Fuoco amaro

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Piramide
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Fuoco amaro

Messaggio da leggere da Piramide »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Ricordi la neve cadere dal cielo?
L’ignoto della guerra cominciava
da quel bianco veleno,
le chiacchiere al fuoco
fra parlate straniere,
le alte montagne fissare in eterno
l’uomo danzare sulla cresta del male.

Ragazzi mandati in una notte all’inferno,
un incubo ghiacciato
che futile appariva
a voi soldati viaggiatori,
forse un po’ sognatori.

Ricordi il taccuino del tuo amico poeta?
Scrivevate le stesse cose,
separati da anni di lotte
come due fratelli arrabbiati
vi guardavate.

Faceste pace
sullo sparo di un fucile.
Nati da una stessa mamma,
riposate nelle stesse tombe
che decisero le sorti
della nostra civiltà,
che tacite smentirono
la supposta vacuità
della terra che difendeste.

Rimase alla fine un vuoto silenzio
e il lungo squillo di una tromba
prima che ricominciasse
il fuoco rosso e amaro
o il fischio di un’altra bomba.
E mentre fuori spirava bufera
quei corpi caduti d’inverno una sera
erano cinti da una sola bandiera.
Gabriele Pecci
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Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Ciao Piramide, bentrovato anche a te, che dire poesia sicuramente impegnata e sentita. I versi da te scritti mi portano a riflessioni più ampie, al fatto che organi statali si arroccano sul diritto non solo di chi vuole dare o rischiare la propria vita in nome di una patria, un ideale, un pezzo di terra, una bandiera, una vocazione, una fede o quant'altro, ma anche a chi di tutto questo non vorrebbe farne parte. Invochiamo tutti una libertà che in fondo non abbiamo, non abbiamo neppure la libertà di decidere sul nostro corpo, su cosa o per cosa dare o non dare in pasto o in gioco, la nostra stessa vita. Qualche nazione ha fatto dei passi avanti, sempre rimangiabili naturalmente appena disgraziatamente si presentasse un problema di questo tipo. Non lo so, quello che so, o meglio, ho compreso negli anni, è che probabilmente non si combatte mai per la libertà, ma per interessi solo in apparenza anche nostri. Qualcuno mi dirà e il Nazismo allora? Andava o non andava debellato? Certo, ma anche il suo disfacimento o meglio la correzione in campo, a giochi già fatti, di chi il nazifascismo lo ha poi portato in essere tramite fondi leciti/illeciti dove, ad ogni modo, anche avuto vittoria su questo, questa non ha portato certo ad una vera libertà reale e condivisa; siamo sempre tutti schiavi di padroni con differenti nomi, sotto politiche più o meno, o spesso, solo in apparenza democratiche, ma non sia mai, da parte di nessuno di queste, anche resi veramente o effettivamente liberi. Questo vale al medesimo modo associato ad ogni politica nazionale o di bandiera che sia.

Tornando alla tua poesia, ho apprezzato molto alcuni versi, e in parte meno altri, le rime pur non amandole particolarmente non mi hanno in questo caso infastidito, rendi sicuramente bene il messaggio e il testo scorre liscio, a mio avviso è una buona poesia di critica sociale. Anche nel tuo caso sarebbe un 3,5 ma arrotondo dal momento che hai usato delle buone metafore per esprimere il tuo sentire. Voto 4.
Ultima modifica di Gabriele Pecci il 03/10/2022, 16:09, modificato 1 volta in totale.
Piramide
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Piramide »

Gabriele Pecci ha scritto: 28/09/2022, 14:35 Ciao Piramide, bentrovato anche a te, che dire poesia sicuramente impegnata e sentita. I versi da te scritti mi portano a riflessioni più ampie, al fatto che organi statali si arroccano sul diritto non solo di chi vuole dare o rischiare la propria vita in nome di una patria, un ideale, un pezzo di terra, una bandiera, una vocazione, una fede o quant'altro, ma anche a chi di tutto questo non vorrebbe farne parte. Invochiamo tutti una libertà che in fondo non abbiamo, non abbiamo neppure la libertà di decidere sul nostro corpo, su cosa o per cosa dare o non dare in pasto o in gioco, la nostra stessa vita. Qualche nazione ha fatto dei passi avanti, sempre rimangiabili naturalmente appena disgraziatamente si presentasse un problema di questo tipo. Non lo so, quello che so, o meglio, ho compreso negli anni, è che probabilmente non si combatte mai per la libertà, ma per interessi solo in apparenza anche nostri. Qualcuno mi dirà e il Nazismo allora? Andava o non andava debellato? Certo, ma anche il suo disfacimento o meglio la correzione in campo, a giochi già fatti, di chi il nazifascismo lo ha poi portato in essere tramite fondi leciti/illeciti dove, ad ogni modo, anche avuto vittoria su questo, non ha portato certo poi ad una vera libertà, siamo sempre tutti schiavi a padroni con differenti nomi o politiche più o meno o spesso solo in apparenza democratiche, ma non sia mai, da parte di nessuno di essi, anche resi veramente liberi. Questo vale al medesimo modo associato ad ogni politica nazionale o di bandiera che sia.

