Immaginazione Artificiale
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Immaginazione Artificiale
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Re: Immaginazione Artificiale
Mi sto accostando sperimentalmente all'uso dell'AI in campo artistico e non ne traggo questo panico che molti stanno dimostrando. Ma siccome l'argomento è "caldo", e sono in tanti a chiacchierarne, mi è capitato di leggere cose sì preoccupanti: avvocati che si fanno imbastire pratiche da ChatGPT...
Ora, io capisco il risparmio di tempo (e quando si hanno scadenze...), ma dal momento che ho sperimentato quanto ci vuole per ottenere esattamente ciò che immagino dalla macchina, credo che questo strumento dovrebbe stare alla larga di chiunque eserciti professioni con ricadute e responsabilità sulla vita altrui, soprattutto se usato per risparmiare tempo, perché per risparmiare tempo non si controlla nemmeno la qualità degli elaborati!
E gli avvocati sono quelli che quando perdono "avite perzo", e quando vincono "avimmo vinciuto"...
A presto!
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Re: Immaginazione Artificiale
Non solo la politica, ma tutti gli intellettuali (includo gli economisti che pare sappiano sempre come guadagnare in ogni situazione...) non sanno cosa ci aspetta. Il tuo scenario è abbastanza realista e, come giustamente osservi, non c'è un piano per affrontarlo.
Ti dirò di più: gli stessi che credono di poter fare affari d'oro con l'eliminazione dell'uomo dalla catena produttiva per risparmiare sulla spesa maggiore per qualunque impresa, sono quelli che lo rimpiangeranno di più. A cosa vale, infatti, qualunque bene se non c'è chi possa comprarlo?
Auspico che finalmente ciò conduca alla morte dell'economia così come l'abbiamo conosciuta, all'affermarsi di un sano realismo per il quale solo le cose che si possono davvero sostenere sul lungo periodo sono permesse e, ad esempio, a chi costruisce una fabbrica viene chiesto di avere da parte il denaro per smantellarla in maniera ecologicamente sostenibile... Capisci che infatti fino ad ora abbiamo spostato sempre il costo reale di ogni nostra attività sulle generazioni a venire?
Wiz... Non è affatto malaccio. Capisce bene qual è il suo posto e non è ancorato a un tempo morto. Sa di poter fare poco o niente, ma quel poco vuole farlo! il progresso è inarrestabile? Ok, ma che vada a fare corbellerie altrove!
Le considerazioni sulla società attuale... Ma non è la fantascienza un modo per parlare sempre e comunque del nostro tempo facendogli indossare una maschera?
Ancora grazie per lo scambio: vale più questo che qualunque asticella a qualunque altezza possiamo metterla.
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Re: Immaginazione Artificiale
Sì, auspico la fine dell'economia come la conosciamo, auspico un'economia che tenga conto di tutti i fattori coinvolti in una transazione economica: felicità, proiezione futura per tutta l'umanità (tipo se investo in ricerca sul cancro, è lo Stato a pagare).
Auspico che si smetta di produrre più energia (semplice 2o principio della Termodinamica: più energia produci, più se ne va in calore, e abbiamo un problema con un pianeta in surriscaldamento...), che si smetta di produrre senza senso (più produci, più energia ti serve, e Amazon distrugge ciò che non riesce a vendere...). Lo spreco andrebbe severamente tassato.
Anch'io mi fermo qui. Mi preoccupa solo che siamo guidati da persone terribilmente ignoranti in un'epoca che crede di essere la più istruita nella storia dell'umanità. Basterebbe che avessero un minimo di istruzione (nemmeno cultura) in più.
Leggevo oggi una frase amara: "I soldi ti fanno ricco, l'educazione ti fa signore". Oggi tutti vogliono diventare ricchi.
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La forma è sostanzialmente corretta. Un ottimo lavoro.
Ci troviamo all'interno di un Tribunale, di una Sezione Specializzata, quella su Diritti d'Autore, in grado anche di comminare sanzioni penali. Ci troviamo dunque di fronte a un Giudizio Penale, per intenderci quello in cui le parti non sono sullo stesso piano, ma quello in cui esiste una Pubblica Accusa (nel diritto criminale lo Stato è sempre parte in causa) e un imputato di un reato. Te lo dico perché forse sui risvolti della forma processo nel racconto, e cosa significhi un processo, non hai posto la giusta attenzione. Kafka ci scrisse un romanzo sul Processo. Il Processo è un Procedimento che, come Kafka aveva già capito, è di per sé disumanizzante e di per sé implica una condanna per l'imputato. In un processo penale è lo Stato ad agire contro un individuo, e in tutti gli ordinamenti la responsabilità penale è personale, può essere punita solo la persona. Non le società, i gruppi, le imprese, né gli animali o le macchine. Ma le persone, singolarmente prese, almeno fino ad oggi.
