Perché viaggiare nello spazio?

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Roberto Di Lauro
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Perché viaggiare nello spazio?

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Tra scienza, fantascienza e … fantasia.
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A. D. 2969
Dalla stazione lunare internazionale, si vedono alzarsi in volo le navicelle per il viaggio giornaliero verso la Terra, mentre altre ritornano verso la Luna. Nella sala partenze/arrivi, una voce metallica, in un linguaggio creato dalla fusione tra il Cinese e il Linguaggio Unico Occidentale, chiama i nomi dell'equipaggio per il volo verso Urano.
Mentre c'è bagarre per i voli, nella saletta "Fior di Venere", riservata ai graduati della Federazione Astrale, due giovani ufficiali, appena nominati piloti, si ritrovano a parlare del loro futuro, in attesa dell'imbarco verso la Terra.
– Allora Giuseppe, ti sei sistemato nel nuovo alloggio della stazione spaziale orbitante terrestre?
– Non mi posso lamentare. Ho un salone con vista sul Sole, con uno schermo dotato di un filtro scuro talmente potente da far sembrare mezzanotte anche quando è mezzogiorno.
Antonio comincia a ridere in modo grasso e quasi scomposto, ma vedendo l'amico incupirsi, si ricompone e gli porge un bicchierino di rum.
– Suvvia bevici su. Non tutti hanno la fortuna di avere un salone con vista sul Sole.
Giuseppe, da bravo beone, sta allo scherzo, beve il suo alcolico e rilancia con una domanda.
– Dimmi un po', l'hai più vista quella dell'ufficio riparazioni spaziali? Era tanto carina, come si chiamava?
– Non ricordo. Lasciamo stare. Piuttosto guarda quella famiglia. Lui è un pilota appena arruolato per i voli intra sistema solare. La moglie è in lacrime, quasi non lo lascia partire. Il bimbo si è attaccato alle gambe del padre, così forte che sembra gli stia rompendo la tuta spaziale. Sinceramente tutte quelle lacrime dei familiari, per un lavoro di qualche settimana, mi sembrano eccessive.
Intanto, nei corridoi della stazione spaziale aumenta il transito della gente. S'intravedono anche droni umanoidi, alcuni dalle sembianze umane femminili, accompagnare nel ruolo di badanti i loro datori di lavoro.
Nella saletta riservata entrano alcuni ufficiali. Si dirigono verso il distributore di bevande, per prendere una bibita a base di menta terrestre e ghiaccio marziano. Un altro ufficiale, più anziano, diretto sulla Terra, si siede vicino ai due giovani ufficiali. Senza arrecare disturbo, comincia a seguire la diretta, su un palmare da 10", del tg globale terrestre.
Giuseppe chiede ad Antonio – qualche giorno fa, ti stavi facendo una domanda: perché viaggiare nello spazio? Sei arrivato a una risposta?
Antonio, schiarendosi le idee, inizia un discorso. – Dunque, ho studiato tutto quello che c'era da studiare; ho superato esami medici e psicologici; ho partecipato all'esercitazione sui satelliti di Giove per sei mesi e senza un giorno di riposo. Ho fatto tutto questo per la passione per il volo spaziale. Non mi è mai interessato il denaro. Anzi, per tutte le spese sostenute, ho dato fondo ai miei risparmi. Eppure, nonostante tutta la passione profusa per arrivare a questo momento, al passaggio nella flotta astrale, spesso mi chiedo: perché viaggiare nello spazio?
– Ma stai cambiando idea sul tuo lavoro? – chiede Giuseppe, un po' dubbioso.
– Non proprio, è solo voglia di comprendere meglio il mio futuro ambiente lavorativo.
Giuseppe, volendo capire meglio la visione del suo collega, insiste: – questo tuo ragionamento sembrerebbe indirizzato a un ripensamento del tuo lavoro. Forse durante gli studi e le esercitazioni non hai focalizzato bene l'ambiente lavorativo?
L'ufficiale, avendo seguito la discussione, rivolgendosi ad Antonio, gli dice con tono calmo e pacato: – Dopo una scelta fatta per passione è difronte a un dilemma filosofico? Viaggiare o non viaggiare? Se posso dare il mio parere, credo lei stia attraversando la fase iniziale, cioè l'inizio di una carriera è sempre così; all'inizio ci si lascia travolgere dalla passione ma poi si fanno i conti con fatti veri. Ed è lì che si vede il carattere della persona e quello che vuole fare veramente.
– Grazie dell'intervento. Mi presento: sono Antonio, neo pilota della flotta astrale terrestre. Lui è il mio secondo, Giuseppe.
– Piacere mio signori. Io mi chiamo Franz, anch'io sono un ufficiale della flotta astrale terrestre, ma prossimo alla pensione. Allora, mi dica, tra le materie studiate per arrivare lì dov'è, ha saltato la filosofia? Dice scherzoso Franz.
– No, non mi sono dimenticato di studiare la filosofia. Ho studiato come non ho mai fatto in vita mia, ma effettivamente, è stata la passione per il volo nel buio cosmico a darmi la spinta decisiva. Già durante gli studi, mi veniva in mente la domanda sul perché viaggiare nello spazio. Una risposta, che mi sono riuscito a dare, è che si tratti di un qualcosa legato ad una nostra caratteristica che ci portiamo dentro, come se una parte di noi sapesse di non essere terrestre e vedesse nei voli interstellari un modo di tornare verso la vera Casa. Un'altra risposta, può essere la curiosità di andare in giro per il sistema solare, e se migliorano la tecnologia, volendo anche oltre. Invece, quando vedo gli altri piloti, mi viene spontaneo da pensare: lo fanno per i soldi? La carriera? E le loro famiglie, come farebbero se partissero per i lunghi viaggi?
Poi, c'è un altro aspetto da considerare, che si riallaccia alla mia domanda. E cioè, perché tra una scoperta scientifica e il suo pieno sviluppo a volte passano secoli?
