se vedi scuro significa che percepisci poca luce non che vedi il buio. Buio è solo la definizione di un affievolimento di luce, ciò che tu associ al buio non è realmente qualcosa in termini di gradazione di buio, ma sempre su termini di gradazione di luce. Un inchiostro nero per quanto nero, o la gradazione di nero esso possa arrivare a raggiungere rifletterà sempre parte di luce, luce che raggiungerà così l'occhio che "leggerà" questa gradazione specifica di nero, e quindi per questo fatto diventa una gradazione di ciò che definiamo colore nero visibile, ma mai però assoluta.non esiste una totalità di nero al 100% che sia reale alla tua vista dato che altrimenti non la potresti vedere. Quelli che vi espongo pertanto come questo esempio banale nella sua semplicità però dimostra, sono fatti, per come i fatti stessi direttamente e indirettamente poi ci coinvolgono e sono in continua interazione con la nostra soggettività, ma sussistono oggettivamente anche senza, o a prescindere delle nostre possibili interpretazioni fallaci su di essi. Se si vuole negare una evidenza però non so che dirvi io non vi devo convincere di nulla, siete voi che dovete continuare a convincere voi stessi di un perché o di un fatto da voi così solo percettivamente o soggettivamente interpretato. Non so che dirvi più di quanto detto. Io vi porto esempi concreti su ciò che asserisco, inerenti e pertinenti ai fatti espressi. Giancarlo cosa mi porta a sostenimento della sua tesi "è così perché sento che è così?" Spiegami lo spin in Entanglement con la consapevolezza del Sé. Il valore di spin si sente consapevolmente istantaneamente forse un valore non più idoneo alla realtà? Obbedisce direttamente ad un "Sé" regolatore universale e pertanto cosciente che gli impartisce l'ordine diretto di non sussistere più in entangled e quindi a misura posta cessa lo stato entangled stesso? Decide di sparire per sua spontanea scelta o adempiere a questo fatto per obbligo posto essendo a sua volta consapevole di questo stato? Oppure forse di fatto succede semplicemente che : essendo sempre un valore fattuale, ma anche specifico al valore quantistico del momento angolare di qualsiasi particella espressa, se si trova la particella in stato entangled lo stesso valore istantaneamente perde così di fatto la sua coerenza fattuale alla espressione della stessa particella fisica (prodotto fattuale), e quindi non è più automaticamente un valore di espressione reale, semplicemente perché, non sussiste più, non a motivo di un Sé divino, ma solo in termini di valore specifico e fattualmente espresso? Cosa ti sembra più logico o coerente alla realtà? E sarei io che cerco quindi scuse per spiegarmi e dimostrarmi invece del tutto logicamente un dato di fatto, con una logica perfettamente idonea e coerente al fatto stesso?

Dimmi Giancarlo, di cosa sarebbero quindi consapevoli le fluttuazioni del falso vuoto, che ricordo denotiamo appunto tale solo per l'espressione fattuale delle stesse, ma senza però registrarne mai, origine o fine reale in una espressione di moto (guarda che caso è)? Ciò che semplicemente evidenziamo o misuriamo è solo lo stato brevissimo e momentaneo che intercorre sul loro stesso fattuale spaziotempo intercorrente di espressione. A cosa servirebbe la consapevolezza di essere alle fluttuazioni, per fluttuare? E poi? Per sparire come per comparire senza motivo a loro più consapevole? Per un Sé agente controllore su tutto lo stato di espressione? E a che pro? La consapevolezza si esprime per comprensione quindi come te lo spieghi? Che ragione hanno se come noi quindi fluttuano senza la ragione di una altra sussistenza di durata reale, ma solo reale e fattuale al loro stesso spaziotempo di intercorrere? A cosa servono? A noi per farci comprendere che non c'è nulla in essere di fermo? Perché quando ancora non lo sapevamo o fisicamente non eravamo presenti forse l'universo non sussisteva alla stessa maniera? Comprendi la fallacia logica intrinseca al tuo ragionamento? La logica ti porta risposte sui fatti, per come i fatti oggettivamente sono, non ti soddisfa? Non è abbastanza per la tua necessità e bisogno di conoscenza soggettiva? Sono i fatti che sbagliano ad esprimersi tali? O forse sei tu che male li interpreti? Hai mai pensato che forse è solo un problema tuo percettivo soggettivo ad evidenza degli stessi che per te rimangono ad ogni modo così ragionando sempre insoluti? Il tuo ragionamento renditi conto che pone solo riflessioni assurde alla espressione fattuale evidente nella sua oggettività, anche se percepita da una nostra soggettività poi ad ogni modo espressa, soggettività che se abbraccia la logica però abbraccia anche questa oggettività intrinseca, il dato di fatto.
Di Gabriele Pecci: Giancarlo se tu non puoi immaginare niente di infinito se non associato o definito direttamente su uno stato di moto, dato che altrimenti non può mentalmente concretizzarsi come reale, mi spieghi come può sussistere una tua percezione/immaginazione così reale che esuli da questo dato di fatto? Spoiler. Non puoi.

