Cuore di mamma

Spazio dedicato alla Gara stagionale d'autunno 2023.

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Sondaggio concluso il 25/12/2023, 23:00

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Andr60
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Cuore di mamma

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1.
- Mamma, grazie! Che bello, è proprio la bambola che volevo! Sei la mamma migliore del mondo!
Polly, felicissima, saltò al collo della madre e l'abbracciò forte. Daisy si sentiva un po' in colpa; si sa, quando un matrimonio finisce i bambini sono quelli che soffrono di più, anche se a volte non lo danno a vedere. Il matrimonio di Daisy con Frank era andato avanti, tra alti e bassi – soprattutto i secondi – per otto anni, poi Daisy non ce l'aveva più fatta e se n'era andata con la bambina, che in quel momento aveva solo tre anni. Ora ne aveva sette; erano stati quattro anni duri, ma Daisy era orgogliosa di poter dire: ”Ce l'ho fatta!”, in barba a tutti quelli, a partire dai suoi genitori, che dicevano che se ne sarebbe tornata da Frank in ginocchio, chiedendo pietà. Frank aveva la parlantina sciolta, e li aveva incantati subito; beh, veramente, la prima a cadere nella sua rete ammaliatrice era stata lei...
***
Le trattative erano state estenuanti, ma alla fine papà Ahmed e il futuro sposo Malik erano arrivati a un accordo. Finalmente Jamila poteva pensare al suo corredo: sapeva già a chi rivolgersi, anche perché non è che ci fosse molta scelta. Gli unici sarti e venditori di tessuti rimasti in città, almeno nella zona vicino alla loro casa, erano quattro, e due avevano articoli pessimi. Gli altri o erano scappati, o erano morti sotto lo bombe che avevano distrutto anche i loro negozi. Khaled aveva sempre avuto abiti da sposa bellissimi, e Jamila ancora si ricordava quando, da bambina, si fermava incantata davanti alle sue vetrine a guardarli e a fantasticare del momento in cui ne avrebbe indossato uno. Ora il momento era arrivato e, pur tra le macerie e le bombe che avevano ucciso e mutilato tanti amici e parenti, lei si sentiva felice.
2.
Finalmente il controllo missione era arrivato; quel bellimbusto, un tizio di Langley, era come al solito in ritardo e Daisy sospettava che non sempre fosse a causa del suo lavoro. Il tizio trattava tutti dall'alto in basso, quasi come se il personale dell'Aviazione dovesse essere al suo servizio. Essere considerata alla stregua di una cameriera faceva andare Daisy su tutte le furie, lei che se ne era andata di casa proprio per questo. E comunque, una cameriera non guida un aereo da seimila miglia di distanza…
Il sistema di controllo doveva apparire complicatissimo, agli occhi di un profano: monitor, leve, pulsanti e led dappertutto. Ma Daisy ormai ci era abituata, e tutto ciò le sembrava normale routine. In fondo, si trattava sempre e soltanto di un video-game. Si ricordava ancora l'espressione di Tommy, quando l'aveva stracciato allo sparatutto del bar davanti alla scuola. Aveva quindici anni, e quel gioco – come si chiamava? Ah sì, Destroy the Terrorist – era il principale argomento di conversazione dei suoi compagni di classe. Solo dei maschi, naturalmente, ché le femmine parlavano di trucco, smalto per unghie e vestiti, argomenti che la annoiavano molto. Un giorno decise di provare quel gioco, tra la sorpresa e gli sfottò dei suoi compagni e degli avventori del bar. Dopo due partite di riscaldamento, Tommy la sfidò, tra le risatine dei compagni di classe. Sì, perché il ragazzo era considerato un vero fuoriclasse, imbattuto da un anno. Daisy, senza nemmeno impegnarsi troppo, lo sconfisse nettamente e il poveretto uscì dal bar a capo chino; per una settimana non si fece vedere per la vergogna. Quanto a Daisy, capì che era quella la sua vera vocazione.
3.
Dopo il diploma, le era sembrato naturale fare il corso da ufficiale della Marina, con l'obiettivo di diventare pilota di caccia; Top Gun era sempre stato il suo film preferito, ma a differenza delle sue compagne non avrebbe voluto sposare il protagonista, ma diventare come lui. La più grande delusione della sua vita la ebbe quando venne sottoposta a un esame approfondito della vista: le trovarono un difetto – astigmatismo, dissero – ma, soprattutto, le comunicarono che ciò significava lo stop alla sua carriera di pilota prima ancora di iniziarla. Le proposero un lavoro di ufficio in una delle basi e lei accettò, in fondo era un modo come un altro di servire il proprio Paese, anche se non era esattamente ciò che aveva in mente.
***
L'accordo prevedeva che la famiglia di Malik si facesse carico del banchetto di nozze e di assoldare i suonatori: Malik riuscì a convincere un cantante ben conosciuto della zona, Mohammed Rawani, dotato di una voce possente che Jamila ricordava di aver sentito al matrimonio di una sua amica, e di esserne rimasta incantata. La 'arada – cioè la parata di benvenuto degli sposi – sarebbe stata un successo.
E arrivò il gran giorno. Malik sarebbe rimasto di sasso, pensò Jamila maliziosamente: l'abito bianco che aveva scelto, insieme alla madre e alle sorelle, la faceva assomigliare a una di quelle principesse che aveva visto alla TV satellitare – quando funzionava. Anche papà Ahmed rimase impressionato e gli vennero le lacrime agli occhi, al pensiero di quanto era diventata bella quella figlia che – almeno così gli sembrava – aveva tenuto in braccio solo fino a poco tempo prima.
