Di Arcangelo Galante: Un'agghiacciante storia che, credo per davvero, possa sconvolgere molto il lettore, dato l'argomento, inaspettatamente violento, a eccezione della parte iniziale, arrivando all'estremo, con una terrificante conclusione, per i protagonisti coinvolti. Impressionante la capacità di reggere la narrazione, senza sbavature, raccontando la violenza e la cattiveria di uomini, sentimenti e gesti concitati. Si dedurrebbe! Uno stile sicuro e lucido, capace di sondare gli abissi e di descrivere, anche, stati d'animo e ghirigori mentali. Sì, veramente grottesco, nel senso di paradossale, inqualificabile, a livello di umana accettazione verso episodi, non sempre così lontani dai fatti di cronaca accaduti in tanti angoli del mondo. Lampante rimane il messaggio, desiderato dall'autore trasmettere, a ogni lettore: la brutalità e la malvagità! Creano danni, generando, spesso, gli stessi atteggiamenti disumani, da parte di altri. L'esasperata aggressività, il piacere di incutere terrore, la voglia di sopraffare le persone e le malvagie intenzioni nei riguardi del prossimo, non hanno nessuna giustificazione, in quanto facenti parte degli aspetti più abbietti che possano mai esistere.

Di Alberto Tivoli: indubbiamente violenza chiama violenza e il racconto esprime molto efficacemente questo concetto. Mi è piaciuta la narrazione dal punto di vista del cane, però devo dire che queste scelte di rado mi convincono, in genere trovo che il PdV venga troppo umanizzato. Certo è che Dante è perfetto come rappresentazione di un certo tipo di persone che subiscono fino a raggiungere il punto di non ritorno. Scrittura scorrevole ed efficace.

Di Ida Dainese: Un racconto terribile eppure affascinante. Non avresti potuto dirlo meglio, che la violenza e la cattiveria fanno solo danni, sempre e dovunque. La tua scrittura è molto bella, perfetto il raccontare dal punto di vista di Dante, passi con scioltezza dal divertente alla descrizione delicata, ai dialoghi, ai fatti terribili. Alla fine non ci si rende conto di aver letto, bensì di esser stati dentro un film.