Se d'altro canto invece fosse tutto inerente al moto automaticamente su questo non ci sarebbe più mistero e infatti come me non avresti più nessun dubbio specifico a riguardo del fatto oggettivo su come questo poi diventi evidente anche alla nostra soggettività, diventerebbe evidente esattamente come quando la gravità agisce su qualsiasi corpo, dove appunto non c'è bisogno, né di fede, né di dubbio a tenere banco sull'espressione di questa, è un fattore fattuale semplicemente al fatto stesso : corpo presente = intrinseca interazione gravitazionale. Quale coscienza agisce in tutto ciò? La tua coscienza consapevole vince la gravità? No. Quella di un animale inconsapevole di essere vince la gravità? No. Quella di una pianta inconsapevole di essere vince la gravità? No. Quella di una cellula inconsapevole di essere vince la gravità? No. La gravità è cosciente di relazionarsi in quanto forza in interazione a un corpo su una determinata forza gravitazionale specifica a questo stesso corpo in base alla sua massa ? Sostieni realmente questo ? E a quale ordine risponde questa consapevolezza di essere ciò che è per fare ciò che fa? A un ordine divino forse? Serve un algoritmo? si sente in dovere di agire? O forse è solo una forza fattuale e automatica in interazione all'espressione altrettanto fattuale di qualsiasi corpo (trasformazione di moto) espresso ? Lo stesso vale per lo stato di moto = automaticamente espressione reale. Sono fattuali. Non c'è un perché, se non è reale un origine, o una fine dello stesso, lo vuoi capire che "non viene", "non nasce" non si "crea" nulla dal nulla? Il nulla non è movimento, e appunto per questo il moto può essere solo fattuale, perché di reale c'è solo lo stato di moto stesso espresso, non da cosa, dove, o chi, non è come quando tu imprimi una forza esterna ad un oggetto per dargli un moto, il moto è intrinseco già all' oggetto, è lo stato che intrinsecamente molecolarmente lo rende reale, seppur quantisticamente sempre indeterminato, non possibile di misura esatta su ogni sua espressione di valore, proprio perché, non c'è mai nulla di veramente fermo in essere, nulla di assolutamente o totalmente statico. Possibile che non capite che la materia organica e quella inorganica differiscono solo in termini di interazione/espressione (fattuale prodotto), ma entrambe sussistono fattualmente sempre e solo in termini del medesimo stato di moto ? (stato fattuale, e pertanto equivalente in quanto tale solo alla complessiva espressione così fattualmente prodotta e in continua trasformazione finita). Siamo noi che attribuiamo percettivamente a questo fatto un "perché", solo noi che lo necessitiamo, ma questo è un nostro bisogno derivato da percezioni errate come quella che ti ho appena esposto. Non c'è nessun trucco, il trucco lo apportiamo su noi stessi, siamo noi che poniamo un trucco su tutto ciò per spiegarlo alla nostra errata percezione soggettiva, affinché rimanga così sempre qualcosa di non logico a cui aggrapparsi, un "perché Altro", ecco che quindi diventa un negare la evidenza dei fatti per come i fatti sono invece fattualmente posti, e cioè su un fattore totalmente e indiscutibilmente invece solo di natura oggettiva. Ti ho palesato già tre prove del tutto logiche su ciò che asserisco, prove che confermano appunto la realtà oggettiva di ciò che affermo, ma non per come io, o voi la vogliamo o ci ostiniamo a interpretarla soggettivamente, ma per come i fatti sussistono in essere a prescindere da questa nostra soggettività. E ci dicono semplicemente che: fattuale stato di moto = espressione reale coerente e fattuale alla stessa espressione prodotta, ma al contempo finita, sul suo trasformarsi. Non espressione di moto = negazione della realtà di questa espressione fattuale. E cioè Nulla, non esiste, non "nasce" non "si crea" non "osserva". Cosa ci dice la legge di conservazione dell'energia? Esattamente questo niente si crea, niente si distrugge, tutto ciò che è reale, è solo espressione finita che si trasforma, il che significa appunto, non origine, non una fine reale, ma solo espressione reale, perché appunto lo stato di moto è di fatto (fattuale), e quindi equivalente al suo prodotto (trasformazione) fattuale sulla sua stessa espressione fattuale, ma resta reale solo e fin tanto che la stessa intercorre tra un comparire non reale, e un annichilire non reale, cioè nulla di più espresso. Questo non significa "venire" o "nascere" dal nulla. Significa letteralmente solo : "Essere/moto", cioè lo stato/espressione (fattuale) che, intercorre, equivale, al suo prodotto (fattuale) "in essere" equivalente e reale sul suo stesso stato di espressione di essere/moto.
Di Giancarlo Rizzo: Sto tentando inutilmente di convincere Gabriele che è così, ma non ci riesco. Trova sempre delle scuse.
Di Raffaella Villaschi: Esattamente. Per quanto riguarda spazio-tempo-moto, è tutt'uno indistintamente, sia filosoficamente, sia nell'ESSERE, sia per la scienza, sia per la coscienza.
Al giorno ovvio che esiste anche la notte; però il buio esiste, è reale, è un fattore di fatto.
Per esempio se in cielo compaiono nuvole nere, come il carbone e danno temporale e pioggia, questo è il buio. Una persona cieca veramente vede nero come colore, questo è un dato di fatto, la persona è cosciente di essere cieco.
Di Giancarlo Rizzo: Bene. Lo scopo di queste riflessioni è quello di condividerle.
Di Giancarlo Rizzo: "Energia è solo il nome che diamo a questa espressione, la natura dell'energia e cioè di questa espressione ti sto dicendo appunto che può essere solo fattuale, al fattore stesso di espressione".
Questo è quello che si capisce dell'energia per come si presenta.
E non può non essere consapevole di se stessa.
Tu dici: "… e può essere di fatto, solo espressione fattuale all'espressione stessa di questa energia (moto)". Spiegami il trucco!
Non basta dire che "non può sussistere logicamente in quanto "essere" se inizio e fine denotiamo empiricamente non essere espressioni reali (vedi fluttuazioni)".
Non basta dire che il momento dell'inizio non può esistere perché non è ancora esistente nel moto.
È come dire che se un fotone è in moto, prima del suo moto non esisteva ed è esistito solo dal momento in cui si è mosso. Ovvero è nato dal nulla. Questi ragionamenti sono di una logica contorta.

