Tramonto

Alberto è rimasto solo. Ritorna nella sua cittadina siciliana per godersi la pensione, sperando di ritrovare il clima dei suoi tempi passati. Questo non avviene: il tempo ha steso la sua malinconica patina sui suoi ricordi di gioventù, sulle atmosfere e sulle persone di una stagione ormai trascorsa per sempre. Ma ecco che incontra Daniela, la quale lo riconosce e lo abbraccia calorosamente. Ma chi è Daniela? Lui, stranamente, non lo sa o non se lo ricorda; tuttavia scopre subito di stare bene con lei. Poi, quando ritrova il bandolo, si intenerisce e allora esplode dentro il suo cuore l'amore. Ma lei ha sbagiato persona, l'ha scambiato per un altro... Bel racconto, scritto in modo fluido e accurato, che mette in risalto molto bene i risvolti psicologici dei due personaggi, soprattutto quelli di Alberto che rimane un personaggio difficile da dimenticare. La struttura del racconto è impeccabile, con quella bella introduzione che tende a caratterizzare il protagonista e creare tutta l'atmosfera indispensabile per lo sviluppo successivo degli avvenimenti. Il racconto è interessante anche perchè è arricchito da un mistero (il mistero degli incontri) che si dipana con una certa dosata suspance fino alla rivelazione finale.

una serie di eventi casuali che fa riscoprire la voglia di vivere ad Alberto. Un matrimonio fallito non deve significare necessariamente solitudine per il resto della vita, anche in età più matura può esserci il grande amore che ti appaga, vissuto in maniera diversa da come lo si vive in gioventù (Alberto lo dice anche a un certo punto)ma non per questo meno intenso. Forse un po' troppo casuale (vedi il vecchietto tremolante alla fine) ma, anche se il genere non rientra molto nei miei gusti, devo dire che esprime bene il concetto.

Scrittura chiara e quasi sempre corretta (alcuni refusi; numerosissime sviste invece nell'interpunzione, spesso non coerente, soprattutto nell'uso dei puntini di sospensione, di cui l'Autrice tende ad abusare). La vicenda è semplice e lineare, ma (nonostante questo) il senso non è facile da cogliere. È comprensibile che Alberto non faccia troppe domande a Daniela (teme di fare brutta figura); molto meno che Daniela non si renda conto prima dell'equivoco. Di che cosa hanno potuto parlare durante tutta una giornata trascorsa insieme? Lei avrà fatto riferimento a una serie di fatti accaduti durante la loro giovinezza; gli avrà chiesto più volte "ti ricordi?" lui si sarà sentito imbarazzato (di questo imbarazzo però nulla traspare nel racconto); avrà abbozzato una spiegazione (quale?); lei avrà insistito (se conosco abbastanza bene le donne); ad un certo punto, un qualche velo di freddezza si deve essere insinuato fra di loro; invece, nulla di tutto questo. Allo stesso modo, seppure in una prospettiva rovesciata, è difficile capire come Daniela, di punto in bianco, si accorga dell'errore. Che questo possa avvenire guardando le vecchie foto è improbabile. È più facile per Daniela riconoscere le differenze fra l'Alberto di adesso e un altro Alberto di quarant'anni prima che "gli somiglia", oppure rendersi conto che il suo interlocutore non condivide con lei un solo ricordo, una sola esperienza? "Ti ricordi di questo?" - "No" - "e di quello?" - No - "e di quell'altro?" - No" - "Ma insomma..." La situazione poteva essere sfruttata dall'Autrice (descrivendo il disorientamento, l'imbarazzo, oppure spiegando come l'equivoco sia potuto andare avanti così a lungo); ma di fatto non lo è. La sensazione generale del racconto è di una costruzione "a freddo", che fatica a stare in piedi, e nella quale le occasioni narrative (di interazione psicologica) non vengono sfruttate.
A giustificazione di questa...

(aggiungo perché il testo precedente è stato tagliato)
A giustificazione di questa, che potrebbe parere una stroncatura e invece non lo è, riconosco che, nei miei personali tentativi letterari, mi trovo quasi sempre alle prese con difficoltà di questo tipo, e raramente trovo soluzioni migliori di quelle che ci sono in questo racconto. Spero che l'Autrice non me ne voglia se ho detto in tutta sincerità quello che penso. Scrivere non è per niente facile. A mio parere il racconto si potrebbe migliorare di molto, e credo che questa Autrice ne sarebbe perfettamente in grado, se lo volesse (e se stesse più attenta all'interpunzione). Angela, se sono stato troppo cattivo fammelo sapere!

Un racconto che ha il sapore della solitudine, una condizione difficile da sopportare a qualunque età. Nel caso di Alberto, che ha già esperienza di vita, è ancora più difficile perché unita al senso di abbandono da parte dei figli e dalla perdita della moglie che, per quanto brontolona, è pur sempre protagonista di bei ricordi. L’incontro di Daniela in questo frangente è un intermezzo crudele; il desiderio di prolungare quella corrispondenza dolce e piacevole è come una giornata di sole dopo tanta pioggia e quando si rivela solo un equivoco, il senso di perdita diventa ancora più acuto, una luce che rende ora il buio ancora più tetro.