A Marina...

Spazio dedicato alla Gara stagionale di primavera 2025.

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Alberto Marcolli
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A Marina...

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

leggi documento Spiacente ma, in questo browser, la lettura a voce non funziona.

Oggi vorrei scriverti una lettera d'amore. In tanti anni che stiamo insieme, non l’ho mai fatto, e ora – credimi – mi sento un po’ ridicolo.
Perché lo faccio?
Non lo so, anzi sì… chiedo scusa! So di essere il solito pasticcione.

Dunque… se ben ricordo, una lettera d’amore dovrebbe iniziare con…

…ma come sei buffa vestita da giardiniere, mentre ti osservo dalla finestra della cucina, impegnata a potare le tue rose. Hai le guance arrossate e qualche goccia di sudore ti scivola dalla fronte…
Sto divagando…
Perché mi è così difficile scrivere due parole? Due semplici sciocche parole.
Decine di volte mi sono affiorate alle labbra e le ho sempre ricacciate indietro, nella convinzione che tu non avevi alcun bisogno di sentirle.
Ovvio che ti volevo bene. Come si può non voler bene a chi è cresciuto con te e con te ha camminato?
Niente tormenti, diffidenze o puntigli, ma soltanto una coppia moderna, sorridente alla vita: a modo suo… con semplicità. Quindi, il giorno in cui mi hai confidato d’aver conosciuto un altro che ti faceva battere il cuore, come avrei potuto prendermela più di tanto?
Non si può professare la libertà e poi rimangiarsi tutto, solo perché è salito all’improvviso un groppo alla gola!
La libertà può pure far male. L’ho capito, mio malgrado, quando mi hai detto: «Vado via con lui per qualche giorno.»
Perdonami se non sono riuscito a sorridere e ho taciuto.
Cos’avrei potuto dire?

Hai riempito una valigia e sei uscita.
Andava tutto bene, mi ripetevo, a parte il cerchio alla testa e il dolore sordo nel profondo del cuore.

Poi sei tornata, pure abbronzata, convinta che fossi qui, pronto ad ascoltare il racconto della tua vacanza.
Scusami se non ce l'ho fatta. Te ne sei accorta subito che non ero quello di sempre. Avevo il volto tirato e gli occhi lividi dopo una settimana di notti in bianco e qualche whisky di troppo.

«Ti sei dato ai bagordi?» hai tentato di scherzare…

Da bravo stupido, ti ho risposto: «Un'influenza micidiale mi ha messo a terra, ma poi passa!»
E invece non passava per niente.
Ho frugato tra le tue cose e mi sono macerato nei sentimenti più vili, anche se la tua avventura era finita, e il tuo cuore aveva ripreso i suoi placidi battiti nei miei confronti.

Amo i tuoi occhi verdemare. Mi straziano quando si fanno di ghiaccio e trafiggono la mia spoglia anima indifesa. Tu nemmeno te ne accorgi… nemmeno sai che in questi attimi infiniti il mio corpo si copre di dolorose cicatrici.
Poi torni a posare il tuo sguardo benevolo su di me, e chissà quali pensieri agitano il tuo cuore, mentre i miei vagano per la stanza, rivestono le tue spalle nude, accarezzano timidi la tua pelle delicata.

Non so se provi le mie stesse emozioni. Non importa. L'importante è che ci sei.
E che io ci sono. Anche così. Dietro una finestra.
E domani?
Domani è San Valentino, e si vedrà…
Ultima modifica di Alberto Marcolli il 09/04/2025, 17:00, modificato 3 volte in totale.
Vittorio Felugo
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Messaggio da leggere da Vittorio Felugo »

Un racconto particolare, quasi una poesia in… prosa. Lo sfogo interiore del protagonista, che ha un atteggiamento un po' bizzarro: lascia che la fidanzata (moglie? convivente?) vada in vacanza con un altro, e poi se la riprende in casa (o la casa è della donna?), macerandosi nella gelosia… Non so quante persone, nella realtà, accetterebbero questa situazione (io no di certo). Però è un tema che dà originalità al testo, scritto molto bene, come al solito.
Lo ritengo da 4. Però non posso, perchè manca il sondaggio…
Yakamoz
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Messaggio da leggere da Yakamoz »

Bel nome, Marina. Il testo ricorda vagamente Neruda, concettualmente.