- Dovrebbe arrivare anche zio Samir, mi ha chiamato poco fa. - le disse, sapendo quanto Jamila gli era affezionata: il fratello di Ahmed infatti le aveva tagliato i capelli per la purificazione prima dell’aqiqah, offrendo poi una pecora in sacrificio ai partecipanti alla cerimonia di entrata della neonata nella Umma.
4.
Ma bando ai ricordi, si disse. Daisy ora era lì, davanti a quella console, per difendere il proprio Paese dai terroristi che odiavano i suoi valori, la Libertà e la Democrazia. Se Mister Langley diceva che bisognava bombardare la Siria, per lei andava bene così. Avrebbe fatto tutto il necessario per dare a Polly un futuro di sicurezza e di prosperità. I droni spia avevano individuato il bersaglio: si trattava di un'auto che procedeva lentamente, a causa del traffico, inusuale da quelle parti, vista la situazione di guerra. Fu dato l'ordine di attendere, in modo da non coinvolgere altri mezzi; improvvisamente l'auto, una Mercedes, si fermò davanti a un locale.
***
Samir scese all'auto, insieme a due guardie del corpo; la prudenza non era mai troppa, per uno che era da tempo nel mirino dei fondamentalisti. Samir infatti era un dirigente importante del governo di Assad, o almeno di quello che ne era rimasto, dopo l'aggressione dei traditori e degli stranieri spalleggiati dall'Arabia Saudita. Era già scampato a due auto-bomba, e la ragione avrebbe dovuto imporgli di rimanere nascosto per un po', ma come si fa? Si disse lui, la mia nipote e figlioccia si sposa e io mi acquatto come una donnetta? E che esempio darei ai miei uomini, come potrei chiedere loro di rischiare la vita? Mise in un angolo della mente queste considerazioni ed entrò nel salone.
5.
Daisy era impaziente: il bersaglio era entrato in un locale e ora non era più visibile, cosa diavolo stavano aspettando? Mister Langley stava parlando al cellulare con qualcuno, probabilmente il suo superiore. Daisy intercettò solo qualche parola: bersaglio confermato, conseguenze, alleati soddisfatti o qualcosa del genere.
- Abbiamo l'okay dall'alto, possiamo procedere. - disse l'uomo, finalmente.
Daisy verificò tutti i parametri e poi azionò le manopole; seimila miglia più a est, due missili a guida laser si sganciarono dal drone Reaper e puntarono sul salone delle feste nel quale si stava svolgendo la cerimonia di nozze di Jamila e Malik.
***
Najeeb odiava i matrimoni; tutta quella musica, i tamburi, il frastuono incessante, le donne che non smettevano un momento di parlare, le sue cuginette che volevano trascinarlo a tutti i costi nel vortice delle danze – Najeeb odiava anche ballare. Per fortuna sua madre si era distratta un attimo e lui era riuscito a sgattaiolare fuori, per avere un po' di tregua. All'improvviso un fischio acuto gli fece mettere le mani sulle orecchie, poi non capì più nulla. Non sapeva se era svenuto, o solo intontito; si trovò comunque distante dal punto in cui stava prima, anche se era difficile stabilirlo, visto che era scomparso l'intero condominio dove sorgeva il salone delle feste. Incredulo, Najeeb camminò tra rottami e residui di abiti svolazzanti; vide anche braccia, gambe e tronchi umani bruciati, ma il suo sguardo infantile non li riconobbe subito, rifiutandosi di adeguarsi alla realtà. L'unica cosa di cui era sicuro, pensò tra le lacrime, era che ora avrebbe desiderato ballare con qualcuno, ma la musica era finita.
6.
- Ottimo lavoro, tenente Miller. - le disse il Generale.
- Grazie, Signore, ma ho solo fatto il mio dovere. - si schermì Daisy, che era comunque soddisfatta dell'esito della missione. Mister Langley aveva riferito che era stato neutralizzato un esponente pericoloso del governo dello stato canaglia siriano, e che quindi la pace era sempre più vicina. Quanto ai danni collaterali, erano “limitati a poche unità”.
- Si aspetti una gratifica a fine mese, per l'eccellente lavoro svolto. - si congedò il Generale.
- Grazie, Signore.
Daisy arrivò a casa carica di doni per Polly: - Grazie, mamma! Quanti regali, festeggiamo qualcosa?
- No, diciamo che ho avuto una bella giornata.
- Wow, c'è anche la Barbie con il lanciamissili, che meraviglia! - la bambina era sempre più entusiasta.
Daisy si mise a preparare la cena e intanto accese la TV. Era sintonizzata su Fox News: “… Fonti di Al Jazeera riferiscono di una strage, avvenuta ad Aleppo oggi pomeriggio. Sarebbero almeno settanta i morti, e centoquindici i feriti, il bilancio di un attentato avvenuto durante un matrimonio...”. Queste bestie non risparmiano nemmeno i matrimoni, maledetti loro! Pensò Daisy, che odiava sempre di più i terroristi musulmani.
Stava servendo in tavola i cheeseburger, quando un commentatore parlò dei droni; corse ad alzare il volume del televisore:
“… È necessario a mio avviso, vista l'importanza che stanno assumendo nelle guerre del ventunesimo secolo, accogliere la proposta avanzata dalla Northrop Grumman e che si sta discutendo in questi giorni al Congresso, ossia il passaggio ai droni con guida automatica diretta da una IA. Solo così potremo avere una copertura continua h24 e con operatività costante e riproducibile...”. Daisy smise di addentare il panino e rimase bloccata davanti allo schermo, poi si riprese e iniziò a pensare. A quanto pareva, la pacchia era finita, peccato! Quel lavoro le piaceva parecchio, Ma l'America è un grande Paese, si disse. Sicuramente, viste le sue qualità, le avrebbero dato un'altra occasione.
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Massimo Baglione
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Re: Cuore di mamma

