La Ballata dell’Armir
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La Ballata dell’Armir
e ancor più su leviamo i nostri cuori,
perché dalla sacca sono tutti fuori,
dall’inferno fan ritorno i prodi italici.
Viviamo il presente, obliamo l’ieri,
quando l’orrore offuscava le menti,
brindiamo così, senza foschi pensieri,
non siamo più attorniati da serpenti.
Che gioia, tutti tornati, tutti presenti,
ah, il dolce responso del contrappello,
è una festa assister all’Armir carosello,
dall’Alpe in giù ridono pure i salici!
Orsù, alziamo in alto i calici,
e ancor più su leviamo i nostri cuori,
perché dalla sacca sono tutti fuori,
dall’inferno fan ritorno i prodi italici.
Un bambino tira la giacca a un anziano,
“Nonno, perché sono tutti vestiti di stracci?”
“Ehm… sai… oggigiorno va di moda il pastrano,
e poi, faceva freddo nella terra dei ghiacci…
Scaldiamoli con i nostri roventi abbracci!”
“Ma nonno, laggiù, sul Don, vedo torri di fumo!”
“Cuociono la carne, non senti il profumo?”
Vivi bimbo ignaro degli strazi biblici!
Orsù, alziamo in alto i calici,
e ancor più su leviamo i nostri cuori,
perché dalla sacca sono tutti fuori,
dall’inferno fan ritorno i prodi italici.
Un milite getta il fucile in una fossa:
grida “Mai più!” Il cuore forte gli batte.
Altri centomila replicano la savia mossa,
nell’aere l’acre clangore di metallo che sbatte,
ma non come quando l’uomo con la spada combatte:
questo è il suono della guerra che fugge lontano.
Un monito riecheggia nel cielo italiano:
serbate memoria dei trascorsi atavici!
Orsù, alziamo in alto i calici,
e ancor più su leviamo i nostri cuori:
è finito il tempo degli atroci languori,
dall’inferno son tornati i prodi italici.[*][*]
- Fausto Scatoli
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non gradisco più di tanto lo stile, questo è vero, però posso dire che si fa leggere volentieri.
non sono un esperto di poesia, classica o moderna che sia, ma apprezzo le rime
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Commento a La Ballata dell’Armir
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La poesia ha, già esplicata nel titolo, la forma della ballata, della canzone, con tanto di ritornello che suona quasi sarcastico, considerando come andarono veramente le cose.
Niente da dire, è un buon lavoro, denuncia padronanza della tecnica poetica e conoscenza dell'argomento.
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Un paio di cadute di stile e linguaggio nella seconda strofa (“Ehm… sai…", "Cuociono la carne, non senti il profumo?"), un metro non rigoroso...
Infine, il "ritornello" (anche questo fa tanto fascista). C'è, è evidente, separalo dalle strofe!
Ciò detto, il voto va al mio gradimento per il componimento, ben consapevole che le tue idee sono di ben altra natura e le tue qualità da scrittore assai più meritevoli. Da questo punto di vista, apprezzo lo sforzo, ma il voto non si dà allo sforzo.
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Re: Commento
Grazie Fausto per il commento e in particolare per aver apprezzato il messaggio del componimento.Fausto Scatoli ha scritto: ↑02/01/2022, 21:45 considero bellissimo il messaggio della composizione e ti ringrazio.
non gradisco più di tanto lo stile, questo è vero, però posso dire che si fa leggere volentieri.
non sono un esperto di poesia, classica o moderna che sia, ma apprezzo le rime
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Re: Commento a La Ballata dell’Armir
Grazie Eleonora per il commento!Eleonora2 ha scritto: ↑03/01/2022, 10:24 Il linguaggio è adeguato al tempo in cui è calata la Ballata, che è, appunto, per me, una ballata. Ambientazione, lingua e testo sembrano scritti allora. Mi piacerebbe leggere altre poesie. Originale la scelta dell'argomento che non incontra il mio gusto. La spedizione in Russia è stata un suicidio fisico e politico, sulla pelle degli altri. A rileggerti.
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Re: Commento
Già, purtroppo siamo maestri nello smarrire per strada i ricordi delle tragedie passate. E insieme alla memoria, perdiamo la lucidità di giudicare in modo oggettivo la realtà presente. Grazie Andr60 per aver commentato il mio componimento.Andr60 ha scritto: ↑03/01/2022, 11:23 Conservare la memoria delle tragedie è sempre utilissimo, soprattutto in un tempo come questo che invita all'oblio. E quando l'élite al comando, in USA e UE, si nutre di russofobia, è sempre utilissimo rimarcare la fine che fa chi va in guerra in inverno con gli stivali di cartone.