Franz, pur non comprendendo appieno il collegamento tra le due cose, abbozza una risposta – Le posso dire che quando uno scienziato scopre qualcosa di fenomenale, prima che la massa della gente possa essere in linea con la scoperta, possono passare secoli. È un fatto normale.
Antonio, cercando di spiegarsi meglio, gli replica. – Se sono un pilota di navi spaziali, e c'è una scoperta che mi può essere utile, voglio sia sviluppata subito. Non voglio aspettare secoli per vederla sviluppata. Per cui il collegamento con la mia domanda è: perché viaggiare nello spazio, facendo tanti sacrifici, se poi ti trovi difronte al tuo ambiente lavorativo dove ci trovi tecnici, burocrati, alti ufficiali che non velocizzano lo sviluppo di scoperte scientifiche utili? Mi sono spiegato?
– Beh, diciamo di sì, anche se ci sono molte cose da considerare. Ma in ogni caso, il solo fatto che quella scoperta le possa servire, e in tempi rapidi, è un problema suo. La scienza ha i suoi tempi. Nei secoli passati, le scoperte scientifiche, e il loro sviluppo, erano messe a disposizione prima ai militari e poi ai civili. Questa è la nostra storia. Poi, sappiamo come è andata; terminata la grande guerra del ventiduesimo secolo, oggi viviamo, e da secoli, in un periodo di pace. Non c'è necessità di essere i primi contro un nemico. Viviamo tranquillamente, e con lentezza, il nostro mondo. – dice Franz ammantando un'aurea di sapienza.
Approfittando di questa discussione, Franz, essendo anche esperto di reclutamento e addestramento piloti, chiede ad Antonio. – Non vorrei essere invadente, tutto sommato ci conosciamo da qualche minuto, vorrei chiederle, qual è stato il momento più brutto della sua preparazione?
– Non si preoccupi. Alla mia privacy ci tengo, ma dato che facciamo parte entrambi della Federazione Astrale, da parte mia non ci sono problemi a parlarne. Il lato brutto della preparazione è stato il clima da caserma, stile XX secolo, trovato in una base sulla Terra, e anche sul satellite Ganimede. Per uno spirito libero come me, vivere quell'intruppamento è stato pesante. Se non fosse stato per la mia passione per i voli spaziali, non avrei retto fino in fondo.
– Bene. E per quanto riguarda lei ufficiale Giuseppe, ha avuto problemi a diventare un pilota astrale?
– A dire il vero, a parte alcune prove di resistenza nel volo orbitale intorno a Giove con effetto fionda verso l'orbita di Saturno, dove ho avuto alcuni disturbi, giusto qualche piccolo problema di salute, l'addestramento tutto sommato si è concluso con la mia ammissione alla Federazione Astrale come pilota di seconda fascia.
– Bene. Grazie delle risposte. Era solo curiosità personale. Giusto per capire chi saranno i futuri piloti della Federazione Astrale, dato che io sono alla fine. Sono felice per voi. – dice Franz.
Giuseppe, riprende il discorso con Antonio. – Il discorso sul perché viaggiare nello spazio è interessante, ma il mio punto di vista è meno filosofico. Mi chiedo, come si fa a volere la politica dei voli interstellari con la tecnologia di cui disponiamo? Voglio dire, tutti noi piloti abbiamo la passione per il volo spaziale, perché senza quella volare nello spazio diventa una punizione, una condanna. Però, il punto è: se la nostra nave più veloce può raggiungere la velocità massima di 10.000 Km/s, come si fa a programmare un viaggio interastrale, pur breve, verso Alfa Centauri?
– Effettivamente è un azzardo – conferma Antonio – la distanza tra noi e Alfa centauri è di quasi 4, 4 anni luce. Viaggiando a 10.000 Km/s ci si arriva in 131 anni terrestri. Tra andata e ritorno, per i viaggiatori, passa poco più di un quarto di secolo, se tutto è andato bene. E i familiari rimasti sulla Terra?
– Ottima osservazione – dice Franz, che introduce un altro aspetto al discorso – All'inizio ho viaggiato con voli all'interno del sistema solare. Cose piccole, ma non prive di rischio. Per motivi personali, sono arrivato al punto di far viaggiare, sulle navicelle a me destinate, i droni umanoidi da me programmati. È comodo usarli. La Federazione Astrale mi ha approvato il progetto, ed ho iniziato subito con il pilotaggio indiretto. Me ne sto a casa comodamente con mia moglie, e seguo il volo dal computer.
– Non sono d'accordo – interviene Antonio. – Quella dei droni umanoidi l'avevo sentita, ma preferisco pensare ci sia un umano a guidare nello spazio. Non voglio pensare a errori di programmazione tali da creare problemi alla navigazione. Le ricordo che, nei voli da e per la Terra, ci sono migliaia di viaggiatori, ogni giorno. E per l'interstellare, se qualcosa va storto, avremo una nave astrale alla deriva?
– Guardi che i problemi si possono avere anche con gli umani alla guida delle navi astrali. Se proprio fosse necessaria la guida umana, i droni umanoidi potrebbero far parte dell'equipaggio. Che male c'è? E poi, non ha fiducia nella programmazione informatica? Le ricordo che sono ormai mille anni che si vive e lavora con computer e algoritmi. – reagisce un po' bruscamente Franz.
– Sarò anche più giovane di lei, ma la storia l'ho studiata. Come quando un'intera flotta di aerei militari, a guida computerizzata, fu distrutta da un errore di programmazione, dando la vittoria a un paese in guerra che, senza quell'insperato aiuto, non avrebbe mai vinto. Poi si scoprì il sabotaggio di un informatico malandrino, che cambiò il segno da più a meno in una linea del codice informatico, alterandolo e con esiti catastrofici.
– Ma è accaduto 943 anni fa! Si aggiorni! Non esistono più casi del genere da secoli. – risponde Franz con tono alterato e visibilmente contrariato.
– Sarà come dice lei, ma la storia è la storia. Si impara sempre a leggerla tutta, e non prendendo solo quel che si vuole. – risponde Antonio.