La coscienza di che descrivi è quella che funziona in un animale che diventa cosciente. La coscienza è uno stato dell'essere.
Cosa ne sai di come l'energia possa essere cosciente?
La coscienza può essere una qualità intrinseca dell'energia, nel senso che l'energia stessa è cosciente di se stessa, dunque consapevole. Ma questo è un concetto che tu non puoi capire.
Visto da questa prospettiva tutto quello che è inspiegabile sarebbe chiaro: dell'energia sappiamo solo che è tutto quello che vediamo nelle sua innumerevoli forme; ci stupiamo della sua incredibile potenza e bellezza nell'universo e nell'evoluzione della vita; stiamo imparando appena a conoscere le sue leggi. Nessuno ancora ne conosce la natura e tu ti permetti di dire che è fattuale, come dire casuale, senza quel progetto evolutivo che nel tempo si rivela stupendo e preciso; non ti concedi neppure il dubbio, forte di una logica basata sulle poche cose che sai e sulle infinite altre che ancora non sai.
Di Raffaella Villaschi: Ciao a voi 2 Giancarlo, Gabriele. Diciamo che la scienza è una cosa, filosofia è un'altra cosa e qui vi dico che Socrate, Platone, Aristotele, Seneca, Epicuro, hanno descritto molto bene la sintesi del dilemma dell'"ESSERE" della coscienza, anche gli animali hanno una coscienza, San Francesco d'Assisi parlava agli animali. Per chi non è credente oppure dice che l'"ESSERE" non è persona, animale pianta, è coscienza dell'essere esistenziale. Per quanto riguarda l'energia è sempre esistita sin dall'inizio dell'Era preistorica sulla terra, sia nell'Universo già prima di comporre la nostra Terra. Però prima o poi tutto comincerà in modo differente di adesso, l'energia non morirà mai, essendo una cosa che varia a seconda dei secoli. Anche l'ANIMA è un essere perché noi l'abbiamo, sia negativamente che positivamente. in quanto riguarda la Teologia di Gabriele che ho letto con grande interesse, sono rimasta un pochino sbalordita. Sono ignorante in TEOLOGIA, però fa riflettere molto.
Di Gabriele Pecci: "L'espressione di energia è solo e semplice espressione fattuale".
Fattuale. Intendi che è un "fatto" di cui non si conosce la causa o anche semplicemente la natura?

