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Recensione o commento a: Buriana - (Racconto Narrativa, Medio) - di Matteo Porru:

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Le altre recensioni o commenti
Di Visitatore: Le persone passano ma non lasciano segno. E tu lo descrivi molto bene. Complimenti
Di Arcangelo Galante: Narrativa molto originale, per come è stata impostata. La scorrevolezza è immediata, a tratti un pochino lenta, ma il dialogo continuo tra i vari protagonisti rende la lettura davvero incalzante, stimolando il lettore nel suo prosieguo. Stile particolare per un racconto che descrive momenti di vita di tanti personaggi, sicuramente un po' al di fuori del comune, che "transitano" in un veloce susseguirsi senza peraltro lasciare un segno profondo del loro passaggio, come sottolineato giustamente dall'autore, in risposta al precedente commento. Si respira l'indifferenza dei protagonisti che la emanano nel dipanarsi di uno stato d'animo che, oggigiorno, pare proprio essere una "comune regola". Perlomeno, questa è l'impressione che mi è balzata agli occhi, leggendo la pubblicazione.
Di Matteo Porru: Caro Alberto, ti ringrazio per la tua recensione che ho trovato elegante e costruttiva. Era nel mio interesse rendere "Buriana" una storia con un ritmo narrativo sporadicamente lento perchè, a mio parere, è giusto alternare momenti di frenesia, nei quali l'occhio inevitabilmente "salta" fra le parole, a quelli più calmi e moderati. Era inoltre una mia sfida personale cimentarmi in una narrazione atipica, costituita solamente da dialoghi e monologhi, il cui risultato mi ha soddisfatto, e sono contento che abbia soddisfatto e che sia stato apprezzato. Per rispondere alla tua ultima nota, penso che la scelta di non approfondire determinati personaggi faccia trasparire l'immensa quantità di vite che noi non consideriamo, e delle quali conosciamo frammenti confusi che non riusciamo a mettere in ordine. Questo era, almeno, il messaggio che volevo trasmettere: una massa di persone che passa, senza lasciare un segno.
Ringraziandoti ancora per la tua recensione, ti saluto e ti abbraccio.
Matteo
Di Alberto Tivoli: Mi è piaciuta molto la scelta di raccontare saltando da un punto di vista all'altro dei diversi protagonisti, inoltre, per ognuno di loro, si utilizza una narrazione che alterna o il dialogo con un secondo personaggio o il monologo che, esprimendo delle riflessioni, caratterizza il personaggio di turno e le sue relazioni con gli altri.
Ma proprio per questo, a volte, la narrazione è un po' lenta, considerando anche che le situazioni drammatiche sono "piuttosto" normali (e va bene così, non è che bisogna andare a inventarsi chissà cosa, d'altra parte anche la nostra tragica e umana quotidianità merita di essere raccontata). Inoltre, considerando la struttura e lo stile di narrazione, che non apre sulla vicenda una finestra molto ampia per il lettore (tra l'altro uno dei punti di forza del racconto, che costringe a entrarci dentro), e il numero di personaggi, l'autore rischia di far perdere il proprio lettore, se quest'ultimo non è particolarmente attento.
Quindi una storia toccante che parla di uomini e donne che sono padri e mariti, madri e mogli, nonché amanti, e delle loro relazioni e delle qualità di quest'ultime, positive o negative che siano. Una struttura del testo quasi come una sceneggiatura, che ho trovato interessante e originale.
In una successiva revisione cercherei di mediare tra il formato proposto e una soluzione più classica, comunque da valutare... forse è sufficiente rivedere e rendere più incisivi alcuni passaggi per far uscire di più un paio di personaggi dalla pagina, o meglio, dal monitor






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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