Intanto, dall'altoparlante una voce metallica avvisa che mancano 15 minuti all'imbarco per il viaggio di ritorno verso la Terra.
Franz si alza un attimo, esce per salutare alcuni ufficiali che stazionavano fuori la saletta.
Antonio si rivolge a Giuseppe – L'altro ieri il comandante della flotta astrale terrestre mi ha parlato dello svolgimento della nostra carriera. Ci daranno in gestione una navicella con motore esponenziale di seconda generazione. È un motore nuovo, appena uscito dalla produzione.
– Accidenti! Avevo sentito di un nuovo motore in gestazione. Ma addirittura un motore esponenziale di seconda generazione! – esclama sorpreso Giuseppe.
– Per una questione di sicurezza, si procederà a una fase di rodaggio, ma già dal prossimo mese, se tutto va bene, inizierà per noi l'interstellare.
– L'interstellare!?! – esclama stupito Giuseppe.
– Cosa c'è? Ti vedo un po' pallido, Giuseppe. Non ti piace l'idea di volare nel buio cosmico? – Sinceramente ho un ripensamento – dice Giuseppe – con tutti i discorsi fatti sui lunghi viaggi e sulle nostre tecnologie non proprio adatte, la notizia mi sconvolge non poco.
Rientra Franz, si siede vicino ai due ufficiali e nota subito un pallore al viso di Giuseppe. – Cosa succede? Qualche brutta notizia?
– Si! Ho riferito a Giuseppe la nostra destinazione. Viaggi interstellari!
– Capisco! Io non ho mai viaggiato per l'interstellare, e per quanto ho potuto, nelle sedi opportune, mi sono sempre opposto a far viaggiare gli umani sulle lunghe distanze.
– Capisco lo sconforto di Giuseppe. Circa la destinazione dell'interstellare, sono sorpreso anche io. Speravamo nei voli intra sistema solare. Spero ci concedano un ripensamento, o una diversa destinazione. – dice Antonio con un'espressione del viso alquanto preoccupata.
Un altro ufficiale, sedutosi poco prima vicino Franz, s'introduce nella discussione.
– Ero qui vicino ed ho ascoltato qualcosa circa dei ripensamenti. Cos'è, la crisi del primo giorno?
– Stavamo discutendo sul nostro avvenire, e qualcosa non ci torna. – dice Antonio.
– E precisamente cosa è che non torna? L'universo lo conoscete. Le leggi della fisica anche. Una volta diventati piloti, quali ripensamenti vorreste avere. Imbarcatevi! Siate produttivi per la vostra patria.
Franz presenta il suo amico ufficiale ai due amici. – Vi presento Marc. Generale della flotta astrale, con base sul pianeta Marte.
– Capisco, Generale, ma per quanto riguarda me stavo rimuginando sul mio prossimo ambiente lavorativo. Per Giuseppe, invece, non è chiaro come conciliare i viaggi interstellari con la tecnologia attuale delle nostre navi stellari.
Il Generale Marc lancia uno sguardo sprezzante ai due ufficiali, come farebbe un'aquila incazzata con due pulcini paurosi, prima di stritolarli. Lui, vincitore di molte prove di resistenza nei voli all'interno del sistema solare. Lui, il migliore addestratore di piloti della sua generazione. Lui, rappresentante della Federazione Astrale terrestre presso tutte le organizzazioni governative e non. E ora era lì, a cercare di convincere, due pulcini, della bontà della loro scelta.
Giuseppe ripresosi dal pallore, chiarisce – per quanto riguarda me, come già detto, non riesco a capire la politica dei viaggi interstellari. I tempi di viaggio vanno oltre la nostra vita, e ancora non hanno perfezionato l'ibernazione. Non si parla nemmeno di ospitare le nostre eventuali famiglie, per stare in loro compagnia, nei lunghi viaggi sulle navi spaziali. A me sembra, ci sia qualcuno nella Federazione desideroso di sperimentare sulla salute dei piloti umani gli effetti dei lunghi viaggi. Lo sappiamo tutti quel che ci fanno prima di partire nello spazio. Controlli ematici, del DNA, e di tutto ciò che può essere utile per la ricerca scientifica. Volenti o nolenti dobbiamo sottostare al protocollo medico/scientifico. Si è perso il romanticismo dei voli spaziali. E io e Antonio, saremmo i primi in assoluto in questa avventura?! A me non va di essere una cavia spaziale.
– Ufficiale! – dice il Generale Marc con tono crescente, e mettendosi dinanzi a lui, gli urla – mi sta dicendo che lascia la Federazione Astrale?!
– Diciamo che ho un ripensamento, ma non sulla mia passione per i voli, ma per tutto il resto, soprattutto per quella strana parola, niente affatto scientifica, che è la "politica". – risponde Giuseppe.
Il Generale, messosi a sedere, abbassa il tono di voce, e con fare più moderato approccia un discorso cordiale – Voi due, giovani ufficiali, siete stati addestrati al volo spaziale. Durante l'addestramento non vi abbiamo fatto mancare nulla. Vi abbiamo dato la compagnia delle ninfomani della base orbitante del pianeta Nettuno. Vi siete divertiti? Bravi. Poi, siete riusciti a superare tutti i test per diventare piloti. Bravi. E ora, voi DOVETE essere al nostro servizio. Non vi dovete rifiutare di eseguire gli ordini. La parola ripensamento non esiste per voi. Intesi!
– Con tutto il rispetto Generale, ma questo discorso non mi convince. Sarà che mi considero una persona libera, ma lo scambio che mi chiede non lo capisco. Devo rischiare la mia vita per cosa? Ma se non abbiamo ancora i sistemi d'ibernazione funzionanti, a che serve spedire nello spazio piloti umani per viaggi che vanno oltre la loro vita? Io rinuncio! – dice Giuseppe visibilmente rattristato dalla piega di quella discussione e dalle possibili successive ripercussioni.
– Lei è un pivello! Un buon a nulla! – ringhia inferocito il Generale Marc, perdendo letteralmente le staffe, e sbraitando ancora più forte gli si lancia contro, a stento trattenuto da Franz. – La sua rinuncia se la può ficcare nel …… A noi servono piloti per l'interastrale. Se rinuncia, gliela farò pagare cara, finché vivrà!
Franz cerca di portare pace tra i due Si calmi Generale! Non si agiti, stiamo solo ragionando.
E allontanandosi un attimo con il Generale, in un angolo della saletta, gli riferisce che entrambi i piloti sono stati appena nominati, sono due spiriti liberi e non sono neanche i migliori del loro corso d'addestramento. Per cui, se due come loro avessero un ripensamento, ce ne sarebbero molti altri nella lista d'attesa.
Il Generale, in un momento di lucidità, spiega – Non c'entra la lista d'attesa dei piloti. È il principio che è sbagliato. Se si permette a questi pulcini impauriti di scappare al primo ripensamento, i progetti della Federazione Astrale che fine faranno? Nell'ultima sessione, abbiamo nominato 100 piloti, di cui la metà per l'interstellare. Non importa chi è il primo o l'ultimo. Per l'interstellare vanno bene tutti.
– Generale, ma a proposito di questi voli interstellari, in Federazione avete preso in esame la mia proposta di usare i droni umanoidi?
– Ufficiale Franz, i droni umanoidi viaggiano e viaggeranno nel sistema solare. Punto. Per l'interstellare ci sono altri progetti. E quei due vanno messi in riga, giusto ?!? – conclude il Generale, ricominciando a urlare, contro i due giovani ufficiali, frasi sconclusionate e dando una pietosa immagine del suo alto ruolo.
Visto il furore del Generale e il suo rifiuto a stare calmo, Franz e Antonio si mettono a protezione di Giuseppe dagli scatti d'ira del Generale, sempre più agitato. Accorre anche il personale della stazione spaziale, allertato da alcuni passanti rimasti impressionati dalle urla provenienti dalla saletta. Accompagnano il Generale in un'altra saletta. Giuseppe ripresosi dopo la sfuriata, prova a calmarsi, a far passare l'agitazione di quel momento.
Dopo un po', a clima rasserenato nella saletta "Fior di Venere", Giuseppe insieme ad Antonio, prese le valigie, si avviano con Franz nei corridoi della stazione spaziale.
Dall'altoparlante della stazione spaziale, vengono chiamati i passeggeri per l'imbarco per la Terra.
Bene signori, dopo questa bella discussione, ognuno di noi, penso abbia chiarito, con sé stesso, quale sarà il suo futuro. Il mio è il pensionamento. Ma il vostro …?
– Per quanto mi riguarda – chiarisce Giuseppe – rivedrò la mia partecipazione alla Federazione Astrale. Come cavia per l'interastrale ci mandassero quel pazzo di Generale. Io ho molto da fare sulla Terra.
– È stata una bella e chiarissima discussione, anche se col botto finale. Mi mancava un discorso vivace con un Generale. Mi ha schiarito le idee su come funziona realmente l'ambiente nella Federazione Astrale. Certamente rivedrò anche io la mia carriera. – chiude il discorso Antonio.
I tre entrano nell'hangar della base dove c'è lo sportello per l'imbarco. Si mettono in fila per i controlli di rito. Entrano nella navicella e ritornano sulla loro amata Terra.
Ultima modifica di Roberto Di Lauro il 27/07/2023, 21:05, modificato 6 volte in totale.
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Marino Maiorino
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Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Ciao Roberto,

