Un grande albero spoglio

[Edoardo Giachino]

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voce:

(nessuna voce opzionale)

Un grande albero spoglio mi abbracciava la schiena con la sua corteccia e con i suoi rami

In uno sfondo di sangue

Ed era la mia matrigna, la regina degli scacchi

Aprendo per un istante gli occhi alla notte di stelle artificiali

Ho sentito il Male che toglie vita, quello che io amo, a cui so bene che dovrei resistere

Ma una volta ceduta ogni mia volontà al demonio

Richiudendo gli occhi come farebbe un bambino coccolato da dolcezze femminili

Ho visto che al di là di esso, come per lieto fine, rappresentato come due figure nere

In una cornice colorata di sfumature d’affetto rosse e azzurre,

Vi è l’amore genitoriale che mi ha concepito, i fiori del male.

E al mio risveglio uno splendido paesaggio di soli

E un’incantevole brezza notturna sulle mie nobiltà.

Musica: Lil peep, beat it

[Alessandro Mazzi]

Un testo cupo dalle sfumature molto "dark", con citazione a là Baudelaire de "i fiori del male". Non è tanto il significato a lasciarmi scettico, quanto invece la struttura del testo.
Ho avuto modo di leggere diversi componimenti in questa gara e devo ammettere che per alcuni, la definizione di poesia è un po' fuori luogo. Qui non vedo nessuna regola metrica riconducibile al componimento poetico; definirei lo scritto, un raccontino in prosa.
Preciso che questo è il mio semplice punto di vista, non una ceitica all'autore o al testo in sé.