Il cappello

[Silvina]

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voce:

(nessuna voce opzionale)

Come le fusa del gatto

sono io per l’Universo

ma non sto quieta

muovo le orecchie e il pelo mi si rizza.

Aspetto che l’Universo grato

mi allunghi una carezza.

Vorrei andare a Sintra e a Lisbona

con un regista di spot pubblicitari

come la sorella di chi è al tavolo vicino.

Dimentica e inebriata

ridere e sorridere

sentendo altro che non

questo modulato lamento interiore

che limo e coloro

cercando un’eleganza un po’ a buon mercato

come un cappello del centro commerciale.

[Gabriele Pecci]

brava hai saputo espletare concetti molto profondi su metafore semplici, ho apprezzato moltissimo il finale "cercando un eleganza un po' a buon mercato" per il nostro personale sentire stesso, quella sensibilità interiore che ci dona e ci danna al contempo stesso dall'interno e all'interno di noi.
Voto 5.

[Silvina]

Ti ringrazio Gabriele. Non ho ancora capito bene come muovermi in questo sito. A dire la verità, so neanche se si fa così a rispondere al messaggio. Comunque mi ha fatto piacere leggere il tuo apprezzamento. È la primissima volta che qualcun altro oltre a me legge quello che scrivo.

[Laura Gallerani]

Bisogna leggerla e rileggerla, non è immediata. Comunque il concetto che esprime è profondo. Il desiderio continuamente ricercato ed insoddisfatto e che non si vorrebbe sentire. Il risultato è agitazione e mediocrità.

[Domenico Gigante]

Ciao Silvina! Per quanto mi riguarda, se la limi un po', è da massimo dei voti. Per me potrebbe funzionare così:
1) La prima strofa è fulminante e va benissimo.
2) Toglierei, perché non capisco, i primi tre versi della seconda strofa. Forse fai riferimento ad un vissuto personale o a qualcosa che mi sfugge. Ho pensato anche a Wim Wenders.
3) A quel punto spunterei un altro paio di versi dal seguito della seconda strofa.
La immagino in questo modo:

Come le fusa del gatto
sono io per l’Universo,
ma non sto quieta.
Muovo le orecchie e il pelo mi si rizza.
Aspetto che l’Universo grato
mi allunghi una carezza.

Vorrei andare dimentica e inebriata,
sentendo altro che non questo modulato
lamento interiore, cercando un’eleganza
un po’ a buon mercato come un cappello
del centro commerciale.

E' una mia proposta ovviamente. Tu magari trovi una soluzione migliore.
Fammi sapere se la modifichi. Sospendo il voto in attesa.
Cmq brava!

[Eleonora2]

Hai un bel coraggio! Dico, se è la prima volta che fai leggere quel che scrivi! Facci leggere, un poco più spesso, di queste chicche! Questo testo si esprime da solo! Il mio voto è 4. A rileggerti, quindi!

p.s. : se non commenti non puoi partecipare al Grand Prix. Se non ti va, è lo stesso, altrimenti rileggi le istruzioni.

[Fausto Scatoli]

perdonami ma non mi è piaciuta molto.
sarà un problema mio, e ci sta benissimo, ma non riesco a comprendere il senso della composizione.
non recepisco il messaggio, mi arriva solo confusione e, forse, un po' di amarezza.

[Piramide]

L’ho trovata una bella poesia, a volte quasi spiritosa. Mi è piaciuta anche la disposizione e la varietà degli eventi condensati nel testo: l’introduzione con il rapporto io-tutto, lo spirito proprio del poeta di cogliere con tutti i sensi la realtà che lo circonda, la chiusura incentrata sul dissidio interiore di colui che scrive. Il tutto con una limpidezza di immagini che, specie nella seconda parte, la più visiva, coinvolgono particolarmente il lettore. Bel lavoro, voto 4.

[Ilario Iradei]

Da sintra a lisbona una volta l'ho fatto in motocicletta, meravigliosi ricordi di gioventù. Bella anche questa tua poesia che pare una canzone pronta per essere messa in musica, obiettivo centrato per quanto mi riguarda, piaciuta