Messaggio da leggere da Massimo Baglione »

Ricordatevi di specificare esattamente "Commento" nel campo "Titolo" del messaggio usato per commentare i racconti (senza prefissi come "Re:" o altro), altrimenti non verranno conteggiati dal sistema, grazie!
Se invece state solo rispondendo, non serve specificare.
Ricordatevi anche che il testo del commento deve essere lungo almeno 200 battute.
Vi rimando alle istruzioni delle Gare letterarie.
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Andr60
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Re: Cuore di mamma

Messaggio da leggere da Andr60 »

Il racconto segue due vicende parallele, apparentemente senza nessun legame. Solo alla fine diventa evidente la causa e l' effetto. Il punto principale è che la protagonista è interessata a due sole cose: fare bene il proprio lavoro e fare felice la figlia, che ama moltissimo. Tutto il resto non ha importanza. Grazie della lettura e del commento
Jacopo Serafinelli
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Messaggio da leggere da Jacopo Serafinelli »

"Queste bestie non risparmiano nemmeno i matrimoni, maledetti loro! Pensò Daisy, che odiava sempre di più i terroristi musulmani."
Frase, questa, che evidenzia lo status mentis di chi, per non sentirsi la coscienza sporca di sangue, si ammanta della falsa ignoranza dei lutti che causa… e non vado oltre, che è meglio!
Jacopo
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Laura Traverso
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Messaggio da leggere da Laura Traverso »

