Artù e Lancillotto
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Artù e Lancillotto
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Commento
Ma anche qui a mio avviso eccedi e accosti due erosimi differenti: l' eroismo di Ancillotto e di Carlo Magno viaggiano su piani differenti, come quello di Reverberi e del secondo Garibaldi, quello dei Mille, Un conto è l'eroismo sul terreno, un conto il calcolo strategico di re e leader politici. Ci vuole coraggio per entrambi, ma un coraggio diverso, in contesti diversi seppure simili.
Ho apprezzato le note su Carlo Magno, il padre dell'Europa moderna, e quelle sui fatti di Bronte. Misconosciuti i fatti di Bronte, scrissi tempo fa una recensione alla pellicola omonima su soggetto di Sciascia. Deve essere su BA da qualche parte nella sezione cinema.
Più che Garibaldi fu la figura di Bixio a mostrarsi per quel che era. E pensare che ogni città d'Italia ha una via intitolata a lui.
Ritorno al racconto. L'intreccio tra la storia di Edoardo e Pietro e la linea che tracci con il loro dialogo a mio avviso indebolisce entrambi, li rende meno forti e non il contrario. Pare inverosimile nelle circostanze e troppo metaforico a un tempo il racconto principale ed eccessivamente didattico quella sorta di metaracconto, il dialogo, che poi è un dialogo mascherato perché è una sorta di lungo monologo o excursus storico.
Pregevole l'intento dunque, forse meno l'efficacia.
Dal punto di vista formale di segnalo solo quell'avevo perso iniziale. Dato che tutto il racconto è poi al presente potresti cambiarlo con un dopo aver perso.
Mi permetto di segnalarti la storia di Euno nella prima guerra servile, che si svolse per intero in Sicilia. La storia di una ribellione che si trasformò nel tentativo della Sicilia di sottrarsi al giogo di Roma e dopo tanti scontri vinti si concluse con la battaglia di Enna in cui morirono oltre ventimila siciliani e la rivolta venne schiacciata nel sangue. La prima di innumerevoli altre. Da quel momento la Sicilia scomparve dai radar della storia per tornarvi quasi mille anni dopo.
Singolare che si ricordi sempre Spartaco e mai Euno.
Enna lo celebra con un bronzo proprio all'ingresso del Castello di Lombardia, la vecchia rocca di Cerere. Il resto d'Italia non sa chi sia.
Un ottimo racconto, sempre bello leggerti.
Commento
Vero anche che Carlo Magno ha ispirato molta gente non sempre raccomandabile, come le Waffen SS francesi: ma si sa, è il destino degli eroi...
Leggo sempre con piacere i racconti storici di Messedaglia, e anche i commenti di Namio (lo confesso, Euno mi era ignoto).
Però, caro Namio, ti posso assicurare che le vie non sono intitolate a Bixio, bensì a Biperio
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Re: Commento
Buongiorno Namio,Namio Intile ha scritto: ↑25/07/2022, 11:15 Ciao, Messedaglia. Un bel racconto forse troppo ambizioso nell'impianto. Mi spiego: l'ambientazione è quella della battaglia di Nikolae'vka o come tu la scrivi. Siamo a gennaio del 1943 e il Corpo d'Armata Alpino tenta di spezzare la sacca in cui si è venuto a trovare dopo il crollo del fronte del Don. Moriranno a migliaia nel tentativo, di oltre 60000 ne torneranno a casa diecimila o poco più. Il generale Reverberi compirà il miracolo e con l'unico tank rimasto spronerà migliaia di uomini a resistere e combattere per poter tornare a casa. Medaglia d'oro al valor militare. I fatti sono stati anche raccontati da Rigoni Stern nel Sergente della Neve. Ambizioso perché già ce n'era abbastanza per scrivere una storia in un racconto tutto sommato breve. Ma tu hai voluto trattare l'eroico slancio di quei cinque battaglioni alpini accompagnandolo, e accostandolo, nel dialogo tra i due ufficiali protagonisti, agli identici slanci delle figure eroiche del passato, a cominciare da Spartaco.