Quando si parla di IA pochi si rendono conto delle implicazioni necessarie perché questa possa realmente far parte della nostra vita. Si pensi alla guida autonoma. Se è l'IA di un'auto a sbagliare, la responsabilità penale per le conseguenze procurate ad altre persone di chi sarà? Se una macchina provoca una strage, in galera chi ci va? Chi risarcisce i danni civili nascenti da fatto illecito? Non dubito che sapranno far in modo che a pagare sia chi si trova in auto, pure se dorme.
Ma torniamo al processo. Il processo è già una macchina, un ingranaggio disumanizzante, benché gestito da umani. E già mi risultano tentativi di disumanizzarlo ulteriormente introducendo collegi difensivi non umani e forse un domani giudici non umani, che possano applicare la legge nella fattispecie, cioè applicare una legge astratta e impersonale al caso concreto e personale senza sbagliare tecnicamente e senza che i sentimenti umani possano influire. Alla fine l'ingresso della macchina nel processo sarebbe l'epilogo di un percorso che sembra portare proprio a questo. Perché il Giudice quando emette una sentenza deve spogliarsi della propria umanità, della propria fallibilità, dei propri sentimenti, e farsi arbitro infallibile e insindacabile delle vite altrui. Chi meglio di una macchina può sostituirlo?
Nel tuo processo leggo un'incongruenza quando la difesa si rimette alla clemenza della corte. Il giudice come può condannare può assolvere con formula piena. Egli è Dio in Terra. E non ha bisogno di una perizia favorevole o sfavorevole per farlo. Il suo giudizio è una sentenza, che deve solo essere motivata. E un motivo è sempre facile da confezionare. Certo, il suo giudizio potrà essere smontato, ma solo da altri giudici in altro giudizio.
Per fortuna esiste la prescrizione, il più umano degli istituti, quella che infatti tutti fanno a gara per limitare o eliminare, perché i cattivi siano giudicati in ogni tempo e per qualsiasi motivo.
La prescrizione è un grande giudice assolutore, perché anche il tempo nella vita di tutti noi lo è.
Quindi il tuo Wiz, come giudice giudicante, poteva benissimo assolvere il suo imputato, tale compito non spetta alla difesa, né umana né artificiale.
Quanto al rapporto tra uomo e macchina, ne abbiamo ampiamente discusso in altra sede e siamo rimasti ognuno nella proprie posizioni. Per il tuo Wiz non è giusto che la macchina giudichi un uomo. Concordo. Ma non concordo sul resto. Per il tuo Wiz la responsabilità dello stato attuale è dell'avidità umana, che forma leggi disumane e disumanizzanti, che avvantaggia gli uni per affossare gli altri. Caro Marino la legge è da sempre essenzialmente questo: la legge del più forte. Non averlo compreso significa crearsi inutili aspettative. Le leggi sono scritte dalle élite dominanti per dominare gli altri, i più. Che poi l'interesse personale mini la salute pubblica collettiva è la favoletta che ci raccontiamo da decenni, o forse secoli. È l'uomo che fa la differenza, la macchina esegue gli ordini, il programma, osserva le leggi.
Nel suo Processo Josef K. cade in vari errori. Il primo è quello di considerarlo solo un disturbo, un qualcosa che prima o poi passerà. Quando Josef K. capisce invece che non basterà affidarsi al suo avvocato difensore, decide di mettersi in gioco: ecco allora che compie il secondo errore. Crede che il processo sia una pratica da sbrigare come un'altra, ritiene che sia un affare come un altro, con profitti e perdite. È in questo momento che Josef K. decide di trattare la sua vita come un affare commerciale. Ed è qui che comincia il delirio. Josef K., per dimostrare la sua innocenza di fronte al Tribunale si propone di esaminare la propria vita raggiungendo quell'alto grado di organizzazione e quella capacità di esercitare sorveglianza su tutto che sono già, dico già, prerogativa del Tribunale stesso." Il Tribunale doveva finalmente imbattersi in un imputato che sapeva far valere i propri diritti" pensa Josef K. euforico. L'imputato rivendica l'uso degli stessi strumenti del Tribunale, c'è scritto in ogni codice di procedura, o in termini simili. Ma nel momento in cui Josef K. si mette a scrivere la propria memoria (e il termine giuridico memoria non è casuale) si rende conto dell'opera improba che lo attende. Sia nel Processo che nel Castello Kafka intuisce dove va a parare la moderna società della tecnica, la struttura dell'Apparato, nel Castello, la struttura del Giudizio e non solo nel Processo. Il meccanismo in cui l'uomo si trova a operare sempre e non per sua colpa, innocente come Josef K. o in qualche modo colpevole come l'agrimensore K., ma perché le strutture stesse in cui si muove sono costituite in quel modo. Per schiacciare, soffocare, condannare.
Il tuo Giudice Wiz è un uomo che spera di poter cambiare le cose, forse perché non si è reso ancora conto di cosa sia l'Apparato di cui egli stesso è funzionario.
