Di Isabella Galeotti: Ho iniziato a leggerlo per il titolo, poi, dopo poco mi ero già stancata, di leggere tutte quelle descrizioni, anche se perfette, ma solo e sempre descrizioni, senza un azione senza un colpo di scena. Anche se hai seminato, quà e là, dei frammenti di souspence, per il mio modesto parere non mi sono bastati. Io avrei eliminato 5 pagine, e aggiunto qualche colpo di scena e sarebbe diventato un horror migliore.

Di Massimo Tivoli: Vado un po' controcorrente rispetto alla recensione che mi ha preceduto. Io ho trovato l'idea alla base decisamente horror. Dopotutto, da sempre, l'emozione orrorifica si regge su contrasti estremi atti a urtare la sensibilità umana. L'equazione bimbo=cannibale millenario mangia uomini penso proprio che sia una molla giusta, sebbene non originalissima. Mi sono piaciute molto le parti in terza persona al presente delle vittime. Meno gradito, invece, il dettagliato tour di Umberto nel paesino. Come lettore prediligo l'azione e i sentimenti, la psicologia. Di fronte a descrizioni che, sebbene siano magistrali e abbiano la capacità di figurare letteralmente L'ambientazione, presentano dettagli non strettamente funzionali all'azione e alla storia la mia reazione è sempre quella di annoiarmi. Avrei insistito su quello che subiscono le vittime e su quello che fanno i piccoli carnefici piuttosto che sulla geografia del luogo. Bello che il motivo per cui si siano create creature del genere rimanga non svelato, forse un orrore più grande costringe a quella necessità e questo rende più digeribile L'insensibile equazione che ho menzionato a inizio recensione. Nel complesso, un bel racconto, suggestivo. Bravo!

Di Pia: il racconto, inteso come horror, non mi ha entusiasmato molto, ma andando al di là del genere come al solito la lettura è stata molto piacevole. Hai un'ottima capacità descrittiva, sembra di vederli quei posti, i nuri scrostati e ammuffiti, i vetri delle finestre in frantumi, tutto è descritto con dovizia di particolari, anche i suoni. Ho un piccolo appunto: all'inizio parli di "pietre bianche impilate l'una sull'altra", credo che il termine "impilate" voglia dire già l'una sull'altra, può essere che mi sbagli, ma a me sembra una ripetizione