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Re: Commento
Grazie Lele84 per il commento, sono contento che la strofa che hai citato ti sia piaciuta particolarmente!Lele84 ha scritto: ↑03/01/2022, 20:47 “Ci torneremo a baita?” Dicevano centomila gavette di ghiaccio…. È come rientrare in quel dramma! L’ultima strofa mi piace veramente molto, in particolare quando dici “è il suono della guerra che fugge lontano” in collegamento ai soldati che gettano finalmente le armi… deve essere stato proprio così a quel tempo… ci si può immaginare la scena !
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Re: Commento
Grazie Egidio per il commento, in particolare per aver compreso l'autenticità dei sentimenti che mi hanno ispirato nello scrivere questo componimento.Egidio ha scritto: ↑05/01/2022, 14:41 Esordisco scrivendo che non è questo il mio genere preferito. Comunque, devo ammettere che è una Ballata ben impostata e meglio risolta. Il linguaggio ottocentesco non è retorica: è vivo e sincero. Concordo con chi in precedenza ha osservato che i temi di fondo sono la guerra, paragonata all'inferno, e il patriottismo.
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Re: Commento
Grazie Lucia per il bel commento!Lucia De Falco ha scritto: ↑06/01/2022, 9:36 Anche per me vale li stesso discorso. Non è il mio genere preferito, ma è ben scritta. Trasuda patriottismo e comunque affronta il tema della guerra, che è sempre attuale. Il ritmo è veloce, incalzante, grazie alle rime, che sono sicuramente state ben studiate dall'autore.
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Re: Commento
Grazie Roberto per il generoso commento.Roberto Bonfanti ha scritto: ↑09/01/2022, 23:21 Una pagina nerissima della nostra storia, la dissoluzione dell'Armir e l'odissea del ritorno per i superstiti, una specie di "si salvi chi può", altro che epopea bellica.
La poesia ha, già esplicata nel titolo, la forma della ballata, della canzone, con tanto di ritornello che suona quasi sarcastico, considerando come andarono veramente le cose.
Niente da dire, è un buon lavoro, denuncia padronanza della tecnica poetica e conoscenza dell'argomento.
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Re: Commento
Ciao Marino,Marino Maiorino ha scritto: ↑13/01/2022, 12:22 Non mi scende, mi spiace. Usa lo stesso identico stile, la stessa metrica, le stesse parole usate per andare in guerra per celebrarne la fine. Sembra una "marcetta di pace". In un certo senso, pare voler dire: la gente crede sia finita, ma noi siamo esattamente gli stessi che eravamo prima; prima abbiamo deciso in un modo e ora, visto che era una gran corbelleria, celebriamo l'esserci tirati indietro. Tutto molto "italico".
Un paio di cadute di stile e linguaggio nella seconda strofa (“Ehm… sai…", "Cuociono la carne, non senti il profumo?"), un metro non rigoroso...
Infine, il "ritornello" (anche questo fa tanto fascista). C'è, è evidente, separalo dalle strofe!
Ciò detto, il voto va al mio gradimento per il componimento, ben consapevole che le tue idee sono di ben altra natura e le tue qualità da scrittore assai più meritevoli. Da questo punto di vista, apprezzo lo sforzo, ma il voto non si dà allo sforzo.
nelle mie intenzioni coloro che vengono acclamati al ritorno in Italia sono i centomila di Bedeschi, quei soldati italiani cioè che purtroppo sono stati fagocitati dall'inferno della campagna di Russia. Quanto sarebbe stato bello se quei centomila avessero potuto rispondere "presente!" al contrappello al ritorno in Italia... Quando ho pubblicato il brano ero consapevole di non aver esplicitato in modo inequivocabile questo aspetto (d'altronde i componimenti poetici di per sé si prestano poco a essere interpretati in modo univoco), e che quindi il tutto potesse suonare, potenzialmente, retorico. Spero che una volta chiarito questa aspetto il tuo giudizio possa migliorare un po', quantomeno per i veri intenti che stanno alla base della poesia.
