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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Quanti pensieri, tornano alla mente, nel ricordo di chi ha vissuto simili tragedie sulla propria pelle, magari perdendo, oltre agli affetti personali, anche la propria casa, magari costruita con difficoltà e sudore. Sempre, purtroppo, c'è chi specula sulle tragedie altrui, e gli sciacalli non fanno altro che alimentare ulteriori tragedia nella tragedia. Leggendo l'opera, mi sono tornati alla mente episodi avvenuti durante il terremoto dell'Irpinia, nel 1980, quando, alcuni partenopei, parenti miei, hanno vissuto, in prima persona, tale tragico evento. Testo che condivido pienamente. Un caro saluto, Alessandro.
Di Ida Dainese: Una poesia che si eleva senza timore a gridare il dolore di un’umanità colpita prima dall’indifferente scrollata della Natura e poi ferita negli affetti, nelle cose, nella fiducia. Grandi discorsi che si sono rivelati promesse da marinaio, proposte piene di belle parole che nascondono gesta lucrose, gesti vili che rubano e non rispettano le disgrazie. Rimaste da sole, con la sofferenza e la delusione comprese solo da chi le ha provate, le anime abbattute si tendono una mano per rialzarsi insieme, per ricordare e piangere alla luce delle candele, per racimolare brandelli di speranza.
Di Alessandro Borghesi: Grazie per il commento Massimo.
Di Massimo Tivoli: Poesia molto ben congeniata. Ogni "terzina" tocca un aspetto cruciale della vicenda, dalle molte vittime ahimè troppo troppo giovani, agli sciacalli, ai politicanti, al riferimento a L'Aquila che per un attimo ha rivissuto... etc. Il finale è intenso: le candele dedicate alle vittime illuminano la via di chi, per pura fortuna, si e salvato.
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Grazie, e buon lavoro!
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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