No, intendo che è un fatto, per cui, per come ci risulta "essere" strutturato (legge di conservazione dell'energia) non può avere a sua volta "causa", pertanto se inizio e fine non sono reali non essendo espressioni di moto, allora, l'espressione di moto è, e può essere di fatto, solo espressione fattuale alla sua stessa espressione reale di energia prodotta. Moto/energia (fattuale) alla stessa, trasformazione di energia/stato di moto (prodotto).

"L'energia è ciò che è, e risulta in "essere", senza nessuna coscienza di "essere".
Come fai a dirlo? La coscienza è uno stato dell'essere, non un ente a sé stante e la definizione che ne dai: "è solo un fattore di evoluzione casistica e poi sempre più specifica della materia organica", è una tua definizione del tutto arbitraria.

No, non è arbitraria, è oggettiva proprio perché logicamente sussiste, e può solo così sussistere per come è strutturata, l'espressione di moto, e quindi tutto il ragionamento logico precedente da questo stesso dato di fatto derivato.

Se il moto non può avere inizio e fine reali, non può allora "essere" fattualmente posto in termini di coscienza, la coscienza è un effetto, un prodotto di tutto ciò, ma sicuramente però non può essere una causa, non può essere causa di sé stessa, essendo di per sé un processo fisico di pensiero/azione/consapevolezza (consapevolezza solo se biografica) spazio-temporale prodotto. La coscienza non è fattuale di per sé. La coscienza è un processo derivativo, ma a sua volta fattuale, alla stessa espressione fattuale di moto. Un prodotto/processo fisico evolutivo di una espressione fattuale, e cioè materia organica, esattamente come lo è, nonostante non presenti questa componente biochimica strutturale, anche la materia semplice. Sono entrambi prodotti fattuali, ma diversificati però sulla loro quantistica/relativa espressione posta su questa
stessa, a prescindere dalla loro specificità strutturale, oggettiva realtà di moto. Entrambi sono al fine semplicemente atomi in movimento (moto) fattuale, atomi che a loro volta si esprimono su
uno stato quantistico e relativo (prodotto) diversificato, espressi così relativamente su uno spaziotempo specifico alla loro massa, al loro "peso" gravitazionale, e pertanto ad un momentaneo, ma sempre specifico (trasformazione di energia), campo quantistico di interazione gravitazionale.

Noi diciamo che il sasso non è cosciente e che l'essere vivente è cosciente. Ma se non conosciamo la natura dell'energia, come facciamo a dire che non possa essere attiva in una realtà di moto in modo consapevole?

Perché la coscienza non si esprime tramite il movimento (moto fattuale) di atomi in sé, ma si esprime solo e se, è materia organica (prodotto di moto), intrinseca su un sistema emozionale/comprensivo/agente in interazione in entrata/uscita su di sé, ma strutturato sempre fattualmente in "essere" da atomi in movimento.

Pertanto la natura dell'"essere" (moto) è fattuale, sempre universalmente espresso solo su sé stesso, sullo stesso stato di moto, moto che a sua volta poi si diversifica specificamente, entropicamente su diverse manifestazioni prodotte, ma presentando su ognuna di esse però le medesime prerogative fattuali di espressione fattuale, e cioè atomi in costante stato di moto, ma basate, strutturate ed infine a loro volta espresse su differenti interazioni o fusioni chimiche, da cui poi la diversificazione tra materia semplice e materia organica.