ho letto il tuo brano e l'ho lasciato decantare un po' nella testa.
Stai migliorando rapidamente (l'intro non è male, trasporta subito ed efficacemente nell'atmosfera del racconto), e ora siamo alle rifiniture.
Nella tua narrativa osservo un dialogo costante: i tuoi personaggi sono l'occasione per esprimere i tuoi pensieri, il che conduce spesso a rimandi "telefonati" tra i personaggi. Purtroppo, si nota ancora, e sarebbe forse meglio fondere queste anime appena diverse in una sola.
Antonio e Giuseppe (nomi "in un linguaggio creato dalla fusione tra il Cinese e il Linguaggio Unico Occidentale"...) esprimono sfumature di opinioni, sfumature che sono tipiche di UNA persona che riflette tra sé e sé se sia meglio la cravatta a righe o a puntini, ma che ha già deciso di indossare una cravatta. Un antagonista è altro, un antagonista è il generale, e devi osare metterti al confronto con l'opposto, non col simile.
Anche perché sono i tuoi personaggi, che ne soffrono: l'espressione di un punto di vista unico, fisso (tra parentesi, nemmeno cambiano mai opinione) toglie "spessore" ai personaggi, sembrano fogli di carta che, appena osservi da un altro punto di vista, scompaiono. Unisci questi personaggi in uno e, col dubbio, gli darai pensiero, personalità, vita, spessore. Come si comportano i tuoi personaggi alle prese col dubbio? Cosa pensano?
Inoltre, questi dialoghi sono filosofici, in maniera scostante. Per carità, tutti i dialoghi hanno alcunché di filosofico, ma il dialogo deve uscire dalle loro bocche, non dalla tua di scrittore. Sono loro, col loro vissuto che parlano, non tu che immagini la scena. Tu la scena la devi solo descrivere, non immaginare e poi scrivere. Finisci nel 2969 e vedi due neo-ufficiali della Flotta Astrale. Davvero parlano così? Come l'Antonio e Giuseppe (non ricordo i nomi, ora) amici della cittadina di mare che assistevano ai comizi elettorali nel tuo racconto di qualche gare più indietro?
Infine, i dettagli: è "Flotta Astrale"? "stellare"? "spaziale"? Deciditi!
O anche "ufficiale Giuseppe"... O il linguaggio è diventato molto familiare, nel 2969, e allora tanta forma nei dialoghi la devi assolutamente bruciare, o devi attenerti a ciò che il lettore si aspetta: "ufficiale Di Lauro"!
Infine, una nota stonata sul versante scientifico: la guida dei droni in remoto. Se la luce viaggia a 300'000 km/s, come si guida un'astronave anche solo a Marte (distanza media 20 minuti/luce)? In caso di emergenza, il pilota sulla Terra vedrebbe l'approssimarsi di un pericolo quando l'astronave sarebbe già in pezzi (a meno di non tirare in ballo una tecnologia tipo quella sub-spaziale di Star-Trek, ma allora dillo brevemente ma chiaramente).
Ad ogni modo, sempre meglio. Un saluto!
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Re: Perché viaggiare nello spazio?