Bravo Andr, mi è piaciuto molto il tuo tragico racconto che si intreccia a due storie di vita. E' anche un racconto politico il tuo, nel quale evidenzi l'orrore e l'ipocrisia della guerra. Molto d' effetto e la descrizione delle due donne: una che si avvicina alla realizzazione del suo sogno d'amore, e l'altra che se ne allontana... E quanto sarebbe stato meglio che Deisy non riprendesse il suo "sogno", accontentandosi di dirigere dei droni a causa del suo astigmatismo; i droni, i nuovi strumenti di morte. Ma se anche non lo avesse fatto lei, l'avrebbero compiuto altri il massacro, senza guardare in faccia nessuno, per eliminarne uno... Esattamente ciò che succede ogni giorno nella realtà. Voto 5 per l'originalità con cui hai trattato la quotidianità che ci è vicina...e speriamo che resti tale, solo vicina... Ciao
Andr60
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Re: Cuore di mamma

Messaggio da leggere da Andr60 »

Cara Laura, ti ringrazio per l'apprezzamento. Sì, purtroppo è di tragica attualità anche il considerare con occhi diversi i lutti che capitano agli "altri", i diversi da noi per qualunque motivo (religioso, politico, ecc.), e poi stupirsi se questi "altri" ci odiano. Sarà che sono invidiosi di coloro che vivono nel giardino dell'Occidente, dirà qualcuno :)
Saluti
Namio Intile
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Messaggio da leggere da Namio Intile »

Due storie che si intrecciano per non unirsi mai se non nell'assurdità della guerra o di azioni di guerra. È un racconto sulla banalità del male, o sulla sua totale assenza, sostituito dalla necessità tecnica. Basta star a casa propria e comandare un drone che uccide a diecimila chilometri di distanza. Presto, o forse già adesso, non ci sarà nemmeno bisogno di una Daisy, ma sarà l'IA a occuparsi di tutto. Credo che questo sia un passaggio non indifferente, ma totalmente sottovalutato, ne ho scritto fino alla nausea, almeno in Italia. D'altra parte l'ISTAT dice che gli italiani sono dei sonnambuli che vanno incontro all'apocalisse. E mi ricordo il romanzo di Broch, I sonnambuli, sulla società europea prima della Grande Guerra.
È un buon racconto, con una struttura non banale. Solo qualche refuso dettato dalla fretta. I tuoi racconti sono sempre di alto livello e mai scontati.
Sai come la penso, ma nella guerra tra palestinesi e israeliani o tra popoli musulmani e occidentali, io sto con Israele o con l'Occidente. In Siria Russia e Iran hanno fatto sfracelli molto più degli americani. Sostituire una pax americana con una russa o persiana significherebbe meno morti, meno tragedie? Mi pare di no.
Il problema dei paesi di lingua araba è che tra loro si odiano più di quanto non odino noi. Figuriamoci tra arabi e persiani, o tra turchi e arabi. Basta leggere un po' di storia, e manco tanto antica, per capirne le ragioni. Ma la storia in italia è cosa da rincoglioniti. Va beh, quindi tutti a sventolare bandiere palestinesi. Nella striscia di Gaza c'erano più ospedali che in tutto il Mezzogiorno italiano messo insieme. A Palermo ci sono tre ospedali pubblici. Dicasi tre per un milione di persone. Non scherziamo, con tutti i soldi che gli sono arrivati da tutte le parti l'unica cosa che sono stati capaci di fare i gazawi è stata di inseguire l'autodistruzione. Ma poi erigere uno stato palestinese sulla scia della teocrazia persiana? Ma per favore. L'imperatore Tito, quello che diede il via alla diaspora ebraica deportando dalla Giudea e dalla Galilea tutto il popolo ebraico pensava che gli istraeliti fossero incapaci di riconoscere la sconfitta. Dopo un secolo di rivolte sedate nel sangue decise di eliminare il problema alla radice. La guerra fa schifo, la guerra non è altro che la forza del più forte che schiaccia il più debole. Ma il più debole deve anche capire quando una guerra è persa e fermarsi per seguire un'altra strada.
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Messaggio da leggere da Andr60 »