Faccio una parentesi, la legge dei precedenti non appartiene al diritto continentale, ma a quello anglosassone. O si applica la legge o si fa riferimento ai precedenti. Nel diritto continentale i precedenti non sono vincolanti, ma hanno solo valore di giurisprudenza, ossia possono esser citate sentenze altre come esempio, sarà poi il Giudice o il Collegio giudicante o i Giudici Popolari a decidere tenendone conto o meno. Chiusa parentesi.
Quando fai riferimento alla negazione di responsabilità dietro la necessità di eseguire un ordine, l'infinita rete di silenzi e di omissioni che accompagna le decisioni di ogni struttura organizzata gerarchicamente a tutte le latitudini e longitudini. Quanti di noi hanno fatto ciò che reputavano ingiusto perché vi erano costretti da una circolare amministrativa?
Ecco, questa è la Potenza e la Disumanizzazione dell'Apparato. Non è una questione di scienza e tecnica, ma di Techné. L'uomo vive oggi subordinato alla rete sociale in cui deve muoversi e da cui prescinde. L'uomo è un Funzionario dell'Apparato. Chi non vive in funzione dell'Apparato è infatti un disadattato, un senza casa, un anarchico, un nomade, sempre un personaggio poco raccomandabile da punire, carcerare, rieducare. La rieducazione è la funzione principale del processo, come nel castello lo è l'asservimento alle sue gerarchie e alla sua prassi. Lo aveva ben capito Kafka. L'impotenza dei suoi protagonisti è la sua impotenza, non a caso essi hanno a che fare con quella K. Finché nella Metamorfosi K., qui invece Gregor Samsa, non perde totalmente la sua umanità per diventare un insetto. Il cerchio si chiude.
Che influenza può avere una formica all'interno del formicaio? Che importa ciò che fa? Perché ciò che fa è per il formicaio qualunque cosa essa faccia.
Il passaggio dalla disumanizzazione all'adozione delle macchine, alla sostituzione dell'uomo con la macchina, è solo l'ovvia scontata conseguenza di un percorso già iniziato da secoli. Non me ne meraviglio affatto, né mi scandalizzo.
Per me è ovvio e non ovviabile. Succederà e basta, non basteranno cento giudici Wiz, perché già Wiz è un Funzionario dell'Apparato, né più né meno che l'IA a cui si oppone. L'angelo che uccide il demone è egli stesso un demone.
Ma non contento di tutta questa carne al fuoco hai voluto aggiungere anche una riflessione sull'Arte. Complicatissimo argomento. Cos'è Arte? E cosa produzione commerciale. Cosa Prodotto? Quando un oggetto artistico diventa oggetto commerciale, dove il confine?
Adorno aveva le idee chiare al riguardo e ne ho scritto in abbondanza altrove.
Marino, se potessi ti darei dieci, non cinque. Il racconto c'è, hai messo su un discorso narrativo con le vicende di Chesire e di Wiz. Ma per un racconto breve è forse troppo. Moderazione, mi raccomando, la ybris è dietro l'angolo.
- Marino Maiorino
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Re: Immaginazione Artificiale
temo di non poter rispondere come sarebbe opportuno. Purtroppo non siamo esattamente sulla stessa lunghezza d'onda: mi concedo PeterPanescamente di sorvolare su uno studio analitico dei dettagli di un racconto perché già il mio lavoro mi ci costringe.
Inoltre, ho paura di ammazzare le storie. Come già ripetuto, loro mi si raccontano, io le "ascolto" e le metto su carta, tutto qui. Se cominciassi a ricamare intorno a questo e quello... Buona notte! Ci ho provato, e non è mai stata una bella cosa.
Più carne sul fuoco di quella che immagino... Tu lo temi, io lo spero. Solo pungolandolo si molesta il drago, che altrimenti è talmente immenso che chi ci cammina sopra nemmeno si accorge di dove appoggia i piedi, finché la bestia non si scuote.
Ripeto a te quanto già scritto a Ande60: ho avuto i brividi leggendo di avvocati che si fanno imbastire le pratiche. Posso aggiungere che c'è chi ha pubblicato su ArXiv articoli scientifici scritti da un'AI pieni di falsità. Il punto è esattamente quello che tu (e Wiz) sollevate: la responsabilità. Fateci quello che volete, con l'AI, ma non attribuitegli incarichi di responsabilità. Tra l'altro, ne dipende la nostra umanità (cos'è l'Uomo senza responsabilità, che è l'altro lato della medaglia del Libero Arbitrio?)
Il processo: quello che descrivi, con la disumanizzazione totale della macchina è esattamente quello che ho cercato di illustrare. La difesa è un algoritmo che valuta analiticamente costi e benefici per la parte rappresentata. Vista la situazione, e in mancanza di precedenti (su questo ci torno più avanti), si rimette alla clemenza della corte perché valuta che l'imputato ne avrebbe il minimo danno...