Mi scrivi:

"Oggi vorrei scriverti una lettera d'amore… Perché mi è così difficile scrivere due parole?"

La risposta è semplice: perché "Lingua mortal non dice quel ch'io sentiva in seno", dice Puccio (Puccio è Leopardi). Ligabue dice invece che "Ha perso le parole…", ma entrambi, e anche te, vogliono dire che la lingua è un codice, fatto di significati e significanti, e non sempre è possibile rintracciare il significante giusto per esprimere quel che si prova dentro. Più semplicemente: tradurre emozioni e stati d'animo complessi in parole.

Ancora:

"Decine di volte mi sono affiorate alle labbra e le ho sempre ricacciate indietro, nella convinzione che tu non avessi alcun bisogno di sentirle."

"E non abbiamo bisogno di parole per spiegare quello che è nascosto in fondo al nostro cuore", dice Ron in una canzone: il senso è comunque quello; cambiano solo le parole.

Scrivi: "Ovvio che ti volessi bene." E perché non "Ovvio che ti volevo bene."? L'imperfetto di solito è il presente del passato e con "volessi" (congiuntivo) sembra più qualcosa di "prospettico che dà una sfumatura di incertezza" e non "attuale" (attuale nel passato, intendo), nel senso più oggettivo e concreto. Ma è corretta con entrambi i verbi la frase: il senso cambia.

"Il dolore sordo nei dintorni del cuore", non mi suona bene; sembra retorica (di plastica), in particolare il sostantivo "dintorni", che ricorda la parola "paraggi": una cosa quindi periferica. Dice una poeta di lingua inglese:

"I hear it in the deep heart's core." Lo sento nella profondità del cuore, quindi più centrata sulla parola "cuore" la frase. Cambierei con qualcosa di simile o anche togliendo la parola "dintorni".

Ancora:

"Ho spiato tra le tue cose e mi sono macerato nei sentimenti più vili…", con "sbirciato" o "frugato", come a voler cercare una propria conferma di qualcosa, sarebbe più bella la frase, ma se ti piace "spiato", lascialo.

Ancora:

"Tu nemmeno te ne accorgi… nemmeno sai che in questi attimi infiniti il mio corpo si copre di dolorose cicatrici."

Dice un poeta/mistico persiano, Rumi:

"La ferita è il posto dove entra la luce", e poi si cicatrizzano.

Chiusura del tuo testo:

"E che io ci sono. Anche così. Dietro una finestra. E domani? Domani è San Valentino, e si vedrà…"

Quindi ogni cosa, passione, amore, tormento e altro si chiude con un messaggio di speranza e fiducia nel domani.

Bel componimento, Alberto Marcolli.

Per il voto ripasso… sono un po' indeciso.

P.S. Le cose scritte da me sono solo osservazioni, perché il testo è già molto efficace nella sua "emotività", come impatto/impressione, che intende trasmettere.

Cari saluti,

Antonio
Yakamoz
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Re: A Marina...

Messaggio da leggere da Yakamoz »

Sono passato per il voto, stasera do i numeri… Voto 5.

Motivo il voto:

Essendo io un poeta mancato, ma un discreto prosatore, premio i "sentimenti" di cui questo racconto lirico è un buon esempio.

Saluti…

Antonio

Aggiungo una cosa, visto che se ne parla nel tuo racconto:

Chi ama davvero sa perdonare, perché le persone non sono oggetti che possiamo possedere. Perdonare anche nel senso di comprendere e accettare gli altri per come sono. (Sembro un prete per come a volte scrivo, ma sono solo un misero peccatore. Miserere!)
ElianaF
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Commento: A Marina...

