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Vale la pena di essere consapevoli?

(altro filosofia, breve - per tutti)
Tempo di lettura: circa 1 minuto
75 visite dal 09/07/2023, l'ultima: 1 giorno fa.
3 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ donatore 2024 (4 dal 2021)









Descrizione: Considerazioni sulla consapevolezza.

Incipit: La coscienza, o meglio, l'essere coscienti è uno stato dell'Essere. Ho sempre pensato che la razionalità fosse la caratteristica necessaria all'espressione della coscienza. Ovvero ho sempre immaginato che …


Vale la pena di essere consapevoli?
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Recensioni: 3 di visitatori, 4 totali.
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recensore:

user deleted
Recensione o commento # 1, data 16:27:03, 09/07/2023
Se la tua domanda è posta su termini per cui la nostra consapevolezza ci renda in quanto tale speciali o all'apice della catena evolutiva, la risposta è no. Le piante, gli insetti, i batteri ci sovrastano numericamente e mentre loro riuscirebbero benissimo a sopravvivere in nostra assenza noi non possiamo asserire il contrario. In termini evolutivi non siamo pertanto la specie predominante, nemmeno a livello sociale dato che appunto questa stessa consapevolezza di essere dei singoli individui non ci permette e non ci permetterà mai una totale coesione, né come gruppo sociale, né di specie.

Quindi dove ci collochiamo noi?

La nostra individualità unita alla nostra piena consapevolezza di essere appunto tali ci porta però ad un livello di coscienza ancora mai evolutasi ad un simile livello in nessun altro organismo vivente, o almeno non in maniera così caratteristica e non così specifica.

Ciò ci porta appunto alla totale consapevolezza della nostra individualità e tutto ciò che emozionalmente e sentimentalmente questa stessa comprensione comporta e sviluppa nel bene e nel male, o meglio, almeno per ciò che personalmente sono arrivato a comprendere, più che bene e male che sono in realtà solo fattori di valore attribuiti in base ai contesti sociali vigenti e quindi anche generazionali, piuttosto sulle occasioni e nelle probabilità che questa consapevolezza ci apre e quindi ci consente in prospettiva di avere.

Concordo sul fatto che non possiamo essere consapevoli in ogni singolo istante, in ogni singolo momento e stato del nostro essere, come non siamo in fondo e di fatto mai consapevoli di tutte le nostre connessioni e sistemi interni, cioè sul nostro stesso sostentamento biologico non adibito, ma comunque sempre interconnesso alla nostra coscienza biografica (Io).

Pertanto per rispondere alla tua domanda quale tipo di coscienza è insostituibile per la vita o il proliferare di essa? Non certo quella biografica, non certo quella consapevole, ma piuttosto quella cellulare che già di per sé risulta comunque consapevole di essere, ma solo non espressa tramite pensieri, riflessioni e previsioni future, ma solo in azioni dirette sia di natura ad effetto interno che esterno.

Quindi quale è il vero valore della consapevolezza dell'Io in fondo?

Solo appunto una marcata espressione riflessiva momentanea.

Questo ci porta a tutto ciò che siamo, al poter filtrare ulteriormente tutte le nostre azioni, alla previsione, all'occasione e alle probabilità che queste ci danno a nostro modo di evolvere e sopravvivere ulteriormente tramite la nostra unica e sola particolarità più spiccata, la tecnica.

Gli aspetti sentimentali specifici e per questo più complessi sono pertanto poi reazioni chimiche che vengono appunto elaborate anche ad un livello biografico, ma non prettamente e quindi non così necessari in realtà in termini di sopravvivenza e proliferazione della nostra specie,
o almeno non sempre a pieno regime, (per procreare per esempio non serve prettamente, fisiologicamente un concetto di "amore") ed ecco perché la maggior parte del tempo viviamo appunto del tutto o quasi inconsapevolmente gli aspetti o gli eventi che ad ogni modo invece percepiamo ed elaboriamo comunque sempre ad un livello più prettamente inconscio, ma non per questo del tutto o non sempre totalmente consciente e consapevole all'Io.

Se l'Io avesse invece la piena e perpetua consapevolezza di ogni aspetto dal più basico allo specifico del nostro essere biologico interno, probabilmente moriremo e ci estingueremmo pressoché immediatamente, non potendo naturalmente gestire coscientemente e consapevolmente ogni tipo di sistema e processo biologico interno all'unisono, non certo in maniera funzionale emozionale e pratica.

