The Slow Fire
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The Slow Fire
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Re: Commento
Ciao Francesco, grazie mille del commento!Francesco Pino ha scritto: ↑04/01/2023, 14:28 C'è della stoffa e si vede, secondo me devi lavorare di più sulla ricerca dei termini e sulla capacità comunicativa del testo. Dalle tue poesie ho l'impressione che scrivi principalmente per te stessa, ma se pubblichi devi anche pensare un po' al plurale.
Prendiamo la prima strofa: lento-vento-risentimento; osservando il mondo... il gioco delle rime libere ti è venuto bene, ma cosa sono le spiagge del vento?
Lo stesso vale grossomodo per le altre due strofe: una lettura che mi lascia in bilico tra il "non male" e il "che vuol dire?"
Voto 3, a rileggerti!
Probabilmente quando l'ho scritta mi sono lasciata troppo trasportare dall'impulso, ogni strofa descrive un momento della mia pandemia. Forse la mia ossessione per Rimbaud e Burroghs si è fatta troppo sentire, non che io voglia paragonarmi a questi due giganti. Questa è stata essenzialmente una prova, mi sono appena iscritta sul sito e mi era stato consigliato di partecipare quindi mi sono buttata. Rivedrò sicuramente di renderle più accessibili anche se non voglio far perdere un po' del mistero. È la prima volta che le mie poesie escono fuori dai miei quaderni/note.
Grazie ancora.
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Sono d'accordo con Francesco. Hai una buona inventiva nella creazione di ossimori e in generale di altre figure retoriche che conferiscono al testo un'indubbia connotazione poetica. Ce ne sono alcune parecchio originali e oserei dire innovative. Per le rime stessa cosa.
Tuttavia risulta un po' difficoltoso seguire "un filo", una direzione, una trama, capire cosa stai descrivendo o raccontando, una situazione, un'ambientazione, un contesto.
Sono sicuro che se riuscirai a dare alla poesia "un'ossatura tematica" e continuerai a "condirla" con i termini originali che ti contraddistinguono ne usciranno dei pezzi notevoli.
Anche per me è un 3 - ma con ottime prospettive
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Re: commento
Intervengo raramente nei commenti, ma in questo caso mi sentivo di dover appoggiare questa linea.Laura Traverso ha scritto: ↑10/01/2023, 19:06Intanto il titolo in inglese lo avrei evitato. "Il fuoco lento" sarebbe stato più appropriato, secondo me, (tieni conto, però, che ciò è solo un mio gusto personale: non amo gli inglesismi inutili). A rileggerci volentieri, ciao
Concordo sull'inutilità dell'uso dell'inglese, specialmente in questi casi così belli e delicati come le poesie.
È così bello l'italiano! Teniamocelo stretto fieramente!
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Re: commento
Io, invece, vorrei spezzare una lancia in favore della scelta dell'inglese per il titolo. Per quel poco che ho potuto leggere di Emma mi sembra chiaro che si tratta di una precisa scelta stilistica e di un'indiscutibile adesione a un modello culturale. D'altra parte l'immagine del profilo dedicata a Patti Smith lascia poco all'interpretazione. Può non piacere - e questo è lecito - ma non è solo un vezzo o una moda; al contrario mi sembra una consapevole scelta estetica.Laura Traverso ha scritto: ↑10/01/2023, 19:06 Buongiorno Emma, ho letto più volte la tua poesia che ho trovato ben scritta, ma secondo me poco comprensibile nel suo significato. Intanto il titolo in inglese lo avrei evitato. "Il fuoco lento" sarebbe stato più appropriato, secondo me, (tieni conto, però, che ciò è solo un mio gusto personale: non amo gli inglesismi inutili). A rileggerci volentieri, ciao
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Re: The Slow Fire
Dopo di che trovo che il titolo dia una nota "pop" al componimento, considerando anche la tematica, IN QUESTO CASO quindi va a vantaggio del pezzo e non contro, come sostiene Domenico.
Il tutto a mio modestissimo parere.
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Re: The Slow Fire
Io stesso amo i titoli in inglese (specialmente nella Fantascienza, ne danno prova molti titoli di miei libri e racconti), ma per le poesie la vedo molto diversamente.
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Ci sono immagini vive e spunti di riflessione importanti, quindi per me buonissima davvero. Il succo dell'odio animato ci ha reso degli strani marinai.
Buona gara.
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Re: The Slow Fire
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Re: commento
Grazie mille Giovanni! Felice di averti dato delle belle emozioni con il mio testo.Giovanni p ha scritto: ↑12/01/2023, 16:42 Titolo a parte, non aggiungo argomenti dato che sono già state spese molte parole, ho votato col massimo dei voti una poesia che mi ha fatto stare bene.
Ci sono immagini vive e spunti di riflessione importanti, quindi per me buonissima davvero. Il succo dell'odio animato ci ha reso degli strani marinai.
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Vedere passare, e vederci passare, vedere i segni del tempo, interni ed esterni propri ad una nostra e solo nostra, personale esistenza, ad una propria individualità. A fuoco lento.