Se conoscessi la natura dell'energia, sarebbe una scoperta da premio Nobel!

Energia è solo il nome che diamo a questa espressione, la natura dell'energia e cioè di questa espressione ti sto dicendo appunto che può essere solo fattuale, al fattore stesso di espressione. Non c'è un altro stato naturale in cui essa altrimenti possa sussistere in questo spaziotempo intercorrente tra "essere" e non "essere" di fatto espressione.

"Il valore di spin, nel fenomeno dell'entanglement, non sparisce a motivo di una coscienza superiore", sparisce perché la natura è strutturata in un modo specifico

(appunto è fattuale)

dove noi ricaviamo leggi di funzioni che scopriamo di volta in volta;

Ovvio.

questo non esclude a priori che non ci sia una volontà motrice; non sto dicendo che è così, ma che teoricamente nulla osta per quanto ne sappiamo; e ne sappiamo troppo poco.

Ti ho già spiegato logicamente sopra perché non ci può essere nessuna volontà motrice, ma solo una volontà cosciente evolutivamente espressa a sua volta su un fattore esclusivamente fattuale di espressione di "essere" a prescindere dal manifestarsi o meno della coscienza.

È inutile che giri attorno al discorso, non si spiega altrimenti, non può sussistere logicamente in quanto "essere", dato che, inizio e fine denotiamo già empiricamente non "essere" a loro volta espressioni reali (vedi le fluttuazioni)
Di Giancarlo Rizzo: "L'espressione di energia è solo e semplice espressione fattuale".
Fattuale. Intendi che è un "fatto" di cui non si conosce la causa o anche semplicemente la natura?
"L'energia è ciò che è, e risulta in "essere", senza nessuna coscienza di "essere".
Come fai a dirlo? La coscienza è uno stato dell'essere, non un ente a sé stante e la definizione che ne dai: "è solo un fattore di evoluzione casistica e poi sempre più specifica della materia organica", è una tua definizione del tutto arbitraria.
Noi diciamo che il sasso non è cosciente e che l'essere vivente è cosciente. Ma se non conosciamo la natura dell'energia, come facciamo a dire che non possa essere attiva in una realtà di moto in modo consapevole? Se conoscessi la natura dell'energia, sarebbe una scoperta da premio Nobel!
"Il valore di spin, nel fenomeno dell'entanglement, non sparisce a motivo di una coscienza superiore", sparisce perché la natura è strutturata in un modo specifico dove noi ricaviamo leggi di funzioni che scopriamo di volta in volta; questo non esclude a priori che non ci sia una volontà motrice; non sto dicendo che è così, ma che teoricamente nulla osta per quanto ne sappiamo; e ne sappiamo troppo poco.
Di Gabriele Pecci: No, perché tu, come chiunque altro, poi associ o tenderai sempre ad associare a tutta questa solo fattuale espressione di energia, il termine di "coscienza superiore/Consapevolezza/Sé" o Dio appunto.

Quindi anche il fatto così da te come da altri soggettivamente percepito, diventerebbe automaticamente che tutto ciò che sarebbe "in essere" in realtà di moto, se intesa come la stai così intendendo, e pertanto restando su questo presupposto concettuale, sia stato a suo modo così solo "consentito" o "permesso" coscientemente, per mezzo e al fine di una coscienza/consapevolezza/Sé o Dio superiore che dir si voglia. Il che resta, ed è errato.

L'espressione di energia è solo e semplice espressione fattuale. Ma non perché lo sostenga io, ma perché appunto a sostenere logicamente questo sono i dati di fatto della realtà oggettiva, cioè ciò che è, e risulta in "essere", senza nessuna coscienza di "essere".

