Ritenta, sarai più fortunato
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Ritenta, sarai più fortunato
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Descrittivamente ben fatto, manca forse di espressività se non attraverso il lessico usato.
La tentazione è sempre in agguato e Luca ci casca ma questa volta vince.
È questo finale che trovo un po' scontato anche se lo capisco nel quadro del racconto in fondo "buonista" il che, in quest'epoca, non fa certo male!
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Re: Ritenta, sarai più fortunato
Per quanto riguarda il finale, invece, a cosa ti riferisci con finale un po' scontato a sfondo buonista? Te lo chiedo perché ho il timore di aver fatto un finale ambiguo, chiaro solo nella mia testa...
Luca vince, è vero, ma è una non-vittoria; vince anche la sua dipendenza a dispetto di quelli che potrebbero essere i suoi buoni propositi (andare in vacanza, pagare le bollette, restituire i soldi a Giulio). Non gioca per vincere ma gioca per giocare, e butterà tutti i soldi della vincita nuovamente nella slot, in un circolo senza fine. Questo passaggio finale è chiaro o emerge un lieto fine in cui Luca userà i soldi della vincita per realizzare uno dei suoi buoni propositi (o ancor peggio, quello più "buonista" di restituire i soldi all'amico)?
Grazie ancora, Matteo!
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Su alcuni punti, però, qualche sbavatura di altra natura c'è, e affatica la lettura, ne spezza il ritmo, ti segnalo cose sulle quali puoi riflettere (o meno).
"si limitava a rivolgerle parole non proprio carine nonostante desiderasse distruggerla" - Se sono "non proprio carine", già capiamo che sono negative, quindi il "nonostante" non ha senso.
"sebbene i giorni si succedano incessantemente, sembravano" - "succedessero", magari?
"una, a suo dire, innovativa macchina del caffè" - la virgola andrebbe dopo "innovativa", altrimenti sembra che a suo dire sia una macchina del caffé, non che sia innovativa.
"tutto ciò gli passasse sottomano" - "passava"?
"rischiava di dimenticare, nella tasca anteriore dei pantaloni" - la virgola spezza inutilmente il periodo.
"Lù," - qui credo di aprire una polemica sterile: io ci vedo "Lu',", per indicare troncamento, l'accento segue "per istinto", ma non essendo grammatico lascio opinare.
"È quella machinetta de merda" - E no, dai! È "de mmerda", se non addirittura "demmerda"! La bellezza degli italiani regionali sta nella loro forza, non puoi castrarmelo così!
"Vincere equivale prendere tutto." - "equivale a", che però è troppo "tecnico". "Significa"?
«Sta tranquillo che te li ridò i soldi» - "Sta' tranquillo che te li ridò, i sordi", troncamento, pausa nel parlato, e "romanizzazione".
"Giulio lo conosceva bene, a Luca" - "lo conosceva bene, Luca" se la narrazione è, come fino a questo punto, in italiano.
"tuttalpiù" - è "tutt'al più".
Immagino sia una lista esagerata, ma immagina che leggere sia come fare atletica: se la pista è bella, liscia e pulita, puoi farci il record della staffetta 4x100 senza problemi, ma se la pista non è in condizioni ottimali, presenta pietre e fossi, vai inevitabilmente più piano, il ritmo ti si spezza, ora eviti un inciampo, ora un'altro.
È un bel racconto, merita una bella pista olimpionica.
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Re: Ritenta, sarai più fortunato
Questa è la prima volta che decido di impegnarmi seriamente e con continuità nella scrittura, recuperando una passione che ho sempre avuto ma che ho sempre messo in secondo piano. Sono ancora alla ricerca di un mio stile (e non sono neanche troppo sicuro di volerne trovare uno solo!) e in fase di sperimentazione, per questo ho pensato di partire dal recuperare i primi racconti che scrissi a tempo perso, a cui ho solo rimesso leggermente mano (nonostante diversi errori mi siano sfuggiti ); confesso che questo in particolare è stato credo il mio primo in assoluto che scrissi una decina d’anni fa, forse neanche maggiorenne!