Tornando alla tua poesia, ho apprezzato molto alcuni versi, e in parte un po' di meno altri, le rime pur non amandole particolarmente non mi hanno in questo caso infastidito, rendi sicuramente bene il messaggio e il testo scorre liscio, a mio avviso è una buona poesia di critica sociale. Anche nel tuo caso sarebbe un 3,5 ma arrotondo dal momento che hai usato delle buone metafore per esprimere il tuo sentire. Voto 4.
Ciao Gabriele, innanzitutto ti ringrazio vivamente per le belle parole, per aver letto la poesia e per aver votato. Sono contento che ti sia piaciuta e che ti abbia innescato queste riflessioni che ho trovato interessanti, seppure non mi trovo completamente d’accordo. Probabilmente il messaggio non era così chiaro e non sono sicuro che tu abbia colto ciò che volevo dire. Quando l’ho scritta ero conscio di come quello che avevo intenzione di trasmettere non fosse così chiaro, ma l’ho lasciata volutamente sfumata affinché chiunque possa vederci ciò che vuole. Poi magari più in là chiarirò qualcosa, adesso preferisco lasciare che ognuno di voi ci veda ciò che vuole, come è giusto che sia. Ti ringrazio ancora e ti saluto!
Gabriele Pecci
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Re: Fuoco amaro

Messaggio da leggere da Gabriele Pecci »

Certo, quelle che ho fatto erano riflessioni personali sul momento che stiamo vivendo ora nella guerra tra Russia e Ucraina, dove con l'ultimo comunicato di Putin per esempio il fratello di mia moglie rischia che gli arrivi il richiamo al servizio militare come qualsiasi altro cittadino russo maschio tra i 18 e 60 anni circa (lui fa' l'ingegnere) per una guerra che di sicuro porterà ancora via inutilmente tanti altri mariti, figli e padri da ambedue le parti. Ho usato perciò l'assist della tua poesia, il tema della guerra in sé, per esprimere anche un mio pensiero a riguardo di questo.
Giampiero
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Messaggio da leggere da Giampiero »

Molto intensa, avrei dato il massimo voto per la complessità del testo. Ma devo essere sincero: gli ultimi tre versi (che finiscono rispettivamente in "era") io le avrei cambiate. questione di fonetica, credo.... Aggiungo caratteri per validare il commento. Sono stato troppo sintetico, in effetti.
La paura è un cavallo con le ali: una volta lanciato al galoppo perde il contatto con il suolo e incomincia a volare.
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Eleonora2
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Messaggio da leggere da Eleonora2 »

Il testo non incontra il mio gusto. La guerra. Tanto si è detto e tanto si è scritto. La poesia è ben impostata ma il messaggio, a me, non è arrivato, Sono poco sensibile ? Da qualunque lato o per qualunque ragione i conflitti bellici mostrano il peggio dell'umanità. Ho dato 3.
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Domenico Gigante
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Messaggio da leggere da Domenico Gigante »

Ciao Piramide! La migliore tua poesia tra quelle (poche) che ho letto. Il senso della fratellanza tra gli uomini esce vivido anche con versi non scontati (il tema della guerra rischia sempre di essere un po' scontato):

"Ricordi il taccuino del tuo amico poeta?
Scrivevate le stesse cose,
separati da anni di lotte
come due fratelli arrabbiati
vi guardavate.

Faceste pace
sullo sparo di un fucile."

Alla De André si può dire:
"E mentre marciavi con l'anima in spalle
Vedesti un uomo in fondo alla valle
Che aveva il tuo stesso identico umore
Ma la divisa di un altro colore"

Alcuni suggerimenti:
1) Toglierei la divisione in strofe. Non mi sembra rilevante.
2) La seconda strofa la eliminerei o farei una sintesi con la prima. Mi sembra quella meno efficace.
3) Rivedrei gli ultimi tre versi con quella sequenza di rime. Mi appaiono anche un po' retorici
4) In generale proverei ad accorciare

Complimenti!
Vorrei essere il mare che si muove per rimanere se stesso e più di tanto non lo sposta il vento. Fragile ma tenace.
Paola Tassinari
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Re: Commento

Messaggio da leggere da Paola Tassinari »

La poesia non mi ha colpito molto nella stesura metrica, l'ho trovata un poco retorica e 'carducciana', il tema invece l'ho trovato molto ben sviluppato, non so cosa volevi dire tu, ma io vi ho visto tanto, Ungaretti, Owen e anche quel Natale in cui si uscì dalle tricee e si fece festa insieme, francesi, tedeschi e inglesi che invece di spararsi giocarono una partita di pallone, quindi il 'carducciano' va bene perché qui il tema è forte, fortissimo "quei corpi caduti d'inverno una sera erano cinti da una sola bandiera" ce lo hanno già detto i poeti (Owen in specifico, la trista menzogna che è bello morire per la patria, riportata in latino nella sua poesia, lui morì ventenne)nessuna guerra è giusta… io non so cosa tu pensi, non so se tu sei con me, ma e lo dico in modo grossolano… al popolo che è quello che mandano a maciullarsi, che gliene frega se c'è un governo comunista, nazista o liberale (vi scandalizzerò ma Hitler fu solo come dire più 'tecnico' che Mao con 81 milioni di morti si dice che non li aveva previsti quei morti sì lo potevo credere a venti anni non oggi, sapeva cosa sarebbe accaduto e gli USA con loro intrufolarsi dappertutto e quelle atomiche buttate, con lacrime di coccodrillo, guarda caso al Giappone con cui condivideva la supremazia nel Pacifico ecc, non mi dilungo) al popolo che è quello che mandano a maciullarsi che gliene importa di una bandiera se deve ammazzare un altro, che gliene importa se gli lasciano la sua casa, la sua famiglia… le battaglie si possono fare senza sangue, sembra quasi che Gandhi non sia esistito… mi fermo la tua poesia mi piace com'è, retorica, un po' traballante come un pulcino che esce dal guscio e teneramente dice… non esiste una guerra giusta
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