L'incongruenza nel mio processo: in realtà Wiz è quello che fa, riesamina le prove e riscrive la sentenza Cheshire. Osservi giustamente che il NOSTRO codice non è come quello anglosassone ma, rifletti un momento: quanto durerà il nostro codice in un mondo ancora più globalizzato del nostro? Davvero le major dei media tollereranno che una causa per Diritti d'Autore (sono loro che ne traggono i danni maggiori) possa essere condotta altrimenti che come loro sanno gestire? Nel ridotto spazio europeo vediamo come vanno le cose a trazione germanica.
Wiz non è un illuso e non crede di poter cambiare le cose, ma come ciascuno di noi vede che la diga sta crollando e ha due scelte: tappare la falla che ha davanti con le proprie mani, o scappare. Se scappa sarà travolto lo stesso, ma spera che quel suo gesto possa ritardare di un istante il disastro, possa salvare qualcuno. Credo che la differenza nella disperazione sia il sacrificio NON per chi si ama e si conosce, ma per un perfetto sconosciuto.
Wiz non attribuisce la responsabilità dello stato attuale all'avidità umana, questa è solo un'analisi di ciò che accadrà: oggi (e nel futuro prevedibile) i grandi rivolgimenti hanno TUTTI una base economica, dalla proibizione delle buste di plastica all'uso del GPL all'introduzione dell'Euro all'installazione dei pannelli solari al cambio del programma di studi deciso dal ministero dell'Istruzione all'affermazione di Tesla e di SpaceX, di Amazon, della Cina come secondo egemone... TUTTI. È davvero la banalità del male, è così perché così fan tutti, non ci vuole un pessimista o un nichilista per giungere alla stessa conclusione. Potrebbe andare diversamente? Una probabilità (piccola) c'è sempre, ma a spanne no, non c'è.
Nemmeno Wiz si scandalizza della disumanizzazione. Se resta a fare quello che fa è per rendere meno disumana la transizione, non certo per invertire il processo. E un po' sono anch'io così, anche perché ogni generazione ridefinisce la propria umanità: quello che accettiamo oggi sarebbe stato impensabile per mio nonno, che era maresciallo di polizia e galantuomo! Perciò, Wiz sa che in quel sistema può fare il tanto che fa e non si tira indietro. A lui è andata meglio che ad altri magistrati delle nostre parti...
Il discorso sull'arte... Ho voluto chiarire appena il mio pensiero, ma non affondare più di tanto. Mi serviva un incipit che tenesse distratto il lettore su altro e, visto che si sta facendo un gran straparlare delle AI in campo artistico, mi è parso l'argomento azzeccato. Quando il lettore capisce che il pericolo è altrove, è già preso nella tela giudiziaria. Davvero credo che in questo momento le persone siano abilmente distratte verso temi irrilevanti mentre sotto i loro occhi stanno passando fatti molto preoccupanti. Questo è ciò che puntavo a comunicare.
Ybris...
Namio, la mia è la ybris del bambino che gioca con qualunque cosa per curiosità, non per capriccio. Non voglio rompere nulla, solo capire com'è fatto, e poi raccontarlo a chi voglia ascoltare. Alle volte la storia è interessante, altre volte meh...
Ho già peccato una volta, se ybris può dirsi visto che non ero mosso da alterigia né da voglia di fare il male a chicchessia, e ne pago, ne pagherò ancora le conseguenze.
Dovrei peccare anche in un altro campo? Non sono interessato alla scrittura a questo punto, né avrei le forze per sostenere un altro supplizio.
Fortunatamente, posso contare sugli avvertimenti di altri.
Grazie per il ricco commento, e a presto
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"Un'opera d'arte", anche se riferito solo a Wiz è un complimento troppo grande per essere del tutto credibile
Ciò che dici a proposito dell'opera di creatività è vero oggi, quando ChatGPT è un "lexical analyser/generator on steroids" capace di generare una parola per volta (...), ma lo sarà sempre proprio per quello che spiega Roger: per la macchina non "ha senso".
Affinché avesse senso, dovremmo essere capaci di scrivere una formula per l'arte, per il significato delle cose. Al momento tutto quello che facciamo è analisi statistica e restare sulla falsariga di ciò che ha già prodotto determinati risultati. Siamo sempre noi che diamo il valore alle cose, addirittura prima che esse siano create.
Il pappagallo può ripetere all'infinito "Creeetino! Creeetino!", ma non ci offendiamo certo perché lo dice il pappagallo.
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Re: Immaginazione Artificiale
e grazie del passaggio.
In realtà credo che ogni racconto di questo dovrebbe parlare: dell'essere umani.
In quanto scrittori, noi decliniamo soltanto l'umanità a seconda della vicenda e dell'ambientazione del racconto, ma un racconto che si allontanasse da questa prospettiva non avrebbe alcun interesse: come capire cosa accade, o il perché?