Caro Namio, ti ringrazio della lettura e per aver centrato il nocciolo del problema, ovvero la totale assenza di empatia, indotta dalla tecnica, che consente di dare la morte a distanza con un bottone. Quasi come in un videogame, ma terribilmente reale.
Sulla "guerra" in corso in Palestina, sono d'accordo con te sul fatto che gli arabi si odino tra loro (e questo è indubbiamente una parte del problema), però sulla sua origine e sui suoi sviluppi abbiamo opinioni diverse, e lo dico senza sventolare bandiere né fare proclami. Del resto, se prometti a Tizio e a Caio la stessa cosa, il minimo è che litighino tra loro. Saluti
Pietro Castellazzi
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Messaggio da leggere da Pietro Castellazzi »

Senza alcun dubbio il miglior racconto letto finora. Bellissimo, complimenti. Hai reso perfettamente l'idea di come ci si dovrebbe sentire quando si discrimina qualcuno che è costretto a emigrare per le guerre. Credevo che la protagonista alla fine avrebbe avuto dei rimorsi o sensi di colpa, invece hai saputo spiazzarmi con un gran finale. Macabro, ma pur sempre stupefacente.
Andr60
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Re: Cuore di mamma

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Ti ringrazio dei complimenti, mi fai quasi arrossire 😁 Come ho detto prima, la mancanza di empatia è indotta anche dal mezzo usato: schiacciare un bottone e magari addentare un panino è diverso anche dal bombardare qualcuno da 8000 metri; nel secondo caso, sei pur sempre in missione in territorio nemico, c'è la contraerea, ecc. E comunque, sono gli stessi media a proporre empatia a corrente alternata, dipende da chi è la vittima e chi il carnefice. Grazie del commento, saluti
Roby Urraci
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Messaggio da leggere da Roby Urraci »

Ciao! Un bel racconto, con tutte le caratteristiche che amo. La trama che spazia da un capo all'altro del mondo, la curiosità di sapere se questa madre si rivelerà sadica all'osso o un pò dispiaciuta. Solo una critica sulla scelta del tema, a mio avviso troppo crudo e macabro.
Andr60
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Re: Cuore di mamma

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In realtà ho scritto il racconto anni fa, l' ho riproposto poiché mi sembrava terribilmente attuale 😪 Anche nei racconti più crudi cerco di conservare una certa ironia, ma a volte è davvero difficile. Grazie del commento, saluti
Andr60
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Re: Cuore di mamma

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In realtà Daisy è fiera di aver svolto diligentemente il proprio lavoro, le conseguenze non le interessano. E' una versione, in piccolo, del "Ho solo obbedito agli ordini" di Eichmann & c. Il punto è che Eichmann è dovuto fuggire poiché sconfitto, altri invece vivono tranquillamente tra di noi, poiché sono dalla parte "giusta".
Saluti
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Maria Spanu
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Messaggio da leggere da Maria Spanu »

Sconvolgente e reale. Forse molto crudo, ma d'altronde, oggi la crudeltà neanche fa tanto scalpore.(se viene dalla parte giusta...)
Ormai non c'è che dire, Andr, la tua scrittura è sempre armoniosa ed equilibrata. Ma quel che scrivi che fa la differenza, è vero sei un po' estremo... Lo siamo un po' tutti, da un lato e dall'altro 😆
A presto!
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Andr60
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Re: Cuore di mamma

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Ti ringrazio del commento. È da decenni che io sono extra parlamentare, e soprattutto negli ultimi anni ho osservato che i veri estremisti siedono sugli scranni di Montecitorio. Sono i cantori del TINA (There Is No Alternative). Saluti, a a rileggerti
Namio Intile
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Re: Cuore di mamma

Messaggio da leggere da Namio Intile »

