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Recensione o commento a: Sogni di carta - (Racconto Narrativa, Breve) - di Sara Boschi:

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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Una piacevole narrazione, che appare come un piacevole fluttuo tra sogno e realtà. Il bambino, rimasto da poco orfani di entrambi i genitori, non trova altri modi per non sentirne la mancanza, se non quello di ritrovarseli in sogno, cercando in loro tutto il possibile amore che non potranno più donargli, nella dimensione terrena. Un modo come un altro, per sentirli sempre vicini, nel tentativo di acquistare fiducia in se stesso e proseguire il cammino della propria esistenza, il più serenamente possibile. La lettura è piacevole e scorre gradevolmente, a parte qualche piccolo refuso e la punteggiatura, non sempre perfetta, come già sottolineato nei commenti di chi mi ha preceduto. Un caro saluto, Sara.
Di Ida Dainese: Un bel racconto che mette in risalto la dolcezza dell’affetto. Il legame di un bimbo con i suoi genitori, il suo modo di sentirli vicini trasferendo le loro anime sulla carta, ricambiato dal loro venire in sogno. L’amore familiare sopravvive alle disgrazie della vita e si rinnova nella continuazione. L’amore dei nonni ha sostenuto Alberto ricordandogli quello dei genitori, amore che lui ha conservato e che è pronto a donare di nuovo nel figlio che arriva. Sogni di carta, sì, ma che sono molto potenti.
Ti hanno già segnalato i diversi errori.
Di Isabella Galeotti: L'innocenza e la sensibilità di Alberto escono prepotentemente da lui e così
intuisce che i suoi genitori probabilmente non ritorneranno mai.
Il disegno lo crea per averli vicini e di notte fa di tutto per potersi
inserire tra la mano della mamma e quel cappellone del papà, anchese in realtà il babbo era pelato come una patata printo per bollo.
Quando riesce a prenderli per mano, loro lo rassicurano dicendogli di
portare sempre con lui questo dipinto. come fosse una foto personalizzata, una foto fatta con queli occhi da bimbo disperato e solo.
Solo una piccolissima cosa, ci sono parecchie ripetizioni basterebbe usare EdOra e il racconto decollerebbe e volerebbe in vetta alla classifica.
Di Stefano di Stasio: La presenza dei genitori, scomparsi prematuramente, si materializza nel frutto creativo del figlio bambino, non ancora consapevole del luttuoso evento. In questo racconto, sia quanto accade al protagonista, sia la struttura del linguaggio, parlano d�infanzia. In questa età, sospesa fra la realtà e la fantasia, spesso i contorni del fatto e del sogno si confondono e si inseguono. Così il protagonista, il piccolo Alberto, manifesta doti di straordinaria intuizione, come molti bambini particolarmente sensibili, che vivono uno stato di empatia con i loro genitori. Pur non essendo stato informato dal nonno, già percepisce che qualcosa di strano è accaduto e costruisce il suo strumento di esorcismo della paura, il disegno. Poi si addormenta e sogna di intrufolarsi in ciò che ha tracciato sulla carta riuscendo a parlare, ancora un volta, con i propri genitori. Nel tenero colloquio, egli immagina che il disegno possa essere lo strumento per non spezzare il prezioso legame e fissa le parole del padre e della madre che perpetueranno l�affetto per sempre �� ogni volta che ti sentirai solo, che avrai bisogno di aiuto guardandolo saprai che saremo con te ��. L�epilogo mi sembra particolarmente riuscito perché rappresenta efficacemente il passaggio di testimone nella staffetta della vita. Alberto guarda il disegno che ha portato sempre con sé, probabilmente un�ultima volta, prima di correre ad assistere la moglie che sta per partorire. Il suo status di figlio ora è cambiato in quello di padre. Dovrà essere lui ora a sostenere il suo bambino che cresce. Non si sentirà più solo.
Il conto ortografico: ��che non vedeva l'ora di mostrarlo alla mamma��; molte virgole da inserire; �� gli sembrò di cadere giu per il foglio��; qualche ripetizione nel finale.
Di Giuseppe Novellino: Il racconto è molto interessante. Bella l'idea di immaginare un contatto con l'Aldilà attraverso un disegno infantile. L'opera denota una fantasia fervida e grande sensibilità. Un po' acerbo nel linguaggio e nella struttura narrativa, ma godibilissimo. Ti segnalo due errori:
- "giù" che hai scritto senza accento:
- "che non vedeva l'ora di mostrarlo", quando l'espressione corretta è: "che non vedeva l'ora di mostrare" (il che relativo e il pronome enclitico "lo" si sovrappongono.
Bella e promettente prova, comunque.
Di Angela Di Salvo: Un racconto carino,denso di una leggerezza che ha il sapore del sogno e dell'innocenza,scorre fluido e gradevole sotto la lettura.
Un bimbo che ha perso i suoi genitori non ha altro modo per compensarne la mancanza che quella di ritrovarli in una dimensione onirica dove è possibile immaginarsi l'amore di cui si ha bisogno per acquistare la fiducia in se stessi e continuare la propria esistenza senza il peso della percezione della perdita. Direi che, come prima prova di narrativa, sia andata bene. Segnalo però, oltre a quanto segnalato in precedenza, un altra ripetizione al quarto e al quinto rigo (messa....messo), tra l'altro tra la parola "messa" e il verbo "ridere" manca la lettera "a". Meglio cambiare la frase in "si sarebbe fattta di sicuro una bella risata" ..ecc.ecc.
E' possibile ancora notare uno scarso uso della punteggiatura in molti punti in cui proprio sarebbe necessaria. Inoltre l'epressione "Ricordò per un attimo la notte di tanti anni fa quando incontrò per la prima volta in sogno i suoi genitori", va corretta in "ricordò per un atttimo la notte di tanti anni prima quando aveva incontrato in sogno i suoi genitori". Benvenuta fra noi.
Di Arditoeufemismo: Un racconto dai connotati ultraterreni a riproporre il tema che l'amore va oltre. Va oltre le leggi umane che spesso sono ciniche e lasciano i poveri "Alberti" orfani.
Il racconto è scritto bene e, cara Sara Boschi, hai sinceramente poco da imparare da noi. Nell'ottica di migliorarci vicendevolmente, volevo segnalarti la fastidiosa ripetizione di "casa dei PROPRI nonni. PROPRIO". Naturalmente non è errato, ma, forse, è più elegante sostituire uno dei due. Inoltre, penso che un istrice si scriva senza apostrofo. Ok Sara, ora ti aspettiamo nelle gare di Braviautori. Alberto a.k.a. Arditoeufemismo






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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