Questo sistema non necessita di riflessione, per essere funzionale ma solo di azione cosciente cellulare, singola e quindi anche sistematica al proprio apparato di appartenenza o funzione corporea.

Il tutto poi agente sotto un unico organismo sia
specifico che generalizzato ma proprio per questo poi altamente complesso nella sua idonea funzionalità.

Ecco il perché delle continue mappature che il corpo nel suo insieme per funzionare deve riuscire a gestire al meglio.

E in questo caso il meglio non è certo la riflessione e la valutazione dell'Io cosciente.

Pertanto la consapevolezza dell'Io in realtà ci è necessaria e indispensabile solo per gli aspetti specifici "esterni" (che poi vanno ovviamente a favore di quelli interni) di previsione, di valutazione e riflessione, per l'acquisto e quindi l'espressione delle capacità tecniche a noi così indispensabili e necessarie alla sopravvivenza.

In mancanza di un Io biografico pertanto non ci saremmo mai potuti evolvere in ciò che siamo.

Non avremmo avuto lo strumento necessario per questo tipo di evoluzione specifica.



recensore:

Recensione o commento # 2, data 13:12:27, 18/10/2023
La consapevolezza sempre e comunque è un freno inibitorio, perderla quando è bene perderla è assolutamente liberatorio… io… se l'avessi persa in certe occasioni adesso starei molto meglio… sarei molto più me stesso!
Jacopo



recensore:

user deleted
Recensione o commento # 3, data 16:03:51, 19/10/2023
Anche gli animali come il cane ad esempio hanno un principio di coscienza superiore al nostro uguale ai gatti, la nostra coscienza ormai al giorno d'oggi dove si trova secondo voi, dall'uomo che è il peggiore in tutti i termini o da un cane? Essendo una donna potrei dire da un cane, noi esseri umani come individui abbiamo molte capacità di ogni genere ed anche lavorativo ecc. non certo per gli animali. Però qui si tratta che la ragione la NATURA ne ha di più dell'uomo, in quanto anche se noi ci moltiplichiamo, la natura si moltiplica anche lei, ma, ma, c'è una cosa molto importante che l'uomo senza natura non può esistere, ed oggi è colpevole quindi non ha coscienza su quello che può compromettersi in futuro. I filosofi hanno espresso molto, ma in definitiva nulla, noi idem ancora adesso ci poniamo delle domande anzi è molto complesso. Però penso che attraverso la natura si può imparare la saggezza, la coscienza, ed il fatto che ripeto al giorno d'oggi nessuno è perfetto, nemmeno io. Comunque la prima recensione che ho letto è definitivamente giusta solo il primo pezzo. Io ad esempio mi chiedo ogni tanto come mai sono arrivata nel 2023 che ci sono ancora e ci saranno ancora guerre, qui la coscienza, come nella storia studiata con i Romani, i Babilonesi ecc. ci sono sempre state guerre, ma la Natura c'era. Non voglio tornare nelle questioni di storia che non c'entra niente, ma Socrate, Platone, Aristotele, Dioniso, Plutarco, Seneca e altri erano filosoficamente ed egregiamente molto più colti che ai giorni nostri, anche nel mondo poetico la coscienza c'era e ci sarà sempre, Leopardi, Carducci, Montale, Quasimodo, molti altri ancora. La poesia il pensiero è filosofico, quindi se leggete anche i miei pensieri oppure di altre persone che si trovano qui in bravi autori hanno dimostrato di conoscenza filosofica. Grazie sono stata fin troppo lunga a scrivere, comunque il primo messaggio lo trovo giustissimo.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ donatore 2024 (4 dal 2021)

risposta dell'autore, data 16:36:59, 21/10/2023
… mi chiedo quale importanza occorra attribuire, quale attenzione o quale valore si debba dare all'essere coscienti ovvero consapevoli di quello che si vive.
Jacopo, la tua osservazione mi colpisce molto più che la puntigliosa analisi di Gabriele. Effettivamente la concezione di un'etica o di una morale alla quale sottoponiamo il giudizio di quello che viviamo è importante e forse giustifica l'attenzione che dobbiamo dare ai momenti consapevoli. Disfarsi di questo vincolo è una scelta legittima se consapevole.
Raffaella, è proprio la consapevolezza che potrebbe servire a considerare importante il modo di vivere la vita seguendo i valori morali che giudichiamo positivi.





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