Ciao, Andr. Vado forse un po' OT per riallacciare i fili della tua risposta alla mia. Forse la pensiamo in maniera diversa sul tema Palestina, però rifletti su questo. La Francia nel 1871 si arrese alla Germania e perse l'Alsazia Lorena. L'Austria Ungheria si arrese al Piemonte nel 1859 e perse il Lombardo-Veneto. La Germania si arrese nel 1918 per evitare di essere invasa, con le conseguenze che sappiamo. L'Austria Ungheria si arrese senza condizioni e smise di esistere. Anche la Russia si arrese nel 1918 agli austro tedeschi. E perse la Polonia e gli stati baltici, e l'Ucraina iniziò quel moto centrifugo che ha portato alla guerra odierna.
I nazisti non si arrendevano. Loro combattevano fino al loro suicidio dalle macerie di Stalingrado a quelle di Berlino e nel Bunker, almeno fino a che il pazzo non decise di farsi fuori. Ebbe almeno questa finale decenza. L'Italia ha perso la guerra e ha saputo dire basta a un certo punto.
Sapere riconoscere la sconfitta è un atto di sanità mentale e dignità, rispetto per i sacrifici del proprio popolo. Arrivato a un certo punto l'OLP di Arafat l'ha capito.
Questi invasati che a Gaza combattono rintanati nei tunnel portando al massacro il loro intero popolo come li definisci? La guerra a Gaza è totalmente e irrimediabilmente persa e combattere fino alla morte di tutti i viventi non è un gesto eroico, ma un atto da pazzi invasati. Le guerre si fanno e si vincono o si perdono. Ma arrivare alla propria autodistruzione io non lo capisco. Ci si ferma, ci si arrende e ci si consegna alla clemenza del nemico e si va avanti. Ecco, io i palestinesi che continuano a sparare non li capisco, come non ho mai capito i tedeschi che si ammazzavano per il fuhrer nelle viscere di una Berlino distrutta o i giapponesi che continuavano a combattere a Iwo Jima nelle gallerie del monte Suribachi. Per conquistare un'isola grande come Favignana morirono in un mese ventimila giapponesi e ottomila americani. Furono appena mille i giapponesi che si arresero volontariamente. E quattro mesi dopo gli americani sganciarono le atomiche. Una guerra convenzionale in territorio nipponico avrebbe causato milioni di morti.
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Andr60
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Re: Cuore di mamma

Messaggio da leggere da Andr60 »

Caro Namio, sulla questione israelo-palestinese sono stati scritti fiumi d'inchiostro e non posso avere la pretesa di aggiungere alcunché. Hai ragione, gli esempi che hai fatto sono calzanti e ne citerei almeno un altro, ovvero la deportazione delle popolazioni di lingua tedesca all'interno dei confini della Germania sconfitta, dopo il 1945, e di quella italiana dall' Istria. Tutte conseguenze di una sconfitta militare, normale e inevitabile visti i rapporti di forza. La Palestina però ha una peculiarità, che la rende unica: è una terra santa, per tre religioni, e questo la rende un caso speciale che dovrebbe essere trattato in modo speciale.Se a questo aggiungiamo il fatto che lo stato di Israele è stato trasformato in un avamposto occidentale per difendere i propri interessi in un' area strategica, è chiaro che la lotta dei palestinesi non è solo quella di un popolo oppresso, è un'area di confronto tra le potenze. Io non pretendo di capire le ragioni di chi, invece di scappare in Egitto, ritorna sulle macerie della propria casa bombardata, col rischio di ricevere altre bombe. In un' intervista, un militante di Hamas ha detto che la loro scelta è tra morire lentamente da schiavi oppure morire combattendo. Vero che, così facendo, decidono anche per gli altri palestinesi che forse scapperebbero, ben sapendo che il ritorno non ci sarà. D'altra parte, pare che Hamas abbia l'appoggio di gran parte dei palestinesi, dunque vuol dire che condividono questa posizione. Sono pazzi, sono eroi? L' una e l' altra cosa, direi. Di sicuro, a posizioni invertite, i media con Hollywood in testa celebrerebbero le loro gesta trasformandoli in semidei omerici, invece per Mentana & c. sono semplici terroristi, mentre Netanyahu è uno statista 😂 La pace è stata sfiorata varie volte, ma è sempre stato Israele a impedirlo, in un modo o nell' altro. Ciò è comprensibile, ha una posizione di forza e ha l' appoggio del bullo del quartiere. Quando il bullo se ne andrà, il problema si risolverà. Basta aspettare, e fare tanti figli. Saluti
Namio Intile
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Re: Cuore di mamma

Messaggio da leggere da Namio Intile »

