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Le altre recensioni o commenti Di Marino Maiorino: Gentile Andr60, grazie mille per l'apprezzata recensione. È vero, il termine "sfigato" è più di moda, mi valgano alcune considerazioni linguistiche: 1) sfigato è termine di uso più comune, non so se di origine, settentrionale. Io sono kampano, e per lavoro uso molto, forse troppo, inglese. Probabilmente mi è stato più naturale la traduzione dell'inglese "loser", ma non potrei giurarci. 2) "Vite da sfigati" sarebbe stata l'apoteosi della mia "milanesità": troppo caricaturale per il mio gusto. 3) il termine "perdente" fu scelto come antinomo di "eroe", che ha a che vedere col titolo della raccolta alla quale questo racconto partecipava. In quel contesto, "sfigato" avrebbe generato un racconto comico. Ancora grazie per l'attenzione, spero che gradirà leggere qualche altro racconto qui pubblicato. Cordiali saluti Di Andr60: Un racconto molto piacevole, per come disegna il "fenomeno" mediatico che dà del perdente a tutti, senza rendersi conto di essere un decerebrato. Una sola osservazione: visto il personaggio (e per evitare troppe ripetizioni), avrei usato anche un'altra definizione che questi "fenomeni" usano per definire chi si guadagna da vivere lavorando: sfigati. Di Visitatore: Grazie Ida, considero quel ceffone un complimento! Volevo evidenziare quanto siano falsi i canoni che ci vengono imposti dai media, che propongono una vita da palcoscenico, ma priva di umanità. Oggi, essere umani e sé stessi è la vera vittoria. Di Ida Dainese: Allora, già dalle prime righe mi è venuta voglia di dare uno schiaffone a questo personaggio e di darne uno anche a te che l’hai inventato! Il fatto è che, purtroppo, ne esistono parecchi di questi “trogloditi” in giro, e non è possibile comunicare con tale razza. La tua narrazione è perfetta, infatti ha incrinato la mia calma, la descrizione ironica è allo stesso tempo amaramente vera e mentre il lettore segue il discorso di Ettore non può fare a meno di notare tutta quella serie di altri personaggi, gli eroi invisibili, molto più meritevoli eppure disdegnati e sfortunati. Di Massimo Tivoli: Racconto con due facce: una ironica e una amara/amareggiata per un paese in cui esistono i "Grande Fratello", sì i "Grande Fratello", perché non è solo l'omonima trasmissione a rappresentare una bella fetta del paese ma tante altre sue similarità che si possono sperimentare quotidianamente. Eros Strozzi è uno giusto, ha svoltato, ha infamato e rovinato altre persone, perdenti secondo il suo modo di vedere, eppure non mi spiego perché, terminato il racconto, a me sembra che l'unico perdente sia proprio lui

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