Di Ida Dainese: Ciao. Questo tuo raccontino andrebbe valorizzato. A parte i refusi di punteggiatura, ci sono parti poco fluide (come per esempio i primi due paragrafi), dove le frasi non scorrono bene; mentre si legge si avverte la sensazione di “aver già letto”, solo perché ci sono delle ripetizioni (tipo l’insistenza sul descrivere i figli, dato che già da quello che fanno o dicono si capisce che sono maleducati).
Lo stile di scrittura non è perfetto quindi, ma il racconto trasmette bene il senso di smarrimento di quest’uomo, diviso tra compiti che di solito non svolge e scoraggiato per il tempo perduto nello svolgerli. Ci si rende conto fin dal mattino della sua commiserazione che si trasforma in un mesto obbedire, in una rassegnata impotenza. Eppure sta “lavorando” per la sua famiglia, per una moglie che in quel momento ha bisogno di lui, per dei figli che considera solo dei fallimenti e a cui non parla nemmeno; non c’è nessuna gioia di essere utile in quello che fa, e nessuno gli dice grazie. L’incontro in farmacia si può comprendere e non condividere, diciamo che al suo posto una donna avrebbe ponderato di più, ma dipende dalle persone, dall’educazione ricevuta, dal carattere, insomma è un altro discorso.

Di Skyla74: Luisa, devo farti un appunto tecnico: dopo l'apostrofo non va mai lo spazio. E' un errore costante nei tuoi testi e mi impedisce di godermeli, il che dispiace considerando la passione che ci metti.
Hai davvero tanto da raccontare e credo sarebbe meglio sistemare il tutto. Proprio perché sono piccolezze, non meritano di rovinare la fluidità della lettura.

Di Luisa70: Evidentemente sono stata fraintesa perchè non mi sono bene espressa. Il mio scopo non era quello di sottolineale la leggerezza con cui il protagonista tradisce, ma di far notare che lo stress quotidiano, quando diventa particolarmente pesante, come nella giornata descritta, può provocare una deviazione nel comportamento.

Di Arditoeufemismo: La scrittura è molto scolastica. In certi punti andrebbe semplificata e andrebbero eliminate perifrasi inutili. La storia però c'è e racchiude in sé, specie nelle righe finali, la superficialità maschile nel seguire l'avventura senza porsi tante domande o farsi tanti scrupoli. Cerca di esprimere gli stessi concetti alleggerendo la prosa.