Messaggio da leggere da Roberto Di Lauro »

Grazie del commento e della valutazione.

Per quanto riguarda il lato scientifico stonato, la guida dei droni in remoto … mi sono immaginato:
- intorno ad ogni pianeta, tranne Mercurio e Plutone, ci sono stazioni orbitali con il compito di seguire le immagini delle navi spaziali in transito nel sistema solare, e di spedirle ad una velocità superiore a quella della luce verso la Terra, in modo che sia possibile seguire istantaneamente tutto ciò che accade. La forza per spedire le immagini sarebbe più forte nella stazione orbitale più lontana dalla Terra e decrescerebbe man mano che ci si avvicina alla Terra.
Oltre l'invio delle immagini, le stazioni orbitanti avrebbero il ruolo di porto per l'attracco delle navi spaziali, ed anche di comunicazione con il drone alla guida, per rilevare in tempo utile anomalie. Ovviamente, anche le informazioni tra stazione orbitante e nave spaziale sarebbero spedite verso la Terra con una velocità superiore a quella della luce.

Essendo un racconto breve, eventuali spiegazioni tecniche, vere o di fantasia, avrebbero potuto pesare sulla storia, per cui non le ho messe. Comunque, la posso sempre aggiungere adattandola al dialogo, e sperando che il testo rimanga scorrevole.