Sì, in quella strofa c'è una caduta di stile, quanto mi sono scervellato, vanamente, per trovare un metro migliore! Alla fine ho fatto prevalere la sostanza sull'estetica, ci tenevo a inserire l'immagine di un anziano che nasconde a un bambino la realtà delle cose.
Ero indeciso se separare o meno il ritornello dalle strofe, alla fine ho preferito non farlo per far cogliere di più la rima fra l'ultimo verso di ogni strofa e il primo verso del ritornello.
Grazie infine per la sincerità nel commentare il componimento.
- Cristiano Vaccarella
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- Domenico Gigante
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Re: Commento
Ciao FraFree,FraFree ha scritto: ↑21/02/2022, 19:45 Una ballata che parla di fatti storici, tecnicamente ben strutturata, ma che non ha fatto breccia nelle mie corde. Sarà per il fatto che io e la rima siamo agli opposti... Secondo me, le rime tolgono incisività ai brani. Riesco a contemplarle solo nelle filastrocche. Ma, ripeto, si tratta solo del mio gusto.
Fra
condivido l'opinione che le rime non costituiscono necessariamente un valore aggiunto in un componimento poetico e che talvolta possono anche appesantirlo, nel caso specifico però si tratta di una ballata, che prevede una ben specifica metrica caratterizzata da rime alternate.
Grazie per aver letto e commentato il mio brano!
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Re: COMMENTO
Grazie Cristiano per il voto ma anche e soprattutto per il generoso commento!Cristiano Vaccarella ha scritto: ↑21/02/2022, 21:37 Sto cercando di immaginare questa poesia con una base musicale adatta: potrebbe diventare un vero e proprio canto patriottico (se non un autentico inno). Non è mai facile trattare queste tematiche: anche se avvenuta ormai quasi ottant'anni fa, il ricordo di questa tragedia è sempre molto vivo e scottante. Veramente un bellissimo lavoro! Do il massimo, 5.
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Re: Commento
Ciao Piramide, grazie per aver letto e commentato il mio brano, sono contento che ti sia piaciuto!Piramide ha scritto: ↑23/02/2022, 19:49 Vedo che la poesia ha collezionato ogni genere di voto e probabilmente la vasta gamma di giudizi è dovuta al fatto che sicuramente non si tratta di una poesia semplice. Nella sua complessità, seguendo il discorso, emerge un componimento degno di nota, avente di sfondo la guerra e con marcati tratti di patriottismo. Anche il ritmo è notevole, in particolare apprezzo l’alternanza e la varietà delle rime e l’alta “poeticità” del “ritornello”. A me è piaciuta. Voto 4
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Re: Commento
Ciao Domenico, condivido i tuoi ragionamenti, purtroppo 'la storia insegna che la storia non insegna nulla' (A. Manzoni, cit.).Domenico Gigante ha scritto: ↑26/02/2022, 17:12 Strano leggere proprio oggi del Don, mentre si sta combattendo sul Dnepr. Triste è vedere che i tuoi soldati dell'Armir non sono riusciti ad insegnarci nulla. Il messaggio è molto bello e, come per il racconto "Il glorioso e tragico sacrificio dei combattenti di Isbuscenskji", privo di retorica. Complimenti!
Grazie di ritenere i miei brani privi di retorica, si tratta di un bellissimo complimento.
GrandPrix d'inverno 2023/2024 - Terrazze d'aprile - e le altre poesie
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Giudizio Ardito - A.D. - Apocalypse Day
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Gara d'estate 2023 - La passe - e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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Carosello
antologia di opere ispirate dal concetto di Carosello e per ricordare il 40° anniversario della sua chiusura
Nel 1977 andava in onda l'ultima puntata del popolare spettacolo televisivo serale seguito da adulti e bambini. Carosello era una sorta di contenitore pubblicitario, dove cartoni animati e pupazzetti vari facevano da allegro contorno ai prodotti da reclamizzare. Dato che questo programma andava in onda di sera, Carosello rappresentò per molti bambini il segnale di "stop alle attività quotidiane". Infatti si diffuse presto la formula "E dopo il Carosello, tutti a nanna".