La fantascienza più bella è quella dove più limpida si esprime l'umanità.
Un saluto
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Commento Immaginazione Artificiale
chiese provocatoriamente Wiz… chiese provocatoriamente Wiz. – - stessa frase ripetuta
spiegò il terminale». - - spiegò il terminale.
C’è la solita messe di “che” (ben 96) ma ormai me ne sono fatto una ragione. L’Intelligenza Artificiale ancora non ci ha messo lo zampino, altrimenti ne avremmo visto delle belle.
Hai usato il punto dopo i caporali (».), approvo. Era una delle regole della mia Casa Editrice.
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Trovo il testo un po’ verboso per i miei gusti, ma questo è lo stile dell’autore: non si può pretendere lo stesso stile per tutti gli scrittori. Per il momento l’Intelligenza Artificiale non ci ha omologati a un unico comportamento, e meno male.
Il mio voto è 5 per la brillante idea di aver trovato un argomento, magari già noto, ma non ancora troppo sfruttato, anche se lo sarà per poco: i generatori di contenuti e testo con IA, anche gratis, ormai spopolano.
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Quello che mi sembra chiaro è che tutto il processo è una riedizione del test di Turing, già pregevolmente messo in scena in Blade runner. In questo tuo racconto introduci la variante: macchine che riconoscono altre macchine. Ma poi vengono smentite da un test dell'immaginazione, i cui principi - ad essere sincero - non ho compreso bene: la macchina produce "un profluvio di testi" nello "stile" di Cheshire dopo che il ragazzo dà una sorta di ispirazione all'IA. Insomma, chi ha prodotto il primo testo (quello condannato): l'uomo o la macchina? E ancora una volta si propone la domanda: ma per cose è stato condannato Cheshire la prima volta? E che cosa lo assolve successivamente? Un po' kafkiano devo dire.
Intrigante la figura donchisciottesca del Giudice, che vuole salvare la sua professione dall'interferenza delle macchine (e, per altro, ha come miglior amico una macchina, con cui ha un intenso e umanissimo dialogo). E qui nasce un altro dubbio: la sentenza la pronuncia l'uomo o la macchina? A me sembra l'uomo. La macchina vale solo come perizia: verosimile con una certa probabilità. Una prova è una prova e un giudice deve attenersi ad essa nel giudizio. Ma, senza scomodare le macchine, ciò vale anche per altre perizie scientifiche, come la prova del DNA. La tua storia non sembra ancora comportare una rimpiazzo dell'uomo con la macchina, altrimenti la figura di Wiz sarebbe inutile e - come gli avvocati - potrebbe essere sostituito da un robot. L'uomo, invece, resta al centro del racconto e il giudice nel suo dramma non sentenzia mai nella certezza del giudizio: non sarebbe umano altrimenti, ma - appunto - una macchina. E grazie a Dio, il tuo Wiz ha ancora questa libertà di sbagliare. E ciò sarebbe potuto accadere nel successivo caso trattato (alle volte il caso!).
Poi il tutto termina con un j'accuse nei confronti del potere, reo di produrre leggi per fini altri che non siano la giustizia e le povere macchine che poverette non hanno la capacità connotativa di cogliere i secondi fini (si dice che la differenza tra noi e le macchine, è che noi abbiamo la capacità di mentire e simulare) e quindi eseguono pedissequamente la legge senza comprenderne il contesto.
Insomma, veramente molta carne al fuoco per un racconto così breve. Forse uno svolgimento più corposo gioverebbe molto alla chiarezza - almeno per me che non brillo per sveltezza e fantasia. Resta un racconto intrigante che suscita interrogativi e domande importanti.
Un abbraccio forte!
- Marino Maiorino
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Re: Immaginazione Artificiale
e grazie per l'attenzione.
Sollevi una serie di domande che dovevo aspettarmi, considerato che il dibattito sulle AI non è un tema caldo (avrebbe dovuto esserlo già anni addietro), e tutto quello che se ne legge è al massimo qualche pezzo di "colore" (tante belle parole e poca sostanza) solo perché qualcuno si è accorto di qualche applicazione sul web.
Di cosa è accusato Cheshire? DI plagio, sì. La macchina non plagia, la macchina è uno strumento, come una pistola o una pallottola "non" uccidono, ma il tipo che preme il grilletto. Il crimine è nell'intenzione, non nell'atto, se si usa una macchina per commetterlo.
Wiz lo giudica non colpevole in quanto la creazione è sua: si rifà a modi e stile di altri ma per veicolare un messaggio che è tutto e solo suo. Nella storia dell'arte esempi simili abbondano.
Il primo testo incriminato è stato creato da una macchina sotto l'ispirazione di Cheshire, esattamente come nel "test dell'immaginazione". Wiz ha voluto provare che senza quell'ispirazione nessuna macchina avrebbe potuto produrre un testo simile a quello di Cheshire, e quindi l'ispirazione, essendo basata sul concetto di Cheshire, non era plagio di altre opere dei querelanti.