Per questo ogni vostra osservazione è per me oro, soprattutto in questo momento in cui sento di dover “girare il mondo” per trovare una casa alla mia scrittura, oggi ancora troppo acerba e a mio avviso a volte troppo costruita e spinta verso un’inutile artificiosità.
Solo un appunto, che può trasformarsi in spunto di riflessione e/o consiglio che vorrei chiedere per scritti futuri, riguardo la questione del dialetto, che ha giustamente fatto notare Marino. In realtà “sporcare” il dialetto e cercare quasi un linguaggio “creolo” e impreciso tra italiano e romanesco è stata una scelta ponderata; quello del romanesco è un terreno molto scivoloso in quanto dialetto che mi sento di affermare oggi praticamente estinto, sostituito da una sostanziale continuità tra italiano e romanesco che si traduce nel ricorso a espressioni dialettali di volta in volta più o meno marcate a seconda del contesto, del grado di formalità, dell'estrazione sociale e dello stato d’animo di chi parla. Riportare il dialetto in modo troppo preciso e “piatto” (sia nell’uso e nel ricorso a determinate parole sia nella punteggiatura), differenziandolo dall’italiano secondo confini precisi, quasi in termini dicotomici, ho ritenuto potesse rendere i dialoghi irrealistici e forzati, e i personaggi stereotipati e a rischio macchietta. Cosa ne pensate?
In ogni caso grazie, grazie, grazie davvero per ogni commento, osservazione, complimento, critica e consiglio!
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Re: Ritenta, sarai più fortunato
quello che scrivi del dialetto nei tempi moderni è giustissimo, e condivido la tua impostazione.
Ciò detto, devi renderla leggibile al lettore, e come? Le poche battute di un racconto breve sono poche per farsi un'idea così precisa di quanto sia modulato l'uso del dialetto da parte di un personaggio.
E allora scrivilo, sii esplicito, citalo chiaramente e rapidamente quando introduci i personaggi (Luca, con la parlata che ancora ricordava i film dell'ultimo Sordi). È un esempio, ma esiste tutto un immaginario al quale fare appello per descrivere queste cose.
A risentirci presto.
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Re: Ritenta, sarai più fortunato
Ciao Marino, grazie mille del consiglio, condivido la tua osservazione ed effettivamente quella che proponi è un'efficace fune di sicurezza. Ora si tratta "solo" di imparare a dosare le informazioni (e le parole), tra necessario e superfluo Ci lavorerò!Marino Maiorino ha scritto: ↑24/04/2022, 19:14 Ciao Matteo,
quello che scrivi del dialetto nei tempi moderni è giustissimo, e condivido la tua impostazione.
Ciò detto, devi renderla leggibile al lettore, e come? Le poche battute di un racconto breve sono poche per farsi un'idea così precisa di quanto sia modulato l'uso del dialetto da parte di un personaggio.
E allora scrivilo, sii esplicito, citalo chiaramente e rapidamente quando introduci i personaggi (Luca, con la parlata che ancora ricordava i film dell'ultimo Sordi). È un esempio, ma esiste tutto un immaginario al quale fare appello per descrivere queste cose.
A risentirci presto.
A presto, Matteo
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Commento a Ritenta, sarai più fortunato
Scorrevole.
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Re: Ritenta, sarai più fortunato
Grazie mille per il feedback, hai centrato esattamente il punto! Solo, sei vuoi rendere valido il voto, dovresti modificare il titolo del commento da "Re: Ritenta, sarai più fortunato" in "Commento" In ogni caso, mi fa molto piacere che ti sia piaciuto!
Commento a Ritenta, sarai più fortunato
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commento Ritenta, sarai più fortunato
Noto che non hai eseguito nessuna modifica al testo. E si che di suggerimenti validi ne hai avuti. È voluto o aspetti di fare le modifiche alla fine?
Per il voto attendo la versione definitiva.