Per il 40° anniversario della sua chiusura, agli autori abbiamo chiesto opere di genere libero che tenessero conto della semplicità che ha caratterizzato Carosello nei vent'anni durante i quali è andato felicemente in onda. I dodici autori qui pubblicati hanno partecipato alle selezioni del concorso e sono stati selezionati per questo progetto letterario. Le loro opere sono degni omaggi ai nostri ricordi (un po' sbiaditi e in bianco e nero) di un modo di stare in famiglia ormai dimenticato.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Giorgio Leone, Enrico Teodorani, Cristina Giuntini, Maria Rosaria Spirito, Francesco Zanni Bertelli, Serena Barsottelli, Alberto Tivoli, Laura Traverso, Enrico Arlandini, Francesca Rosaria Riso, Giovanni Teresi, Angela Catalini.
Vedi ANTEPRIMA (357,78 KB scaricato 114 volte).
B.A.L.I.A.
Buona Alternativa alla Lunga e Illogica Anzianità
Siamo nel 2106. BALIA accudisce gli uomini con una logica precisa e spietata, in un mondo da lei plasmato in cui le persone nascono e crescono in un contesto utopico di spensieratezza e di bel vivere. BALIA decide sul controllo delle nascite e sulle misure sanitarie da adottare per mantenere azzerato l'incremento demografico e allungare inverosimilmente la vita di coloro che ha più a cuore: gli anziani.
Esiste tuttavia una fetta di Umanità che rifiuta questa utopia, in quanto la ritiene una distopia grave e pericolosa.
BALIA ha nascosto il Passato ai suoi Assistiti, ma qualcuno di questi ha conservato i propri ricordi in un diario e decide di trascriverli in una rischiosa autobiografia. Potranno, questi ricordi, ripristinare negli Assistiti quell'orgoglio di vivere ormai sopito? E a che prezzo?
Di Ida Dainese e Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (765,72 KB scaricato 67 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
La Paura fa 90
90 racconti da 666 parole
Questo libro è una raccolta dei migliori testi che hanno partecipato alla selezione per l'antologia La Paura fa 90. Ci sono 90 racconti da non più di 666 parole. A chiudere l'antologia c'è un bellissimo racconto del maestro dell'horror Danilo Arona. Leggete questa antologia con cautela e a piccole dosi, perché altrimenti correte il rischio di avere terribili incubi!
A cura di Alessandro Napolitano e Massimo Baglione.
Contiene opere di: Maria Arca, Pia Barletta, Ariase Barretta, Cristiana Bartolini, Eva Bassa, Maria Cristina Biasoli, Patrizia Birtolo, Andrea Borla, Michele Campagna, Massimiliano Campo, Claudio Candia, Carmine Cantile, Riccardo Carli Ballola, Matteo Carriero, Polissena Cerolini, Tommaso Chimenti, Leonardo Colombi, Alessandro M. Colombo, Lorenzo Coltellacci, Lorenzo Crescentini, Igor De Amicis, Diego Di Dio, Angela Di Salvo, Stefano di Stasio, Bruno Elpis, Valeria Esposito, Dante Esti, Greta Fantini, Emilio Floretto Sergi, Caterina Franciosi, Mario Frigerio, Riccardo Fumagalli, Franco Fusè, Matteo Gambaro, Roberto Gatto, Gianluca Gendusa, Giorgia Rebecca Gironi, Vincenza Giubilei, Emiliano Gotelli, Fabio Granella, Mauro Gualtieri, Roberto Guarnieri, Giuseppe Guerrini, Joshi Spawnbrød, Margherita Lamatrice, Igor Lampis, Tania Maffei, Giuseppe Mallozzi, Stefano Mallus, Matteo Mancini, Claudia Mancosu, Azzurra Mangani, Andrea Marà, Manuela Mariani, Lorenzo Marone, Marco Marulli, Miriam Mastrovito, Elisa Matteini, Raffaella Munno, Alessandro Napolitano, Roberto Napolitano, Giuseppe Novellino, Sergio Oricci, Amigdala Pala, Alex Panigada, Federico Pergolini, Maria Lidia Petrulli, Daniele Picciuti, Sonia Piras, Gian Filippo Pizzo, Lorenzo Pompeo, Massimiliano Prandini, Marco Ricciardi, Tiziana Ritacco, Angelo Rosselli, Filippo Santaniello, Gianluca Santini, Emma Saponaro, Francesco Scardone, Giacomo Scotti, Ser Stefano, Antonella Spennacchio, Ilaria Spes, Antonietta Terzano, Angela Maria Tiberi, Anna Toro, Alberto Tristano, Giuseppe Troccoli, Cosimo Vitiello, Alain Voudì, Danilo Arona.