Tammurriata notturna

Ecco una strana danza che si svolge al riparo dagli occhi del mondo, di notte, quando solo la luna ha il suo da fare per rischiarare un po’ l’asfalto. È il momento dei sogni e dei fantasmi, invisibili e inesistenti di giorno, che si riprendono uno spazio nell’ombra e si inseguono gli uni con gli altri come farebbero all’interno della mente. E poi appare anche il poeta, anzi la sua ombra, la parte che lui ha lasciato libera di errare e di danzare. Nero come la notte, prende vita dal buio e tende la mano a tutte quelle chimere che la sua parte educata, composta e diurna non gli avrebbe permesso neppure di contemplare. Danza da solo e insieme a loro, confondendosi con i fantasmi, parte di loro e degli stessi volteggi, tutti sottomessi al tempo, al suo ritmo e al suo passare.
Un testo che mi piace molto, in particolare il terzo e quarto verso e gli ultimi cinque.