Messaggio da leggere da ElianaF »

Lettera/racconto che si lascia leggere ma non mi ha entusiasmato.
Le frasi: " Ovvio che ti volevo bene. Come si può non voler bene a chi è cresciuto con te e con te ha camminato?" mi è parso che portassero la trama da un'altra parte. Chi scrive non ama più Marina? Si tratta di una compagna o di una amica o parente?
Poi tutto diventa più chiaro. Chi scrive sembra interessato solo ai propri sentimenti.
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Alberto Marcolli
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Re: Commento: A Marina...

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

ElianaF ha scritto: 15/04/2025, 12:51 Lettera/racconto che si lascia leggere ma non mi ha entusiasmato.
Le frasi: " Ovvio che ti volevo bene. Come si può non voler bene a chi è cresciuto con te e con te ha camminato?" mi è parso che portassero la trama da un'altra parte. Chi scrive non ama più Marina? Si tratta di una compagna o di una amica o parente?
Poi tutto diventa più chiaro. Chi scrive sembra interessato solo ai propri sentimenti.
Chi scrive è un uomo. Se uno scrive una lettera d'amore, è ovvio che la scrive a una compagna di cui è ancora innamorato, anche dopo tanti anni, altrimenti non avrebbe aspettato il suo rientro.
Quello che lui non sa è se lei è ancora innamorata, e si ripromette di chiarirlo il giorno dopo, guarda caso proprio a San Valentino, festa degli innamorati. Lui spera, inoltre, che l'avventura sia finita non troppo bene, visto che Marina è tornata,
Se una coppia è libera, queste cose succedono, e anche le donne tradiscono, ma non è detto che debbano finire sempre a coltellate, o no?

"Chi scrive sembra interessato solo ai propri sentimenti." Ovvio, lei è appena tornata e il chiarimento avverrà all'indomani.
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Ishramit
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Messaggio da leggere da Ishramit »

Testo ben scritto ed efficace nel comunicare le emozioni dell'autore di una lettera d'amore dal contesto sicuramente inusuale e perciò più difficile da introdurre al lettore in così poco spazio. Quello che manca a questo racconto è tuttavia una cornice: a mio parere funzionerebbe molto bene all'interno di una storia vera e propria, che ci dia qualche indizio in più su ciò che è avvenuto prima ma soprattutto su cosa accadrà dopo, mentre così da solo il potenziale rimane un po' imprigionato, un po' come il protagonista che rimane al di là di quella finestra che non è chiaro in che senso lo divida dalla sua amata.
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Ciao Alberto, ho avuto l'impressione di aver già letto qualcosa di simile, scritto da te, o forse mi sbaglio, forse lo avevo letto senza valutarlo, lo farò ora; la stesura del tuo racconto è come sempre ben esposta, il contenuto ahimè, mi piace poco. Trovo un pochino irritante il comportamento da "zerbino" di lui nei confronti della sua lei, che non si capisce se moglie, amante o fidanzata. Dal mio punto di vista, anche se si è innamorati, tollerare così tanto non mi pare possibile. Ma è solo il mio punto di vista: epperò e da qui che devo partire per una valutazione.
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Alberto Marcolli
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Re: A Marina...

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Alle due signore non è piaciuto il comportamento di Piero, l'autore della letterina, eppure garantisco che si tratta dell'esperienza reale di un mio conoscente, solamente non è finita con un femminicidio, e meno male, dico io.
Per la cronaca. Marina e Piero sono ancora insieme dopo quasi cinquant'anni, convivono ma non si sono mai sposati.
Strana la vita, molto strana.
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Alberto Marcolli
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Re: commento

Messaggio da leggere da Alberto Marcolli »

Laura Traverso ha scritto: 28/04/2025, 14:32 Trovo un pochino irritante il comportamento da "zerbino" di lui nei confronti della sua lei.
Alle due signore non è piaciuto il comportamento di Piero, l'autore della letterina, eppure garantisco che si tratta dell'esperienza reale di un mio conoscente, solamente non è finita con un femminicidio, e meno male, dico io.
Per la cronaca. Marina e Piero sono ancora insieme dopo quasi cinquant'anni, convivono ma non si sono mai sposati.
Strana la vita, molto strana.
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