Questo perché appunto l'energia per essere di fatto espressione di moto fattuale nelle sue finite trasformazioni in questo spaziotempo sì relativo, ma in realtà solo fattuale alla sua stessa espressione di fatto, non necessita di coscienza. La coscienza lo vedi da te è solo un fattore di evoluzione casistica e poi sempre più specifica della materia organica. Diversi stadi espressi in interazione, ognuno sempre poi però più specifico e complesso, a seconda del grado di comprensione emozionale raggiunto. Se poni tutto ciò a priori però, automaticamente sostieni che tutto si sia espresso come "volere", e quindi anche in "potere" di essa, ma così non è. Il valore di spin per scomparire non necessita di coscienza, consapevolezza, o Sé che dir si voglia al tuo intimo percepire, non necessita che una coscienza lo faccia cosa, così di punto in bianco sparire solo perché le và forse? Non sparisce a motivo di una coscienza superiore, sparisce automaticamente perché semplicemente non corrisponde più, non è più correlato, e quindi in interazione, in stato di moto o trasformazione di energia, a nessun valore specifico di nessun ente/evento specifico fisicamente espresso, almeno fin quando questo
è posto in stato entangled. Una espressione fattuale (e questo esempio lo è) non può essere causata da coscienza pertanto, la coscienza invece può essere come appunto è, solo uno dei diversi effetti, una delle diverse trasformazioni momentanee, ma finite di questa energia universalmente espressa. Tutto ciò si presenta tale anche sul discorso delle fluttuazioni quantistiche, oppure più semplicemente nel movimento univocamente, chiaramente, inequivocabilmente in stato di "essere" di un semplice sasso, atomi in continua e costante interazione tra loro, pertanto energia seppur priva di qualsiasi coscienza. Il moto, lo stato di moto, la trasformazione di energia è, se restiamo inerenti ai fatti pertanto solo e del tutto fattuale; fattuale alla sua stessa espressione e quindi trasformazione continua e finita.
Di Giancarlo Rizzo: Al di là delle precisazioni che fai sul mio testo, che vorrebbe essere la sintesi un po' più chiara del tuo, vorrei farti notare che tutta la diatriba si riduce a un unico dilemma: Dio esiste? Tu dici NO.
Premetto che non sono certo io (ateo) quello che pretende di smentire la tua certezza, quanto piuttosto chiarire un equivoco che mi pare evidente nella tua tesi.
Per quale ragione quando si parla di Dio si deve supporre che questa "entità" sia infinita, eterna, fuori dallo spaziotempo e nello stesso tempo presente nella nostra realtà, e dunque assurda? Forse perché queste caratteristiche sono descritte nella teologia delle religioni monoteiste che sicuramente traggono potere da questa descrizione per assoggettare le genti.
Le persone religiose credono che Dio abbia creato l'universo e che sia un'entità costantemente presente nella realtà in cui vivono. Dunque che necessità c'è di espellere Dio dallo spaziotempo che lui stesso ha creato? Perché è infinito e eterno?
Se queste parole si adattassero al concetto di relatività non ci sarebbe nessuna controindicazione.
Infinito inteso come presente in tutto lo spaziotempo esistente, eterno ovvero di durata pari a quello della stessa realtà fattuale. Dunque tutto concorda nel collocare Dio nella realtà di moto: basta chiamarlo Energia.
Di Gabriele Pecci: " Non c'è nessuna ragione logica e nessuna evidenza scientifica per pensare che l'energia che costituisce l'universo abbia avuto un'origine, in quanto per il principio scientificamente provato della conservazione dell'energia, essa non si crea né si distrugge, quindi non è mai nata e mai finirà: potrà solo trasformarsi in altra forma. Ma non è né infinita, né eterna!"

Anche qui, già quel "non è mai nata e mai finirà" non è concettualmente esatto.

Esatto è dire che non esiste un inizio e una fine reali, non essendo questi fattori, fattori di espressione reale.

Di reale è solo lo spaziotempo intercorrente tra essi e quindi relativo spaziotemporalmente solo allo spaziotempo stesso di questo intercorrere di espressione reale. Che sia un miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di secondo, o relativamente espressione di miliardi di miliardi di miliardi di anni luce, è irrilevante. È spaziotempo, o trasformazione di energia, reale, solo se "relativa" alla sua stessa espressione. Quindi è in realtà più che relativa appunto fattuale solo al fatto stesso di "essere" di fatto, espressione.
Di Gabriele Pecci: " Ma questa energia in stato di moto (questo è l'effetto primario) "

Non è l'effetto primario, un effetto primario preclude uno stato precedente ad esso in "essere", come fattore causale originario di questo effetto, ma non è così dato che non c'è un "prima" causale di questo effetto. Pertanto esso è al contempo, causa ed effetto della stessa fattuale espressione. È semplicemente fattuale al fatto stesso.