Sì, la sentenza la pronuncia l'uomo, ma io cerco di ritrarre una situazione di passaggio. È sempre così, tutti noi viviamo quasi sempre in un momento di transizione mai completa (meno male), quindi esiste ancora l'uomo a emettere la sentenza, sebbene i margini per farlo in piena autonomia si vadano sempre più assottigliando perché "fa più comodo", ci si toglie un peso dalla coscienza, peso che è la responsabilità di prendere decisioni gravi.
Una macchina non ha responsabilità, ed è proprio qui il punto di tutto il racconto: se si creano macchine talmente "intelligenti" da poter prendere decisioni sulla vita degli esseri umani, di chi è la responsabilità delle decisioni prese da queste macchine?
Sì, tanta carne al fuoco. Chissà, magari dovrei davvero allungarlo...
Grazie ancora e a presto!
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Re: Immaginazione Artificiale
Molto più chiaro così, anche se Cheshire - a mio giudizio - è più colpevole nel secondo caso, perché usa la macchina - come l'assassino usa la pistola - per commettere un plagio. L'ispirazione qui è come premere il grilletto: l'intento resta quello di plagiare. Grazie al cielo nel tuo racconto le macchine non sembrano affatto prendere decisioni, ma si limitano a esprimere giudizi di fatto. In un'ottica kantiana il giudizio di ragione resta una prerogativa tutta umana.Marino Maiorino ha scritto: ↑12/03/2023, 10:31 Ciao Domenico,
e grazie per l'attenzione.
Sollevi una serie di domande che dovevo aspettarmi, considerato che il dibattito sulle AI non è un tema caldo (avrebbe dovuto esserlo già anni addietro), e tutto quello che se ne legge è al massimo qualche pezzo di "colore" (tante belle parole e poca sostanza) solo perché qualcuno si è accorto di qualche applicazione sul web.
Di cosa è accusato Cheshire? DI plagio, sì. La macchina non plagia, la macchina è uno strumento, come una pistola o una pallottola "non" uccidono, ma il tipo che preme il grilletto. Il crimine è nell'intenzione, non nell'atto, se si usa una macchina per commetterlo.
Wiz lo giudica non colpevole in quanto la creazione è sua: si rifà a modi e stile di altri ma per veicolare un messaggio che è tutto e solo suo. Nella storia dell'arte esempi simili abbondano.
Il primo testo incriminato è stato creato da una macchina sotto l'ispirazione di Cheshire, esattamente come nel "test dell'immaginazione". Wiz ha voluto provare che senza quell'ispirazione nessuna macchina avrebbe potuto produrre un testo simile a quello di Cheshire, e quindi l'ispirazione, essendo basata sul concetto di Cheshire, non era plagio di altre opere dei querelanti.
Sì, la sentenza la pronuncia l'uomo, ma io cerco di ritrarre una situazione di passaggio. È sempre così, tutti noi viviamo quasi sempre in un momento di transizione mai completa (meno male), quindi esiste ancora l'uomo a emettere la sentenza, sebbene i margini per farlo in piena autonomia si vadano sempre più assottigliando perché "fa più comodo", ci si toglie un peso dalla coscienza, peso che è la responsabilità di prendere decisioni gravi.
Una macchina non ha responsabilità, ed è proprio qui il punto di tutto il racconto: se si creano macchine talmente "intelligenti" da poter prendere decisioni sulla vita degli esseri umani, di chi è la responsabilità delle decisioni prese da queste macchine?
Sì, tanta carne al fuoco. Chissà, magari dovrei davvero allungarlo...
Grazie ancora e a presto!
Molto più distopico il caso di Matrix - edizione cinematografica dei cervelli nella vasca di Putnam. In quel caso i robot prendono effettivamente delle decisioni, ma - ancora una volta - non al posto degli uomini: seppur irreale la vita dei cervelli nella vasca implica ancora libertà di scelta (tant'è vero che Neo può ancora scegliere tra la pillola blu e la rossa). La macchina si limita a giudizi fattuali - per chiarire, se Neo decide di afferrare un bicchiere, la macchina si preoccuperà di stimolare gli organi di senso in modo che Neo faccia realmente l'esperienza di stringere un corpo solido.
La macchina del tuo racconto non è altro che un'edizione del test del DNA. E - cosa ancora più sorprendente - anche Roger si limita a giudizi di fatto e non esprime mai un giudizio di merito: anzi esita ogni volta che si trova costretto a farlo (salvo mostrare un'atteggiamento umano, quasi intuisse la conclusione del ragionamento, ma non fosse in grado di esprimerla). Per questo il rapporto tra Wiz e Roger appare ancora più paradossale: un rapporto uomo-macchina fin troppo intimo, anche se Roger apparentemente non passerebbe il test di Turing.