4/6/2022
16 giorni al termine. Ancora nessuna rettifica. Forse non sai che se ti colleghi con il login, hai accesso al tuo racconto e lo puoi modificare a piacimento.
Lodevole la scelta del tema. A me, rettifiche a parte, è piaciuto. Voto alto.
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Ho apprezzato maggiormente la parte finale in cui prevale una ben descritta componente psicologica del protagonista, in quanto più vicina al mio sentire. Ritengo tuttavia che l'intercalare romanesco, giustamente utilizzato nella prima parte, abbia reso la scena molto più "vivente" con una bella atmosfera "colorita" che fa lavorare l'immaginario di chi ti sta leggendo.
Condivido gli utili suggerimenti già espressi dai colleghi per quanto riguarda la forma, anche se personalmente ritengo che il messaggio del testo sia sempre l'elemento essenziale.
Nel complesso, comunque, un bel racconto "di borgata", vero.
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Re: Ritenta, sarai più fortunato
Oppss... Visto solo ora. Fatto, non so se vale ancora.Matteo Pinza ha scritto: ↑30/04/2022, 18:56 Grazie mille per il feedback, hai centrato esattamente il punto! Solo, sei vuoi rendere valido il voto, dovresti modificare il titolo del commento da "Re: Ritenta, sarai più fortunato" in "Commento" In ogni caso, mi fa molto piacere che ti sia piaciuto!
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Re: Ritenta, sarai più fortunato
Ormai non più.
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Re: Ritenta, sarai più fortunato
La Gara 46 - Non più in vita
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La Gara 30 - La verità è là fuori
A cura di Diego Capani e Luigi Bonaro.
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La Gara 54 - Sotto il cielo d'agosto
A cura di Giorgio Leone.
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Biblioteca labirinto
Cinque scaffali di opere concatenate per raccontare libri, biblioteche e personaggi letterari
Riportare la lettura e la biblioteca al centro dell'attenzione dovrebbe essere un dovere di ciascuno di noi. Se in qualche misura ci riesce una raccolta di racconti non si può che gioirne, nella speranza che possa essere contagioso, come deve esserlo tutto ciò che ci spinge a riflettere e a interrogarci sull'essenza del nostro esistere.
A cura di Lorenzo Pompeo e Massimo Baglione.
introduzione del Prof. Gabriele Mazzitelli.
Contiene opere di: Alberto De Paulis, Monica Porta, Lorenzo Pompeo, Claudio Lei, Nunzio Campanelli, Vittoria Tomasi, Cristina Cornelio, Marco Vecchi, Antonella Pighin, Nadia Tibaudo, Sonia Piras, Umberto Pasqui, Desirée Ferrarese.
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Metropolis
antologia di opere ispirate da un ambiente metropolitano
Cosa succede in città? - Sì, è il titolo di una nota canzone, ma è anche la piazza principale in cui gli autori, mossi dal flash-mob del nostro concorso letterario, si sono dati appuntamento per raccontarci le loro fantasie metropolitane.
A cura di Massimo Baglione.
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raccolta di creature inventate
Direttamente dal medioevo contemporaneo, una raccolta di creature inventate, descritte e narrate da venti autori. Una bestia originale e inedita per ogni lettera dell'alfabeto, per un bestiario del terzo millennio. In questa antologia si scoprono cose bizzarre, cose del tutto nuove che meritano un'attenta e seria lettura.
Ideato e curato da Umberto Pasqui.
illustrazioni di Marco Casadei.
Contiene opere di: Bruno Elpis, Edoardo Greppi, Lucia Manna, Concita Imperatrice, Angelo Manarola, Roberto Paradiso, Luisa Gasbarri, Sandra Ludovici, Yara Źagar, Lodovico Ferrari, Ser Stefano, Nunzio Campanelli, Desirìe Ferrarese, Maria Lipartiti, Francesco Paolo Catanzaro, Federica Ribis, Antonella Pighin, Carlotta Invrea, Patrizia Benetti, Cristina Cornelio, Sonia Piras, Umberto Pasqui.