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Recensione o commento a: Il ladro del silenzio - (Racconto Poliziesco, Breve) - di Lorenzo Pompeo:

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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Nel tuo racconto il silenzio è d’oro anche in senso pecuniario. L’inizio così giornalistico e normale colpisce subito per la scoperta e l’entità della refurtiva: silenzio come assenza di rumori ma anche come annullamento di voci e di urla. Tacitare gli abusi e i crimini, il dolore e la disperazione, comprimerli e venderli come bustine di droga. Forse non è ancora tecnicamente possibile ma questo racconto ha una tristezza di fondo che lo rende cinicamente credibile.

Di Isabella Galeotti: Rubare il silenzio. Idea geniale. Silenzio un vocabolo fuori moda, una parola vintage. Infatti è da rubare da registrare e lasciare ai nostri posteri.
Ma tui hai fatto di più da una racconto leggero e spensierato lo hai impostato, come scriverebbe un pezzo di cronaca un vecchio giornalista incallito, e da una bella azione che poteva essere all'inizio l'hai trasformata in silenzi ancoscianti e tetri.
Di Celeste Borrelli: Leggendo questo testo subito mi è venuto in mente un mio vecchissimo scritto di
cui riporto uno stralcio.
Â? Delirio sicuro.
Mondo muto,
sordo, impassibile.
Mura silenziose.
Voci senza suono
sono sussurrate
e appena ti sfiorano.
Grida soffocate.
Silenzio ovattato.
(Â?)
Il silenzio a volte uccide, fa da sfondo a stupri e delitti di ogni tipo.
Spesso è l'indifferenza del omertà. Qui per assurdo è venduto al miglior offerente. Non tutti i silenzi sono uguali� Questo è assolutamente vero. Alle stelle i silenzi di crimini efferati. Testo fantasioso e originale, presentato sotto forma di articolo di giornale. � la cronaca dell'arresto del ladro del silenzio.
Di Angela Di Salvo: Un racconto scritto sotto forma di un articolo di giornale che informa sull'arresto di un tale che, attraverso il suo sito, vendeva registrazioni sonore che coprivano attività illegali. Ma le sue non erano registrazioni qualsiasi, contenevano "silenzi". Niente "bla bla", eloquenza diffusa e discorsi persuasivi. Semplicemente silenzi o rumori che "incorniciavano" e facevano da sfondo a momenti in cui gente d'ogni tipo (dalla persona comune al vip, dalla donna stuprata al bimbo sodomizzato) semplicemente tace. Oppure veniva registrata la sospesione dell'assordante vocio della città che copre la voce della natura e dell'ambiente
Il contenuto del testo, insolito e inquietante, al di là della surreale descrizione dell'evento criminale, rappresenta indubbiamente un'allegoria non difficile da cogliere. In un mondo strombazzante e rumoroso, dove tutti sanno tutto di tutti, dove le parole scorrono a fiumi da ogni parte tanto nel mondo reale che in quello virtuale della rete, il silenzio è diventato un tesoro prezioso che "vale oro", talmente prezioso che chiunque è disposto a pagare per assaporare finalmente quegli attimi in cui le parole cessano, e il silenzio "grida" le sue verità nascoste e inenarrabili, la vacuità dei discorsi blaterati ai quattro venti, la molteplicità delle mille cose dette e ridette senza cambiare niente del male che esiste nel mondo.
Un testo che fa molto pensare e che induce alla meditazione sul tipo di società in cui viviamo perduti nel "chiasso" effimero del nulla. Interessante la capacità di coniugare la tipologia del testo informativo con il grottesco.






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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