Ma di chi sono schiavi i Gazawi? Degli israeliani? Se ne sono andati da Gaza nel 2005. È stato il loro atto di guerra a farli tornare. I gazawi ricevono denari da tutti i paesi arabi, e dall'UE. Li hanno spesi per fare che? Costruire rampe per missili, comparare armi, costruire tunnel a scopo bellico. La frontiera con l'Egitto è chiusa da sempre. Hamas è una costola dei Fratelli Musulmani, e in Egitto sappiamo la fine che hanno fatto. Risultato, Al Sisi non li vuole. Non ho visto masse arabe protestare e sollevarsi per i gazawi. Io, mi ripeto, credo che la guerra sia una scelta legittima. Ma le guerre si vincono o si perdono. Non capire di avere perso una guerra porta a conseguenze disastrose. Non volere considerare che una guerra sia persa porta all'autodistruzione. I romani erano dei criminali per aver deportato l'intero popolo ebraico nel 70, o erano dei criminali gli israeliti, a cui non importava di averla persa quella guerra, e il cui continuare a combattere non era altro che un martirio? La diaspora ebraica nasce dall'insensatezza e dall'egoismo. Quegli ebrei che si rivoltavano di continuo alla presenza romana hanno privato decine di generazioni successive dalla possibilità di vivere sulla loro terra e sono state la causa lontana e indiretta dell'Olocausto, oltre che di secoli di pogrom e di persecuzioni. Ecco, mi pare che i gazawi stiano seguendo la stessa strada. Quando si perde ci si arrende, anche se la prospettiva è di vivere da schiavi. Il suicidio collettivo per me è pura follia, è il segno di un nichilismo assoluto e privo di qualsiasi visione prospettica. È purtroppo, a mio avviso, il figlio di questi tempi e, potrà sembrare un paradosso, il segno distintivo della follia dell'Occidente, di cui il mondo arabo è pur sempre una costola, anche se a noi fa comodo scordarlo. È l'esempio di come, nel mondo giudaico cristiano (e maomettano), non sia il mondo terreno il luogo della costruzione e della vita, ma il mondo che verrà dopo la morte, il regno dei cieli che non è di questa terra. Se il passato è peccato, il presente deve essere espiazione, e il futuro sarà redenzione, resurrezione. Ma non sarà un futuro terreno. Questo è il segno, mortale e mortifero, delle tre religioni rivelate. Non nella vita, ma nella morte si trova la loro forza. Ed è qui che ha origine il nichilismo dell'Occidente, che da qualche decennio a questa parte le popolazioni arabe stanno sperimentando come hanno fatto gli europei nel secolo appena passato.
E infatti i gazawi non scelgono la vita, ma la morte, un futuro di morte. E purtroppo la propaganda non c'entra. È un retaggio storico che si coagula in determinati luoghi e momenti. Non è una lotta per l'indipendenza, questo ingenuamente lo crediamo noi. Ma è una lotta per distruggere, annichilire tutto quanto esiste. Non la vita, ma il martirio.
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Re: Cuore di mamma

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Che ci sia una componente di martirio in ciò che sta accadendo è indubbio, però tu dimentichi due cose: la prima è che Gaza è territorio palestinese solo di nome, in realtà è una prigione iper controllata (e questo aumenta i dubbi, sull' azione a sorpresa del 7 ottobre) e Israele controlla tutto, produzione di energia, acquedotto e così via. La seconda è che anche la Cisgiordania è in parte territorio palestinese, ma nonostante ciò questo non ha impedito ai sionisti di stabilìre colonie illegali, cioè contro tutte le dichiarazioni ONU. Chiaro che Israele se ne possa bellamente fregare poiché protetto dagli USA, d'altra parte è un fatto che sia Israele, e non la Palestina, fuori dal diritto internazionale. La visione prospettica di cui parli, a breve termine dà ragione a Israele, visto che il diritto internazionale oggi vuol dire che USA e alleati fanno ciò che vogliono mentre se lo fanno gli altri vengono sanzionati e accusati di essere paesi canaglia. A lungo termine, però, le prospettive possono essere molto diverse, e qui non si parla dell' aldilà (al quale pure molti islamici pensano) ma dell' al di qua. Forse noi non lo vedremo, ma sono piuttosto fiducioso che i nostri figli e nipoti vedranno la soluzione del problema. Qualcuno finirà nella spazzatura della storia, e non saranno i nipotini di Hamas. Saluti, a rileggerti
Andr60
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Re: Cuore di mamma

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Lieto di essere sul podio insieme ai racconti che reputo i migliori della gara, e complimenti doverosi alla (ennesima!) vittoria meritata di Namio Intile. Auguri di buone feste a tutti.
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La Gara 10 - Dreaming of a Weird Christmas

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Trenta modi di intendere il Bene, il Male e l'interazione tra essi.