Poi, per quanto riguarda i personaggi. Il mio racconto lo considero una bozza per un futuro libro misto tra scienza, fantascienza e fantasia. Sicuramente, terrò conto dei tuoi consigli su come gestire i personaggi. Il lavoro non è facile, per problemi a conciliare un po' di impegni.
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Re: Perché viaggiare nello spazio?

Messaggio da leggere da Marino Maiorino »

Il sistema che immagini ha tutto il senso del mondo (immaginario), ma c'è un abisso tra il solo immaginarlo senza nemmeno accennarne e la spiegazione che hai dato ora.
Potrà sembrare incredibile, ma un solo mezzo paragrafo del tipo:
"Da quando erano state scoperte le onde tachioniche"...
nel posto giusto, risolve tutto. Niente spiegazioni, niente paragrafi lunghi o dettagli. Solo qualcosa che il lettore di fantascienza può immaginare.
A quel punto, però, va bilanciato con quanto dici a proposito del lasciare i parenti a casa: io non so se non conduce alla follia il poter comunicare con parenti (e affetti) che invecchiano e muoiono in pochi mesi mentre si va verso le stelle (in effetti, questo mi sembra un bellissimo soggetto per un racconto breve di fantascienza).

Un saluto
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Messaggio da leggere da Passworld »

"Se la luce viaggia a 300'000 km/s, come si guida un'astronave anche solo a Marte (distanza media 20 minuti/luce)? In caso di emergenza, il pilota sulla Terra… "

Non si può guidare un' astronave alla velocità della luce in un sistema stellare!
È proibito dalle leggi della circolazione galattica e dal buon senso.
Detto questo amichevolmente, a me il racconto è piaciuto abbastanza.Secondo me l'autore dovrebbe rivederlo alla luce delle critiche invero un po' severe dei commentatori.
Roberto Di Lauro
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Roberto Di Lauro »

Passworld ha scritto: 16/07/2023, 11:11 "Se la luce viaggia a 300'000 km/s, come si guida un'astronave anche solo a Marte (distanza media 20 minuti/luce)? In caso di emergenza, il pilota sulla Terra… "

Non si può guidare un' astronave alla velocità della luce in un sistema stellare!
È proibito dalle leggi della circolazione galattica e dal buon senso.
Detto questo amichevolmente, a me il racconto è piaciuto abbastanza.Secondo me l'autore dovrebbe rivederlo alla luce delle critiche invero un po' severe dei commentatori.
Nel mio racconto non c'è scritto da nessuna parte la nave stellare viaggia alla velocità della luce.
La nave più veloce arriva alla velocità massima di 10.000 Km/s. Cioè 1/30 di quella della luce.

Il caso si è creato quando ho scritto che la nave stellare potrebbe essere guidata dai droni da remoto, con il pilota umano sulla Terra. Essendoci un ritardo temporale tra ciò che accade durante la navigazione e ciò che si vede sullo schermo sulla Terra, allora c'è stata questa critica. Proverò a modificare qualcosa, ma resta sempre un racconto, come dice l'incipit: Tra scienza, fantascienza e … fantasia.
L'importante per me è che sia un racconto divertente (la fantasia non guasta mai).
Comunque grazie per il commento. Per quanto riguarda la valutazione, ho lasciato modificabile il voto, in caso si voglia cambiare idea.
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Ciao, Roberto.
Il racconto è didascalico fin dal titolo col punto di domanda, il quale lascia intendere come l'autore si ponga e ponga al lettore il fatidico interrogativo.
In realtà il racconto non esamina poi in modo minuzioso i pro e i contro e la scelta pare dettata da ragioni sentimentali nel finale.
Ma procediamo con ordine.
Nel periodo iniziale ripeti la parola volo ben tre volte, ogni tanto utilizza sinonimi. Il termine volo in sé poi, non è che sia proprio errato adoperato ai viaggi extra atmosferici, ma certo volare è associato al librarsi nell'aria, quindi a mio avviso il termine volo andrebbe adoperato con parsimonia.
L'uso delle virgole è un po' maldestro in tutto il racconto.
"Talmente potente, da far..." perché una pausa là in mezzo?
"Giuseppe, chiede ad Antonio – qualche giorno fa," La virgola dopo Giuseppe è un erroraccio. Mai separare il soggetto dal suo predicato.
"Tyler, presenta il suo amico ufficiale ai due amici." Anche qui commetti il medesimo errore: dopo Tyler non va la virgola.
"– Capisco Generale, ma per quanto riguarda me, " qui invece la virgola manca dopo capisco. Generale è un vocativo.
"Il Generale Joe, lancia uno sguardo sprezzante ai due ufficiali, " Anche qui il soggetto e il predicato sono separati.
Numerose le ripetizioni di termini e concetti, come ambiente lavorativo, ripensamenti, voli e così via.
A un certo punto cambi anche tempi verbali e viri al passato.
Basta rileggere con attenzione.
La struttura del racconto è piuttosto semplice, una voce narrante impersonale come il PdV e lunghe sequenze dialogiche.
Il racconto è appesantito anche da una certa schematicità psicologica dei personaggi. I due giovani ufficiali si comportano come degli adolescenti viziati, mentre gli ufficiali anziani come degli insegnanti petulanti e spocchiosi. Inoltre, nonostante il chiaro intento non riesci a innescare un vero dibattito sul tema viaggi umani sì o no, e non riesci ad approfondire le tematiche inerenti come mi sarei aspettato. Il tutto si riduce all'ancestrale e molto italico tengo famiglia. Quello dei viaggi interstellari è secondo me un punto di partenza fuorviante per affrontare l'argomento. Sono decenni invece che si dibatte sulla necessità o meno di mandare uomini nello spazio, e mi pare che la faccenda sia stata ormai risolta. L'esplorazione del Sistema Solare è stata fatta ed è oggi compiuta da macchine sempre più complesse. Lo stesso avverrà in futuro. L'uomo nello spazio non può vivere. L'esperienza della ISS è stata un punto di volta al riguardo. Tra meno di dieci anni, pensionata la ISS (o precipitata) la presenza umana fuori dalla Terra sarà ancora più sporadica, occasionale, limitata di adesso. A parte il mantenimento in vita, con energia, aria, rifornimenti alimentari e smaltimento rifiuti, ciò che più pesa, insieme alla mancanza di peso, è l'assorbimento di radiazioni da parte dei corpi umani. Si possono consultare i report medici della NASA al riguardo sugli equipaggi della ISS. Senza atmosfera e pur ancora all'interno della magnetosfera terrestre l'accumulo di radiazioni nel volo orbitale è fortemente pericoloso se prolungato oltre l'anno.
Figuriamoci nei viaggi interplanetari, per non dire di quelli interstellari dove gli equipaggi non sarebbero riparati neanche dall'eliosfera, preda di raggi X e gamma.
Abbiamo una sola casa, pensiamo a tenerla bene, non esistono alternative.
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Roberto Di Lauro
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Roberto Di Lauro »