Renderci conto che tutto cambia senza mai veramente poter esistenzialmente però cambiare nulla, non possiamo essere diversi da ciò che siamo, non possiamo trasmettere qualcosa di diverso da quella che è la nostra natura, provata, vissuta e infine compresa. A fuoco lento.
Nove mesi di formazione per vedere la prima luce, il primo fuoco la prima scintilla, il primo contatto umano da individui singoli, il primo coscienziale essere, e tutto il resto del nostro tempo, del nostro spazio vitale a bruciare o bruciato così, a fuoco lento, o con una vampata prematura. La tua poesia è come l'esistenza, di difficile comprensione, non lineare, mutevole, incasinata, astratta nella sua realtà soggettiva ed oggettiva di essere di sentirti come tutti, a tuo modo, bruciare lentamente.
Bel titolo. Voto 4.
BReVI AUTORI - volume 2
collana antologica multigenere di racconti brevi
BReVI AUTORI è una collana di libri multigenere, ad ampio spettro letterario. I quasi cento brevi racconti pubblicati in ogni volume sono suddivisi usando il seguente schema ternario:
Fantascienza + Fantasy + Horror
Noir + Drammatico + Psicologico
Rosa + Erotico + Narrativa generale
La brevità va a pari passo con la modernità, basti pensare all'estrema sintesi dei messaggini telefonici o a quelli usati in internet da talune piattaforme sociali per l'interazione tra utenti. La pubblicità stessa ha fatto della brevità la sua arma più vincente, tentando (e spesso riuscendo) in pochi attimi di convincerci, di emozionarci e di farci sognare.
Ma gli estremismi non ci piacciono. Il nostro concetto di brevità è un po' più elastico di un SMS o di un aforisma: è un racconto scritto con cura in appena 2500 battute (sì, spazi inclusi).
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Ida Dainese, Daniele Missiroli, Fausto Scatoli, Angela Di Salvo, Francesco Gallina, Thomas M. Pitt, Milena Contini, Massimo Tivoli, Franca Scapellato, Vittorio Del Ponte, Enrico Teodorani, Umberto Pasqui, Selene Barblan, Antonella Jacoli, Renzo Maltoni, Giuseppe Gallato, Mirta D, Fabio Maltese, Francesca Paolucci, Marco Bertoli, Maria Rosaria Del Ciello, Alberto Tivoli, Debora Aprile, Giorgio Leone, Luca Valmont, Letteria Tomasello, Alberto Marcolli, Annamaria Vernuccio, Juri Zanin, Linda Fantoni, Federico Casadei, Giovanna Evangelista, Maria Elena Lorefice, Alessandro Faustini, Marilina Daniele, Francesco Zanni Bertelli, Annarita Petrino, Roberto Paradiso, Alessandro Dalla Lana, Laura Traverso, Antonio Mattera, Iunio Marcello Clementi, Federick Nowir, Sandra Ludovici.
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Déjà vu - il rivissuto mancato
antologia poetica di AA.VV.
Talvolta, a causa di dinamiche non sempre esplicabili, uno strano meccanismo nella nostra mente ci illude di aver già assistito a una scena che, in realtà, la si sta vivendo solo ora. Il dèjà vu diventa così una fotocopia mentale di quell'attimo, un incontro del pensiero con se stesso.
Chi non ha mai pensato (o realmente vissuto) un'istantanea della propria vita, gli stessi gesti e le stesse parole senza rimanerne perplesso e affascinato? Chi non lo ha mai rievocato come un sogno o, perché no, come un incubo a occhi aperti?
Ventitrè autori si sono cimentati nel descrivere le loro idee di déjà vu in chiave poetica.
A cura di Francesco Zanni Bertelli.
Contiene opere di: Alberto Barina, Angela Catalini, Enrico Arlandini, Enrico Teodorani, Fausto Scatoli, Federico Caruso, Francesca Rosaria Riso, Francesca Gabriel, Francesca Paolucci, Gabriella Pison, Gianluigi Redaelli, Giovanni Teresi, Giuseppe Patti, Ida Dainese, Laura Usai, Massimo Baglione, Massimo Tivoli, Pasquale Aversano, Patrizia Benetti, Pietro Antonio Sanzeri, Silvia Ovis, Umberto Pasqui, Francesco Zanni Bertelli.
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Un passo indietro
Il titolo di questo libro vuole sintetizzare ciò che spesso la Natura è costretta a fare quando utilizza il suo strumento primario: la Selezione naturale. Non sempre, infatti, "evoluzione" è sinonimo di "passo avanti", talvolta occorre rendersi conto che fare un passettino indietro consentirà in futuro di ottenere migliori risultati. Un passo indietro, in sostanza, per compierne uno più grande in avanti.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
GrandPrix d'inverno 2023/2024 - Terrazze d'aprile - e le altre poesie
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 54 - Sotto il cielo d'agosto
A cura di Giorgio Leone.
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Gara d'Autunno 2018 - Lettera a Giovanni, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione e Laura Ruggeri.
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