La risposta alla tua domanda è sì, ma dentro questo sì c'è ancora un intero mare sconfinato alla nostra vista di conoscenza che ancora attende di essere navigato e compreso. Si tratta solo di comprendere e sapere bene però quale rotta è più idonea alla realtà da tenere o mantenere per farlo.

La prova a ragione di questo è come hai sottolineato che non puoi immaginare una diversa realtà da quella che ti consente appunto il pensiero/azione stesso di immaginazione.

Qualsiasi cosa sarà per quanto oggettivamente assurda però inerente ad uno stato di moto.

Prova tu stesso e te ne renderai conto.

Se immagini qualsiasi cosa, il Nulla/infinito compreso, lo puoi però immaginare, perché questo stesso pensiero ti risulti reale, comunque solo in stato di moto. Se lo immagini come uno sconfinato buio per dire, se vedi/percepisci nella tua mente una immagine di una percezione sensoriale buia, oscura, nera, in realtà non è vero "buio" ciò che stai visualizzando, ma al massimo del suo minimo possibile una minuscola percettibile presenza di luce. Un nero assoluto non può essere in natura raggiunto esso rifletterà per sussistere sempre in quanto tonalità reale di espressione di riflettere anche allo 0, 00000001 % la luce. La luce è uno stato di moto.

Comprendi ciò che voglio dire?

Non puoi esentare la tua immaginazione dallo stato di struttura che ti permette questa stessa capacità di azione/pensiero. È oggettivo questo.

Ciò prova che anche la coscienza è strutturata solo come forma di espressione in questo caso propria ed evolutiva alla materia organica, ma sempre e solo però su uno stato di espressione possibile, inerente e/o coerente alla stessa espressione di moto.

Essa non può essere pertanto qualcosa a priori o esente dal moto stesso. Quindi ogni deduzione/percezione "Altra" sulla coscienza/consapevolezza/sé ecc. logicamente decade.
Di Giancarlo Rizzo: Se ho capito bene, tu dici:
Essere significa esistere. Esistere in una realtà oggettiva.
Quante realtà esistono?
Tu dici che esiste solo la nostra, anzi, tu sostieni che immaginare l'esistenza di altre realtà è un assurdo.
La nostra realtà è l'unico punto di riferimento per la nostra logica: tutto quello che è fuori da questa, non esiste e qualsiasi supposizione immaginaria può solo essere illusione.
La nostra realtà è costituita da Energia nel senso che tutto è movimento. La realtà è "stato di moto" e tutto quello che esiste è in stato di moto. Moto significa spaziotempo, energia sotto forme differenziate fino alla costituzione della materia che nella sua evoluzione arriva fino alla costruzione della "vita". Solo a questo punto, con la vita, appare la coscienza che non è altro che un processo casuale, dato che si esclude qualsiasi intervento "Altro". L'evoluzione della materia e della vita segue meccanismi che noi definiamo di volta in volta scientificamente. Tutto esiste evidentemente senza nessuna ragione determinata da qualsiasi intervento di "coscienza" superiore. Ma è fattuale.
Non c'è nessuna ragione logica e nessuna evidenza scientifica per pensare che l'energia che costituisce l'universo abbia avuto un'origine, in quanto per il principio scientificamente provato della conservazione dell'energia, essa non si crea né si distrugge, quindi non è mai nata e mai finirà: potrà solo trasformarsi in altra forma. Ma non è né infinita, né eterna! Questi concetti sono derivati da una nostra necessità illusoria di sopravvivenza dopo la morte ma non può esistere realmente nulla che possa essere infinito o eterno, ovvero senza spazio né tempo, nella nostra realtà di moto.
E neppure sappiamo quale sia la natura dell'energia dato che possiamo conoscere la sua esistenza solo dagli effetti che provoca. Molte, troppe cose non sappiamo…
Ma questa energia in stato di moto (questo è l'effetto primario) deve essere l'unico punto di riferimento della nostra scienza, logica, evidenza fattuale su cui si può affidare la nostra coscienza e intelligenza?






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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