Grazie del commento e della segnalazione degli errori. Mi erano sfuggiti.

Che non si possa vivere nello spazio lo so.
Che ci siano problemi a creare una società "spaziale" che nel weekend se ne vada a zonzo nel sistema solare, è ancora presto anche solo parlarne.
La Fantasia almeno lasciamola libera.
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Alberto Marcolli
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commento : Perché viaggiare nello spazio?

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Oggi sono in vena di novità. Ho deciso di commentare un racconto di fantascienza, anche se questo genere mi provoca spesso delle spiacevoli difficoltà. In questo caso mi ha reso più facile ingoiare la pillola quel “e … fantasia.”, speriamo!
I miei commenti sono spesso impietosi e me ne scuso se a volte risulto antipatico, ma in uno dei miei precedenti semi-lavori ne ho distrutte di pie illusioni che ormai ci ho fatto il callo.
Parto dalla prima frase.
“Dalla stazione lunare internazionale, si vedono alzarsi in volo le navicelle per il viaggio giornaliero verso la Terra, mentre altre ritornano verso la Luna. Nella sala partenze/arrivi, una voce metallica, in un linguaggio creato dalla fusione tra il Cinese e il Linguaggio Unico Occidentale, chiama i nomi dell'equipaggio per il volo verso Urano.”
Mi permetto di proporre all’autore la seguente riscrittura, giusto a titolo di esempio, al fine di dare più fluidità al testo (secondo me ovviamente)
“Dalla stazione lunare internazionale decollano di continuo le navicelle dirette alla Terra e altre ritornano verso la Luna. Nella sala partenze/arrivi, una voce metallica chiama l’equipaggio per il volo verso Urano, utilizzando l’idioma nato dalla fusione tra il Cinese e il Linguaggio Unico Occidentale.”
Secondo esempio
“– Non mi posso lamentare. Ho un salone con vista sul Sole, con uno schermo dotato di un filtro scuro talmente potente da far sembrare mezzanotte anche quando è mezzogiorno.”
“– Non mi posso lamentare. Il salone con vista sul Sole ha lo schermo con un filtro talmente potente che sembra mezzanotte anche a mezzogiorno.”
Commento da incompetente: sulla stazione spaziale orbitante terrestre esiste mezzanotte e mezzogiorno? Già, dimenticavo, che quel “e … fantasia.” forse spiega tutto. Forse.
- per la passione per il volo… tutta la passione… passione - passione
Mi fermo qui. Non vorrei rischiare di essere esageratamente antipatico.
Una cosa la posso dire, sempre a mio parere, lo stile è veramente verboso. Sfrondare, asciugate e tagliare senza esitazione.
Ultima cosa: nel 2969 ci saranno ancora i soldi? E quindi le Banche, le Finanziarie, le Assicurazioni, le rapine, gli speculatori, i figli di p… ecc. ecc.? Ammesso che l’uomo sopravviva fin lì, esisteranno ancora queste cose? Immagino le filiali delle banche su Marte, sui satelliti di Giove, Saturno ecc. – che tristezza!
Voto 3
Ultima modifica di Alberto Marcolli il 22/08/2023, 15:52, modificato 1 volta in totale.
Roberto Di Lauro
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Re: commento : Perché viaggiare nello spazio?