Ma anche qui a mio avviso eccedi e accosti due erosimi differenti: l' eroismo di Ancillotto e di Carlo Magno viaggiano su piani differenti, come quello di Reverberi e del secondo Garibaldi, quello dei Mille, Un conto è l'eroismo sul terreno, un conto il calcolo strategico di re e leader politici. Ci vuole coraggio per entrambi, ma un coraggio diverso, in contesti diversi seppure simili.
Ho apprezzato le note su Carlo Magno, il padre dell'Europa moderna, e quelle sui fatti di Bronte. Misconosciuti i fatti di Bronte, scrissi tempo fa una recensione alla pellicola omonima su soggetto di Sciascia. Deve essere su BA da qualche parte nella sezione cinema.
Più che Garibaldi fu la figura di Bixio a mostrarsi per quel che era. E pensare che ogni città d'Italia ha una via intitolata a lui.
Ritorno al racconto. L'intreccio tra la storia di Edoardo e Pietro e la linea che tracci con il loro dialogo a mio avviso indebolisce entrambi, li rende meno forti e non il contrario. Pare inverosimile nelle circostanze e troppo metaforico a un tempo il racconto principale ed eccessivamente didattico quella sorta di metaracconto, il dialogo, che poi è un dialogo mascherato perché è una sorta di lungo monologo o excursus storico.
Pregevole l'intento dunque, forse meno l'efficacia.
Dal punto di vista formale di segnalo solo quell'avevo perso iniziale. Dato che tutto il racconto è poi al presente potresti cambiarlo con un dopo aver perso.
Mi permetto di segnalarti la storia di Euno nella prima guerra servile, che si svolse per intero in Sicilia. La storia di una ribellione che si trasformò nel tentativo della Sicilia di sottrarsi al giogo di Roma e dopo tanti scontri vinti si concluse con la battaglia di Enna in cui morirono oltre ventimila siciliani e la rivolta venne schiacciata nel sangue. La prima di innumerevoli altre. Da quel momento la Sicilia scomparve dai radar della storia per tornarvi quasi mille anni dopo.
Singolare che si ricordi sempre Spartaco e mai Euno.
Enna lo celebra con un bronzo proprio all'ingresso del Castello di Lombardia, la vecchia rocca di Cerere. Il resto d'Italia non sa chi sia.
Un ottimo racconto, sempre bello leggerti.
grazie per il suggerimento, correggo la prima frase, che a dir la verità non mi piaceva (troppo lunga), così tra l’altro la accorcio un po’.
Vero, l’intento è un po’ (troppo) ambizioso, ma chiarisco quanto segue: inizialmente, in realtà, volevo ambientare la storia nei giorni che seguono la battaglia di Nikolajewka, quando la colonna era fuori dalla sacca e vicina alla salvezza, in un contesto più rilassato (si fa per dire…), e l’obiettivo era semplicemente quello di mostrare la vuotezza ( e comunque l’assurdità e l’inutilità di esprimere un giudizio etico / morale al riguardo) delle descrizioni che sono giunte a noi dei condottieri antichi, soprattutto se le confrontiamo con le tragedie come quelle vissute dai nostri soldati dell’Armir. Poi però mi sono detto: Reverberi (nel libro “A Nikolajewka c’ero anch’io”, decine se non centinaia di reduci lo esaltano come uomo e come soldato) e tanti altri alpini di quella spedizione, che eroi, anche quelli non in senso stretto, anche solo per le sofferenze che hanno dovuto patire. E così ho cambiato la struttura del racconto.
Tra i miei intenti non c’era invece la volontà di accostare la differente tipologia di leadership tra coloro che combattono sul campo e quello dei leader politici che, sono d’accordo con te, sono completamente diverse. A proposito, anni fa ho letto al riguardo un libro davvero avvincente, “la maschera del comando” di John Keegan, che presenta stili di leadership diversi (la leadership eroica di Alessandro Magno, Wellington, l’antieroe, Grant, la leadership lontana dal campo di battaglia e il falso eroismo di Hitler). Se non lo hai già fatto ti consiglio vivamente di leggerlo.
Ho letto la tua recensione sui fatti di Bronte e la storia di Euno, entrambe molto interessanti e significative: la storiografia tradizionale decide, a suo piacimento, cosa tramandarci e cosa no…
Grazie, infine, per l’accurata e generosa recensione.
