Descrizione: La dimensione del sogno e un po' di magia da favola per ragazzi accompagnano una "caccia al tesoro", o meglio alla verità nascosta…
incipit: Non avevo neanche girato l'angolo che ho avvertito qualcosa di vagamente sferico sotto al mio piede; subito il mondo è andato sottosopra e per un istante tutto è diventato buio. Per fortuna sono riuscito a evitare una rovinosa caduta afferrando un grosso chiodo da trave che sporgeva da un muro e, quando ho ritrovato l'equilibrio e la lucidità mentale, ai miei occhi s'è presentata una scena terribile: Tamara era stesa per terra priva di sensi!
Descrizione: Era il 4 ottobre nel 1953, nel culmine dell'isteria della Guerra Fredda, Rita Hayworth soggiorna, di passaggio tra le due coste, al Marvelous, a Dodge City, Kansas, alla stanza 203. Il giornale locale ne diede notizia, riportando un fatto singolare.
incipit: A prima vista nulla di diverso da una pietra qualsiasi, di quelle che si trovano tra i solchi di un campo arato, ai bordi di uno stagno o sotto la corrente di un ruscello. Dai contorni levigati, volendo, si può dedurre una lunga permanenza nel letto di un fiume. Ma la storia di questo oggetto così comune, conservato nel museo di Dodge City, invece, è singolare ed è legata a una vicenda curiosa, ormai quasi dimenticata, avvenuta al Marvellous Hotel. O meglio, una concatenazione singolare di fatti…
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Descrizione: Un ex musicista con amici che nessuno vorrebbe e una vita immatura è in cerca di un lavoro, mentre qualcosa di anormale comincia a verificarsi.
incipit: Bip Biiiip. Proprio mentre stavo cercando di mettermi comodo aggiustandomi i cuscini del divano alle natiche e mettendomene un altro per l'appoggio della testa, pregustandomi l'inizio di "Clerks", film che avevo visto varie volte ma che trovavo sempre divertente. So che il rivedere molte volte una stessa cosa è un atteggiamento infantile, ai bimbi piace guardare lo stesso cartone più volte, si sentono sicuri perché sanno già come finirà. Biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip.
Descrizione: L'elevazione e allo stesso tempo lo sprofondamento, di un fantasioso ragazzo americano, in una vita diversa, lontana dal mondo terrestre. Che in qualche modo era già scritta nel suo destino.
incipit: William Haggerty, nato a Seattle nel 1938 era un bambino timido e silenzioso. Il padre, Arthur, lavorava come meccanico in un'officina a Piooner square. La madre Linda invece, nella fabbrica Filson. Tra la quinta e la settima strada di Utah Ave, entrambi per dieci ore al giorno, sei volte la settimana. Per questo durante l'infanzia vedeva molto poco i genitori e la passò quasi esclusivamente con i nonni.
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Descrizione: Un ragazzo, Michele, e l'impredivibilità della vita. Una vita conclusa troppo presto, che lascia sospese domande, ambizioni, sogni. La storia che capita e può capitare a tutti, la storia che ci rende uomini e donne, indifesi contro il destino.
incipit: C'è un momento nella vita di un ragazzo in cui vuole sapere cosa essere, il suo scopo, la sua vocazione, il suo futuro, chi è insomma. Ma quel momento rischia di essere pericoloso. L'unica cosa certa, l'unico pensiero vero sul futuro di un uomo è che egli dovrà morire, ma questo pensiero se pur verissimo, non piace a nessuno. Questo momento nella vita di Michele era arrivato il venticinque maggio, aveva diciannove anni. Era davanti alla scrivania, dopo cena e con la pancia piena, si guardava le …
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Descrizione: È tornata a casa tardi, Carla. La notte è la solita, quella dell'indifferenza, dei ricordi, della solitudine. Ciò che sente in sé è un gran vuoto e lo riempie come può.
incipit: Dietro una clinica odontoiatrica c'è la casa di Carla, ci vive con la madre il padre e la sorella. Dormono tutti, dopotutto è l'una, tranne Carla, è appena rientrata a casa. Cercando di fare il meno rumore possibile, ha chiuso la porta dietro di sé, si è tolta i tacchi e a piedi nudi sul pavimento freddo, si è diretta verso la cucina. È inquieta, gli si legge negli occhi qualcosa. Un chè di silenzioso subdolo…
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Descrizione: . Lo spettro poeta dell'epica orrifica s'è impossessato della mia carne.
incipit: "Qual fu il peccato di Sodoma e Gomorra?", si chiese il poeta seduto sopra la lapide. Prende la penna d'oca mentre pensa a queste parole, non facendo caso al corsetto in pelle che gli stringeva lo stomaco. Il poeta era dell'idea che la fame fosse come un tappo che bloccasse la fantasia, e il digiuno una spinta per creare. Attorcigliando il ventre fa dell'appetito la sua fonte di saggezza e castiga la sua carne in modo da chiedere scusa al lettore per l'ouverture d'inchiostro, regalo del calamaio,
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Descrizione: . Vi devo davvero dire con quale canzone dei Cure in sottofondo dovete leggerla? (Vabbè dai, ve lo dico: è "Lullaby")
incipit: Dal numero 18 di Gyllinghton Street proveniva giornalmente una musica che definire persuadente era ben che più esagerato. Fuori tempo, disastrosa, sentirla faceva pensare ad un gatto miagolare con un osso incastrato in gola. Era, semplicemente, orribile. E banalmente questa situazione non era data da nient'altro che un terribile pianista che provava e riprovava ma la musica sembrava non esser cosa sua. Il povero Anansi non riusciva a calibrare la potenza delle dita che schioccavano sui tasti, e …
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