Messaggio da leggere da Roberto Di Lauro »

Alberto Marcolli ha scritto: 22/08/2023, 14:13
Ultima cosa: nel 2969 ci saranno ancora i soldi? E quindi le Banche, le Finanziarie, le Assicurazioni, le rapine, gli speculatori, i figli di p… ecc. ecc.? Ammesso che l'uomo sopravviva fin lì, esisteranno ancora queste cose? Immagino le filiali delle banche su Marte, sui satelliti di Giove, Saturno ecc. – che tristezza!
Voto 3
Grazie del commento e dei consigli.
Circa il cambiamento di alcune parti, come descritte nel commento come anche l'opera di asciugatura del testo troppo verboso, lo farò se il mio testo rientrerà tra quelli pubblicabili. (In questo periodo, caldo a parte, sto già pensando al prossimo testo, e non sarà di fantascienza).
Questo testo l'ho voluto provare, cioè ho voluto creare un qualcosa che mettesse d'accordo scienza, fantascienza e fantasia, senza essere troppo pesante.
Circa l'anno 2969, sono i mille anni dalla mia nascita!
A parte ciò, secondo il mio modesto parere, tra mille anni sarà tutto uguale o quasi ad oggi.
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Messaggio da leggere da Merceds Cortani »

Il racconto è molto particolare. Il fatto che sia un racconto fantascientifico costruito tutto su dialoghi lo rende interessante oltre che straniante. Secondo me però la costruzione dei dialoghi andrebbe migliorata. C’è bisogno di sviluppare meglio “l’orecchio”, non so se mi spiego. Ecco è un po’ goffo mentre tentata fare gli “spiegoni” sulle tecnologie fantascientifiche. Faccio un esempio pratico. L’autore scrive:
– Allora Giuseppe, ti sei sistemato nel nuovo alloggio della stazione spaziale orbitante terrestre?
– Non mi posso lamentare. Ho un salone con vista sul Sole, con uno schermo dotato di un filtro scuro talmente potente da far sembrare mezzanotte anche quando è mezzogiorno.

Il dialogo è macchinoso, gli “spiegoni” vanno camuffati un po’ meglio per essere un dialogo credibile. Io avrei fatto tipo:
– Allora Giuseppe, ti sei sistemato nel nuovo alloggio?
– Sì stupendo. Non mi posso lamentare.
-Ma dov’ che stavi, ai nuovi appartamenti lunari?
-No, no, quelli erano troppo cari. Ho preso un appartamentino alla stazione spaziale orbitante terrestre. Allo stesso prezzo mi sono fatto trilocale con salone vista Sole.
-Ma ce lo hai il filtro?
-Sì, certo, schermo con filtro scuro e tutto il resto… considera che fa sembrare mezzanotte anche quando è mezzogiorno.

In altri casi i dialoghi sembrano troppo costruiti, lontani dal parlato:
Giuseppe ripresosi dal pallore, chiarisce – per quanto riguarda me, come già detto, non riesco a capire la politica dei viaggi interstellari. I tempi di viaggio vanno oltre la nostra vita, e ancora non hanno perfezionato l'ibernazione. Non si parla nemmeno di ospitare le nostre eventuali famiglie, per stare in loro compagnia, nei lunghi viaggi sulle navi spaziali. A me sembra, ci sia qualcuno nella Federazione desideroso di sperimentare sulla salute dei piloti umani gli effetti dei lunghi viaggi. Lo sappiamo tutti quel che ci fanno prima di partire nello spazio. Controlli ematici, del DNA, e di tutto ciò che può essere utile per la ricerca scientifica. Volenti o nolenti dobbiamo sottostare al protocollo medico/scientifico. Si è perso il romanticismo dei voli spaziali. E io e Antonio, saremmo i primi in assoluto in questa avventura?! A me non va di essere una cavia spaziale.
– Ufficiale! – dice il Generale Marc con tono crescente, e mettendosi dinanzi a lui, gli urla – mi sta dicendo che lascia la Federazione Astrale?!

Cioè il personaggio è incaxxato, dovrebbe parlare più così:
Giuseppe ripresosi dal pallore, chiarisce – senta, come già detto, io la politica dei viaggi interstellari proprio non la capisco. I tempi di viaggio vanno oltre la nostra vita, non si parla ancora di ibernazione, non ci fate portare dietro la famiglia, ma non è che ora la Federazione prende e ci usa come cavie per vedere sei lunghi viaggi sono dannosi per la salute?! Ma stiamo scherzando?! Che ce li fate a fare tutti quei controlli del sangue se poi….
– Ufficiale! – urla il Generale Marc - mi sta dicendo che lascia la Federazione Astrale?!

Secondo me se tutto il racconto fosse riscritto con questi accorgimenti ne sarebbe di molto potenziato. Cmq nel complesso l’ho trovato interessante. Si lascia leggere!
Roberto Di Lauro
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Re: Commento

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Merceds Cortani ha scritto: 03/09/2023, 19:53 Secondo me se tutto il racconto fosse riscritto con questi accorgimenti ne sarebbe di molto potenziato. Cmq nel complesso l'ho trovato interessante. Si lascia leggere!
Grazie per il commento e la valutazione.
Non credo di avere il tempo di riscrivere tutto il racconto come mi hai consigliato di fare.
Userò quei consigli per il prossimo brano, anche questo pieno di dialoghi. (Non sarà di fantascienza).
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