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Re: Commento
Ciao Andr60, sì l'excursus storico è effettivamente un po' artificioso, magari potevo motivarlo di più presentandolo come mezzo di fuga dalla realtà per Edoardo, mentre a Pietro serve invece per tenere alto il morale del suo protetto: questi due aspetti sono appena abbozzati nel racconto.Andr60 ha scritto: ↑25/07/2022, 16:09 Anche a me l'excursus storico tra i due soldati appare artificioso, durante una marcia forzata e sotto il fuoco nemico, pur essendo interessante e stimolante per il lettore; ad esempio, mi è venuto in mente Enrico Toti, che era pure disabile: oggi sarebbe una manna, in tempo di politically correctness.
Vero anche che Carlo Magno ha ispirato molta gente non sempre raccomandabile, come le Waffen SS francesi: ma si sa, è il destino degli eroi...
Leggo sempre con piacere i racconti storici di Messedaglia, e anche i commenti di Namio (lo confesso, Euno mi era ignoto).
Però, caro Namio, ti posso assicurare che le vie non sono intitolate a Bixio, bensì a Biperio
Biperio: mi hai fatto tornare alla mente un vecchio ricordo di scuola quando il mio professore di storia (una vera enciclopedia vivente, e oltretutto siciliano, non posso non accostare la sua figura a quella di Namio...) ci raccontò che, in precedenza, durante un esame a uno studente che non aveva mai frequentato la scuola ma che aveva studiato sempre da solo a casa (onestamente non ricordo i dettagli della situazione), lo studente in questione aveva citato spesso questo fantomatico Biperio, e il mio professore, che non sapeva che esistesse questo modo di violentare la lingua italiana, solo alla fine dell'interrogazione capì che il povero studente si riferiva al celebre luogotenente di Garibaldi. Per dovere di cronaca, preciso che il ragazzo in questione fu promosso, a parte l'inciampo linguistico (di cui non si poteva fargliene una colpa) si dimostrò molto preparato sull'argomento.
MI fa molto piacere che tu legga con piacere i miei racconti storici, è un piacere reciproco
E naturalmente grazie per il commento e il voto generoso!
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Bellissimo racconto che nella sua complessità istruisce il lettore (almeno io ho scoperto qualche personaggio interessante come Nane) e a momenti lo disorienta.
A me è piaciuto molto quindi voto 5
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Re: Commento
Ciao Bravoautore, penso che, nei racconti lunghi e corti, entrambi difficili da scrivere, si seguano semplicemente due strade diverse: nei primi c'è materiale a tonnellate su cui si può potenzialmente lavorare, e quindi bisogna cercare di tagliare, per non tediare troppo il lettore (in questo caso a dir la verità sono andato un po' oltre la soglia di caratteri entro cui volevo rimanere, ma tant'è...), nei secondi bisogna invece cercare di espandere quella che è all'inizio solo un'ispirazione, fino a creare un qualcosa che stia in piedi e sia accattivante per chi legge.Bravoautore ha scritto: ↑26/07/2022, 7:49 I racconti lunghi richiedono uno "sforzati",una ricerca di coerenza e armonia nella trama come pure un definire e seguire i personaggi da non sottovalutare.
Lo dico senza criticare,è così!
Perciò,scriverne uno a tema storico e proporre paralleli ed emozioni è impresa da considerare.
Grazie per aver letto e commentato il mio racconto.
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Re: Commento
Grazie mille Giovanni p, troppo buono!Giovanni p ha scritto: ↑30/07/2022, 9:21 Buongiorno Messadaglia
Bellissimo racconto che nella sua complessità istruisce il lettore (almeno io ho scoperto qualche personaggio interessante come Nane) e a momenti lo disorienta.
A me è piaciuto molto quindi voto 5
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Re: Commento
Grazie mille Eleonora, avevo il timore che questo racconto potesse risultare tedioso per chi non ha particolare interesse per gli argomenti di tipo storico. Rispetto alla stesura originaria ho cercato di renderlo, per quanto possibile, coinvolgente. Grazie ancora!Eleonora2 ha scritto: ↑30/07/2022, 13:28 BRAVO. Non scelgo romanzi storici. Mi piace questo testo per come l'hai sviluppato e condotto. Scritto bene e bella la trama. Non possiedo le competenze di storia per giudicarlo in altro modo ma mi ha tenuta incollata e la lettura, oltre a procedere spedita, mi ha interessata. Ho votato con un 5.
