L'approdo di Sicilia nell'Isola del destino

Diversi sono i miti e le leggende, legati alla Sicilia, e che ne hanno influenzato la cultura e le tradizioni. Il popolo siciliano dell’antichità ha trasfigurato in leggenda eventi misteriosi, attribuibili solo all’intervento degli dei. Sulla nascita della Sicilia se ne raccontano tanti, tra i quali pure quello qui rappresentato dall’artista Filippo Bruno, con l’approdo della principessa Sicilia, nell’isola del destino. La leggenda narra di una fanciulla, avente per l’appunto il nome di Sicilia, la quale nacque in un paese orientale, bagnato dal mar Mediterraneo. Alla sua nascita, un oracolo aveva profetizzato che, se la fanciulla avesse voluto superare il quindicesimo anno di età, avrebbe dovuto abbandonare la sua terra natia, da sola ed in barca. Se non lo avesse fatto, sarebbe stata divorata da un terribile mostro. Pertanto, raggiunto il traguardo del suo quindicesimo compleanno, la fanciulla abbandonò la sua patria ed i genitori in lacrime, per sfuggire alla morte, e, da sola, su una barchetta prese il largo. Durando un bel po’ il viaggio, i viveri e l’acqua finirono. Allorché fosse ormai prossima alla morte, improvvisamente venne spinta dai venti su di una spiaggia. Scesa a riva, in una terra rigogliosa, riscaldata da un sole caldo e luminoso e ricca di alberi, di piante e di fiori, e saziata la fame e la sete, la fanciulla avvertì il peso della solitudine, abbandonandosi alle lacrime. Lì incontrò un giovine che di lei si innamorò, sino ad unirsi felicemente,dando origine alla popolazione siciliana: da qui la terra in cui era approdata la fanciulla, prenderà da lei il nome. Assai emblematica l’immagine della fanciulla Sicilia, dipinta con le spalle rivolte all’osservatore, nell’istante in cui sbarca sull’isola del destino, così interpretata perché non avrebbe saputo quanto la attendeva. Probabilmente, a tale proposito, il fato aveva già il tutto prestabilito. Potremmo dire, metaforicamente parlando, che il volto non mostrato nel quadro è quello della principessa Sicilia che, oggi, cromaticamente vediamo.