Ribadisco, si tratta di un ottimo lavoro, che esigeva ben altro spazio di approfondimento.
Sempre un piacere per la mente leggerti!
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Il tuo racconto non è diverso da quello che hai proposto nelle ultime gare, un racconto curato, complesso e ricco di spunti di riflessione.
L'idea di plagio è qualcosa che non muore e non morirà mai, sia per chi voglia plagiare, ma anche per chi si trovi accusato di ciò essendo comunque in buona fede.
Per me 5 meritato.
- Marino Maiorino
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Re: Immaginazione Artificiale
a Cheshire non interessa plagiare, ed è questo il nodo della questione: approfitta di maniere riconosciute per dare visibilità al proprio messaggio. In ciò non sarebbe il primo né l'ultimo a "fare cose come" per farsi notare (manierismo? neoclassicismo? rinascimento? Arcadia? Intere correnti artistiche hanno fatto e fanno della re-interpretazione la loro spina dorsale).
Ma quello sull'arte è un discorso che nel racconto cerco di rendere secondario: ci si copia? È l'input umano a separare l'arte da ciò che non lo è perché, come ti risponderebbe ChatGPT, le macchine "non hanno esperienza soggettiva delle emozioni". Quando scrivo del dolore per una persona scomparsa lo faccio per averlo provato, per averne esperienza, ma la macchina non può sentire la mancanza, il vuoto lasciato. Quello espresso dalle macchine è un collage di "frasi di circostanza". Perciò tutta la querelle che attualmente sta impazzando non ha letteralmente senso.
Ma quando alle macchine è dato il potere di operare su cose che avranno ricadute sull'esistenza degli umani, allora il problema è reale proprio perché la macchina non "capisce" l'umano, e attualmente si discute molto sul primo caso e per niente sul secondo.
Perché le macchine in tutta la narrativa che citi non esprimono giudizi di merito? La prima ragione, "naturale", ovvia, è proprio che le macchine non hanno esperienza soggettiva di ciò che esprimono (o comunque la loro esperienza soggettiva è molto diversa dalla nostra. Per tornare alla scomparsa di qualcuno, se a un programma muore il programmatore, il "padre", il programma non sentirà la mancanza dei suoi input, nemmeno se fosse programmato per simulare la mancanza). La seconda, più sottile forse, è che tutta questa letteratura DEVE esprimere momenti di transizione, nei quali le macchine non hanno ancora queste esperienze soggettive, altrimenti l'autore non può imbastire il dialogo tra uomo e macchina, nodale per confrontare diversi concetti di giustizia, creatività, vita, ciascuno con la sua eredità filosofica (umano vs. puramente razionale), con le sue salde radici persino nelle filosofie politiche (il nazismo, il comunismo).
L'unico esempio che ricordo di un caso dove il dibattito non si pone è un racconto Sci-Fi dei tempi d'oro (non chiedermi autore e titolo): il supercomputer galattico viene finalmente acceso e lo scienziato pone la fatidica domanda: "Esiste Dio?" Un raggio uccide lo scienziato, salda la leva d'accensione in posizione on, e una voce risponde "Sì, adesso Dio esiste!"
Il rapporto con Roger è diventato intimo così come alcuni sviluppano un rapporto intimo con Alexa o Siri. Come vedi la mia è falsa Sci-Fi, è dipingere lo sfondo di lucine mentre siamo ancora qui e ora. Ma il cambio di parati serve a evidenziare quello che sta accadendo ora e che nessuno sembra percepire. "C'è un elefante nel soggiorno", ma nessuno lo vede.
Grazie a te per i piacevoli scambi.
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Re: Immaginazione Artificiale
e grazie anche a te per il gradimento.
Sarebbe anche interessante rifinire un po' quest'idea di plagio, proprio per evitare di incorrere in diatribe legali come quella del povero Cheshire e che Wiz deve dirimere a rischio della propria carriera.
Purtroppo, intorno a questa cosa ci sono oggi troppi interessi (SIAE, fischiano le orecchie?). I diritti di un'opera sono dell'EDITORE per 70 anni, 90 anni in UK (e già...). Notato come le leggi si chiedono e si fanno per aiutare l'EDITORIA e non la SCRITTURA o la LETTERATURA?
La lingua batte dove il dente duole, e le cose stanno crudamente così. In fondo, gli editori sono stati capaci di ottenere i diritti di riproduzione su volumi vuoti e bianchi (burle da "buontemponi", ma i diritti restano...).
Ancora grazie, e a presto!
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Tanti spunti, ci sarebbe da scriverne parecchio; il confronto fra il giudice e Roger è molto approfondito, mentre altri punti vengono solo accennati (i due casi di plagio, le "severissime leggi sul Diritto d'Autore" e le relative pene, ecc.)
Ottimo racconto.
Riguardo alla forma: quell'accesse mi è saltato agli occhi, anche artilugio (spagnolo, vero?) lo sostituirei con marchingegno o qualcosa del genere.