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In ogni caso, mi piace perché è un'idea originale.
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Re: Commento
Grazie RobertDL per aver letto e commentato il mio racconto!
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Re: Artù e Lancillotto
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Re: Artù e Lancillotto
IL 22 giugno 1954, stroncato da un infarto che ne provocò la caduta dalle scale della sua abitazione di via De Amicis a Milano, moriva il Generale Luigi Reverberi che nel 1942, al comando della gloriosa Divisione Alpina "Tridentina", nella battaglia di Nikolaevka, riuscì a salvare e riportare in Patria parte dei suoi alpini. Per questo gli fu conferita la Medaglia d'oro al Valor Militare.
«Comandante della Tridentina ha preparato, forgiato e guidato sagaciamente in Russia con la mente e con l'esempio i suoi reggimenti che vi guadagnarono a riconoscimento del comune eroismo medaglia d'oro al Valor Militare. Nel tragico ripiegamento del Don, dopo tredici combattimenti vittoriosi, a Nikolajewka il nemico notevolmente superiore in uomini e mezzi, fortemente sistemato su posizione vantaggiosa, deciso a non lasciar passare, resisteva ai numerosi, cruenti nostri tentativi. Intuito essere questione di vita o di morte per tutti, il Comandante nel momento critico, decisivo, si offre al gesto risolutivo. Alla testa di un manipolo di animosi, balza su un carro armato e si lancia leoninamente, nella furia della rabbiosa reazione nemica, sull'ostacolo, incitando con la voce e il gesto la colonna che, elettrizzata dall'esempio eroico, lo segue entusiasticamente a valanga coronando con una fulgida vittoria il successo della giornata ed il felice compimento del movimento. Esempio luminoso di generosa offerta, eletta coscienza di capo, eroico valore di soldato. Nikolajewka (fronte russo), agosto 1942-gennaio 1943.»
Reverberi è sepolto nella tomba di famiglia presso il cimitero di Montecchio Emilia.
Questa foto lo ritrae accanto al caro Don Gnocchi in partenza per il Fronte Russo.
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Scrittura di livello e conoscenza storica fanno sì che i tuoi racconti siano sempre molto interessanti.
Questa frase: “il primo caso esemplare di classe nell’antichità”… mi sembra manchi qualcosa, forse “il primo caso esemplare di eroe di classe nell’antichità”?
https://chiacchieredistintivorb.blogspot.com/
Intervista su BraviAutori.it: https://www.braviautori.it/forum/viewto ... =76&t=5384
Autore presente nei seguenti ebook di BraviAutori.it:
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Re: Commento
Ciao Domenico, grazie per aver evidenziato pregi e difetti del brano. Sì, confermo che nei miei racconti tendo a descrivere delle situazioni surreali, un po’ perché mi piace, ma anche perché rendere una situazione, soprattutto quelle relative a epoche diverse dalla nostra, realistica, immergendola completamente nel contesto di riferimento, come fate per esempio tu e Namio, è per me un’impresa irrealizzabile. Ancora grazie e ciao!Domenico Gigante ha scritto: ↑04/09/2022, 15:33 Caro Messedaglie! Torni nuovamente sull'Armir, dopo una parentesi più fiabesca. Il racconto fila ed è scritto molto bene. Il raffronto tra i personaggi storici - che la storiografia del passato (è il caso di Carlo Magno) ha fatto assurgere al rango di weltanschauung di una o l'altra fazione - e la massa più o meno anonima (personalmente non conoscevo la storia di Reverberi e degli alpini) che la storia la fa e la subisce veramente con e sulla propria pelle mi pare centrato. Nonostante la vicenda abbia un che di surreale (una specie di Barbero - ma un po' scolastico - in marcia dal Don verso l'Italia con un carico di senso critico e conoscenze storiografiche un po' anacronistiche), il racconto ha una sua efficacia nel colpire l'attenzione. In specie nel finale. Un abbraccio!