Dodici donne e diciotto uomini hanno tentato di far prevalere la propria posizione, tuttavia la Vita ci insegna che il vincitore non è mai scontato. La Natura ci dimostra infatti che dopo un temporale spunta il sole, ma ci insegna altresì che non sempre un temporale è il Male, e che non sempre il sole è il Bene.
A cura di Massimo Baglione
Copertine di Giuliana Ricci.

Contiene opere di: Antonella Cavallo, Michele Scuotto, nwNunzio Campanelli, nwRosanna Fontana, nwGiorgio Leone, nwIda Dainese, nwAngelo Manarola, nwAnna Rita Foschini, Angela Aniello, Maria Rosaria Del Ciello, nwFausto Scatoli, nwMarcello Nucciarelli, nwSilvia Torre, nwAlessandro Borghesi, nwUmberto Pasqui, nwLucia Amorosi, nwEliseo Palumbo, Riccardo Carli Ballola, nwMaria Rosaria Spirito, nwAndrea Calcagnile, nwGreta Fantini, Pasquale Aversano, nwFabiola Vicari, nwAntonio Mattera, Andrea Spoto, nwGianluigi Redaelli, nwLuca Volpi, nwPietro Rainero, Marcello Colombo, nwCristina Giuntini.

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antologia di racconti luppolati

Complice di serate e di risate, veicolo per vecchie e nuove amicizie, la birra ci accompagna e ha accompagnato la nostra storia. "Dentro la birra", abbiamo scelto questo titolo perché crediamo sia interessante sapere che cosa ci sia di così attraente nella bevanda gialla, gasata e amarognola. Perchè piace così tanto? Che emozioni fa provare? Abbiamo affidato questa "indagine" a Braviautori, affinché trovasse, tramite l'associazione e il portale internet, scrittori capaci di esprimere tali sensazioni. E infatti sono arrivati numerosi racconti: la commissione ne ha scelti 33. Nemmeno a farlo apposta, 33 è la quantità di centilitri di un gran numero di bottiglie (e lattine) di birra; una misura nota a chi se n'intende.
A cura di Umberto Pasqui e Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwAndrea Andreoni, nwTullio Aragona, Enrico Arlandini, Beril, Enrico Billi, nwLuigi Bonaro, Vittorio Cotronei, Emanuele Crocetti, nwBruno Elpis, Daniela Esposito, Lorella Fanotti, Lodovico Ferrari, Livio Fortis, Valerio Franchina, Luisa Gasbarri, Oliviero Giberti, Elena Girotti, Concita Imperatrice, Carlotta Invrea, Fabrizio Leo, Sandra Ludovici, Micaela Ivana Maccan, Cristina Marziali, Stefano Masetti, Maurizio Mequio, nwSimone Pelatti, Antonella Provenzano, Maria Stella Rossi, Giuseppe Sciara, nwSalvatore Stefanelli, nwSer Stefano, nwSunThatSpeed, Marco Vignali.

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Luna 69-19

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antologia di opere ispirate al concetto di "Luna" e dedicata al 50° anniversario della storica missione dell'Apollo 11

Il 20 luglio 1969 è la data che segna per sempre il momento in cui il primo essere umano ha posato per la prima volta i piedi sul suolo lunare. Quel giorno una parte di voi era d'avanti ai televisori in trepidante attesa del touch-down del lander, altri erano troppo piccoli per ricordarselo e altri ancora non erano neppure nati, tuttavia ne siamo stati tutti coinvolti in molteplici maniere.
A cura di Massimo Baglione.

Contiene opere di: nwAlessandro Mazzi, nwAndrea Coco, Andrea Messina, nwAngelo Ciola, nwCristina Giuntini, nwDaniele Missiroli, nwEnrico Teodorani, nwFrancesca Paolucci, Franco Argento, nwF. T. Leo, Gabriele Laghi, nwGabriele Ludovici, nwGabriella Pison, nwIunio Marcello Clementi, nwLaura Traverso, nwMarco Bertoli, nwMarco Daniele, Maria Emma Allamandri, Massimo Tessitori, nwNamio Intile, Pasquale Aversano, Pasquale Buonarotti, nwPietro Rainero, Roberta Venturini, nwRoberto Paradiso, nwSaji Connor, nwSelene Barblan, nwUmberto Pasqui, Valentino Poppi, Vittorio Serra, Furio Bomben.

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