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Re: Immaginazione Artificiale
"Qualcosa di Asimov"... Non so se in questo momento è più forte l'imbarazzo o la vanagloria!
"Accesse"... Non mi era del tutto naturale, ma non so quale altro possa essere il remoto di accedere. "Accedette", da campano, sembra una confessione di omicidio, e con la lingua bisogna anche osare, cum grano salis. Non mi sembrava un crimine imperdonabile.
"Artilugio", è vero, in spagnolo è forse (appena) più comune, ma mi apparteneva già prima di trasferirmi qui, quindi in italiano magari è solo desueto.
Grazie ancora, verificherò quanto osservi.
A presto!
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Re: Immaginazione Artificiale
Accedé/accedette sarebbero corretti, io forse avrei scriito "effettuò l'accesso" o simile. Certo che sono quisquilie.Marino Maiorino ha scritto: ↑19/03/2023, 17:40 "Accesse"... Non mi era del tutto naturale, ma non so quale altro possa essere il remoto di accedere. "Accedette", da campano, sembra una confessione di omicidio, e con la lingua bisogna anche osare, cum grano salis. Non mi sembrava un crimine imperdonabile.
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Re: Immaginazione Artificiale
Certo, se uno vuole giocare.
Ma sarà bene prendere nota di tutti i buoni insegnamenti, per quando vorrò diventare grande.
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Gare letterarie stagionali - annuario n° 1 (2018 - 2019)
Le Gare letterarie stagionali sono concorsi a partecipazione libera, gratuiti, dove chiunque può mettersi alla prova nel forum di BraviAutori.it, divertirsi, conoscersi e, perché no, anche imparare qualcosa. I migliori testi delle Gare vengono pubblicati nei rispettivi ebook gratuiti i quali, a ogni ciclo di stagioni, diventano un'antologia annuale come questa che state per leggere.
A cura di Massimo Baglione.
Contiene opere di: Alessandro Mazzi, Angelo Ciola, Aurora Gallo, Ida Dainese, Carlo Celenza, Carol Bi, Daniele Missiroli, Draper, Edoardo Prati, Fabrizio Bonati, Fausto Scatoli, Gabriele Ludovici, L.Grisolia, Laura Traverso, Liliana Tuozzo, Lodovico, Marco Daniele, Namio Intile, N.B. Panigale, Nunzio Campanelli, Pierluigi, Roberto Bonfanti, Seira Katsuto, Selene Barblan, SmilingRedSkeleton, Stefano Giraldi Ceneda, Teseo Tesei, Tiziano Legati, Tiziana Emanuele.
Vedi ANTEPRIMA (950,08 KB scaricato 68 volte).
L'Animo spaziale
Tributo alla Space Opera
L'Animo Spaziale è un tributo alla space opera. Contiene una raccolta di racconti dell'autore Massimo Baglione, ambientati nella fantascienza spaziale. Un libro dove il concetto di fantascienza è quello classico, ispirato al Maestro Isaac Asimov. La trilogia de "L'Animo Spaziale" (Intrepida, Indomita e Impavida) è una storia ben raccontata con i giusti colpi di scena. Notevole la parentesi psicologica, in Indomita, che svela la complessa natura di Susan, elemento chiave dell'intera vicenda. "Intrepida", inoltre, ha vinto il primo premio nel concorso di letteratura fantascientifica "ApuliaCon 2006" (oggi "Giulio Verne"). I racconti brevi "Mr. Sgrultz", "La bottiglia di Sua Maestà" e "Noi, sorelle!" sono stati definiti dalla critica "piccoli capolavori di fantascienza da annoverare negli annali.
Di Massimo Baglione.
Vedi ANTEPRIMA (1,68 MB scaricato 310 volte).
Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Human Take Away
Umani da asporto
"Human Take Away" è un racconto corale dove gli autori Alessandro Napolitano e Massimo Baglione hanno immaginato una prospettiva insolita per un contatto alieno. In questo testo non è stata ideata chissà quale novità letteraria, né gli autori si sono ispirati a un particolare film, libro o videogioco già visti o letti. La loro è una storia che gli è piaciuto scrivere assieme, per divertirsi e, soprattutto, per vincere l'Adunanza letteraria del 2011, organizzata da BraviAutori.it. Se con la narrazione si sono involontariamente avvicinati troppo a storie già famose, affermano, non era voluto. Desiderano solo che vi gustiate l'avventura senza scervellarvi troppo sul come gli sia venuta in mente.
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Nota: questo libro non proviene dai nostri concorsi ma è opera di uno o più soci fondatori dell'Associazione culturale.
Calendario BraviAutori.it "Year-end writer" 2021 - (a colori)
A cura di Tullio Aragona.
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La Gara 70 - Troppo tardi
A cura di Lodovico Ferrari.
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Gara di primavera 2019 - La contessa, e gli altri racconti
A cura di Massimo Baglione.
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