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Recensione o commento a: Scalza - (Poesia Narrativa, Brevissimo) - di Elena Condemi:

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Le altre recensioni o commenti
Di Elena Condemi: Grazie di cuore, Arcangelo. Una gitana che probabilmente, come la Bohemienne di William Bouguereau, non sarà mai ricompensata dalla fatica e dall'amore ed avrà come amaro ed insuperabile destino quello dell'eterno girovagare. Sempre più stanca...il cielo ed il foglio unici testimoni.
Di Arcangelo Galante: Un giusto desiderio di quiete, richiesto quasi velatamente per poter riflettere e trovare riposo dopo un sofferto percorso, fatto coi piedi scalzi dell’anima. Poesia ricca di spunti di riflessione, molto bella ed introspettiva. Applausi meritati ed elogi sinceri, alla brava poetessa!
Di Elena Condemi: Ti ringrazio Angela, hai compreso e spiegato magnificamente, secondo me.
Specie quando scrivi riguardo ai concetti espressi da la "rugiada" e il "meriggio", la "goccia" e la "perla", la "spuma" e "la scia.
Grazie Giuseppe, sì...la fatica del vivere ed anche la stanchezza del desiderio che si prova costantemente...quasi senza tregua.
Ma, presente, comunque, sempre quel di più, quella dimensione molto più grande in cui è anche delizioso scivolare.
Cordialissimi Saluti ad entrambiSmile
Di Angela Di Salvo: Due interrogativi vengono posti dal poeta a questa immagine "simbolo" della "porcellana di luna scalza e dal sorriso gitano": quanto sarà lunga la strada del cammino verso la ricerca e quanto lungo sarà il tempo della perdita e dell'abbandono per assecondare l'inquietudine del vivere e la precarietà delle cose che si vorrebbero conservare e stringere "al petto insonne"? Ci sono termini oscuri dietro cui si celano di certo dei concetti, la "rugiada" e il "meriggio", la "goccia" e la "perla", la "spuma" e "la scia", potrebbero essere delle antitesi fra l'inizio e la fine del giorno, fra l'insignificante e il prezioso, fra l'apparenza "schiumosa" e la traccia che conduce alla meta.
Un testo molto ambiguo e per certi versi anche ermetico, ma risulta alla lettura estremamente dolce, suggestivo e maliconico. S'avverte con forza espressiva l'affanno del vivere e il bisogno di pace e di certezze appaganti. Significativo il titolo "scalza", come per simboleggiare la mancanza di qualcosa che protegga i nostri passi dalle asperità della strada e dall'inevitabile fastidioso dolore che i nostri "piedi" proveranno.
Bella l'immagine finale che rappresenta "il profumo soliatario delle parole", parole che non hanno un colore omogeneo, ma sono "screziate" dall'istintiva e naturale insoddisfazione dell'esistenza che ci pone domande senza risposta, ci chiede un tempo indefinito per capire, esige la costante energia per andare avanti, nonostante la meta sia lontana e forse irraggiungibile.
Di Giuseppe Novellino: La poesia è elegante ed enigmatica. La voce del poeta sembra levarsi nell'aria e perdersi come l'afflato di vita che ci sostiene. Evoca l'immagine di una donna (la bella gitana scalza) che porta con sè tutta la fatica di vivere, ma anche la gioia di perdersi in un tutto misterioso, insondabile, eterno. Piacevole la musicalità del verso, con alcune asperità che lo rendono mosso, vivo e penetrante.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
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striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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