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Re: Commento
Ciao Roberto, hai proprio ragione, in quella frase manca qualcosa, in origine era:” il primo caso esemplare di lotta di classe nell’antichità”! Ho provveduto a correggere il refuso, grazie per l’osservazione e per il bel commento!Roberto Bonfanti ha scritto: ↑17/09/2022, 11:59 All’inizio sembra poco realistico che nei momenti cruciali della campagna di Russia due ufficiali si dilettino a fare il “processo” a vari personaggi storici, poi la lucidità e la personalità dell’analisi rende piacevole la sospensione dell’incredulità. In quest’ottica funziona anche il gioco dell’assonanza Artù e (L)Ancillotto, pur se qui concordo con Namio, secondo me Carlo Magno (o Spartaco) e Toscanini fanno due sport diversi.
Scrittura di livello e conoscenza storica fanno sì che i tuoi racconti siano sempre molto interessanti.
Questa frase: “il primo caso esemplare di classe nell’antichità”… mi sembra manchi qualcosa, forse “il primo caso esemplare di eroe di classe nell’antichità”?
Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2020 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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Gara d'autunno 2021 - Babi Yar, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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La Gara 41 - Tutti a scuola!
A cura di Antonella Pighin.
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Museo letterario
Antologia di opere letterarie ispirate dai capolavori dell'arte
Unire la scrittura all'immagine è un'esperienza antica, che qui vuole riproporsi in un singolare "Museo Letterario". L'alfabeto stesso deriva da antiche forme usate per rappresentare animali o cose, quindi tutta la letteratura è un punto di vista sulla realtà, per così dire, filtrato attraverso la sensibilità artistica connaturata in ogni uomo. In quest'antologia, diversi scrittori si sono cimentati nel raccontare una storia ispirata da un famoso capolavoro dell'Arte a loro scelta.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.
Introduzione del Prof. Marco Vallicelli.
Copertina di Giorgio Pondi.
Contiene opere di: Claudia Cuomo, Enrico Arlandini, Sandra Ludovici, Eleonora Lupi, Francesca Santucci, Antonio Amodio, Isabella Galeotti, Tiziano Legati, Angelo Manarola, Pasquale Aversano, Giorgio Leone, Alberto Tivoli, Anna Rita Foschini, Annamaria Vernuccio, William Grifò, Maria Rosaria Spirito, Cristina Giuntini, Marina Paolucci, Rosanna Fontana, Umberto Pasqui.
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L'arca di Noel
Da decenni proviamo a metterci al riparo dagli impatti meteoritici di livello estintivo, ma cosa accadrebbe se invece scoprissimo che è addirittura un altro mondo a venirci addosso? Come ci comporteremmo in attesa della catastrofe? Potremmo scappare sulla Luna? Su Marte? Oppure dove?
E chi? E come?
L'avventura post-apocalittica ad alta tensione qui narrata proverà a rispondere a questi interrogativi.
Di Massimo Baglione.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Storie Gotiche, del Terrore e del Mistero
antologia di opere ispirate alla paura dell'ignoto
Nella ricerca di un tema che potesse risultare gradito a più autori, ci è sembrato infine appropriato proporre un'antologia di opere il cui fattor comune fosse il brivido. Un termine per molti versi ingannevole, almeno quanto lo sono certe credenze e immagini che la ragione volutamente ignora, o perfino deride. Eppure, l'ignoto ci aspetta al varco, silenzioso e paziente, per catapultarci nello strapiombo degli incubi o nel vortice di ansie e desideri repressi.
A cura di Roberto Virdo'.
Contiene opere di: Ida Dainese, Francesca Paolucci, Marcello Rizza, Fausto Scatoli, Annamaria Ricco, Francesco Cau, Valentino Poppi, Mario Flammia, Essea, Umberto Pasqui, Enrico Teodorani, Roberto Masini, Maria Perrella, Giacomo Baù, Eliseo Palumbo, Selene Barblan, Stefano Bovi, Ibbor OB, Andrea Teodorani, Simona Geninazza, Lidia Napoli, Mario Malgieri, Michele Silvi, Ida Daneri, Alessandro Mazzi.
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