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Nulla è come sembra

(aforisma filosofia, brevissimo - per tutti)
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47 visite dal 31/07/2023, l'ultima: 2 mesi fa.
4 recensioni o commenti ricevuti
Autore di quest'opera:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ donatore 2023 (3 dal 2021)









Descrizione: Non sono mica stupido, io!

Incipit: Uno più uno fa due Due…


Nulla è come sembra
file: opera.txt
size: 75,00 Bytes
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Recensioni: 4 di visitatori, 7 totali.
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recensore:

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Recensione o commento # 1, data 18:30:46, 04/08/2023
Tu ne fai così un problema solo di linguaggio. Ma non è quello il punto.

Che tu dica su uno stesso oggettivo contesto o scenario mentale

1+1 = 2

Oppure

4+1 = 20

Diventa semplicemente una tua attribuzione arbitraria su e per mezzo di un linguaggio simbolico che tu assegni per esprimere a te stesso tramite logica applicata, sia pratica che teorica, il contesto specifico su, o con cui, ti trovi a dover interagire (linguaggio che per comprendersi poi in maniera più funzionale si trasforma in convenzione sociale attributiva e quindi linguaggio simbolico nominale condiviso).

Non importa o meglio non cambia (se non solo per te e una tua piu semplice e quindi più funzionale percezione cosciente), un qualsiasi tu voglia significato nominale o simbolico che solo tu (in quanto cosciente) in realtà attribuisci al fatto in questione.

Quello che importa ed è sempre e solo oggettivo e fattuale invece, è solo l'interazione stessa tra oggetti, sistemi, o meglio, tra enti-eventi di fatto distinti tra loro. E questo ripeto sia in termini teorici (mentali), che pratici.

Questo a prescindere da un qualsiasi osservatore (a sua volta egli stesso ente-evento in potenziale o effettiva interazione), più o meno cosciente, o alla percezione individuale del singolo al dato/fatto oggettivo preso in esame, o da lui coscientemente e consapevolmente condotto e percepito anche solo mentalmente come tale.

Motivo per cui la natura universale appunto non necessita né di coscienza, né di linguaggio per esprimere interazioni pratiche di fatto sempre continue e costanti.

Coscienza e di conseguenza linguaggio, con tutte le relative convenzioni nominali, attributive e associative, sia singole che sociali, rientrano pertanto solo in processi evolutivi della stessa, più o meno, complessa e strutturata coscienza.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
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risposta dell'autore, data 15:18:27, 05/08/2023
La realtà (in qualsiasi modo la rappresentiamo) è lì pronta per essere scoperta dalla nostra coscienza.
Ma siccome la realtà oggettiva esiste anche senza le nostra coscienza, è quest'ultima che si deve appropriare della realtà tramite la conoscenza.
La realtà esiste, la coscienza la conosce, l'io la comprende, il Sé comprende tutto questo.
Uno più uno fa due, ne prendo atto come dato di fatto, ne accetto la logica, ho capito di aver capito.
E a questo punto mi sento libero di diffidare della mia stessa percezione.



recensore:

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Recensione o commento # 2, data 17:18:51, 05/08/2023
Esattamente questo. Tu poi, puoi interpretare la tua percezione come meglio credi o più ti convince, ma non puoi per questo in nessun caso modificare alcun che della realtà oggettiva di un fatto, o meglio di tutte le interazioni oggettive tra due enti-eventi distinti tra loro. In realtà poi il concetto è valido anche per, e sul proprio specifico corpo, è valido per qualsiasi interazione tra stati o sistemi in quantità di moto (compresi quelli corporei che interagiscono tra loro) e pertanto fisicamente ed oggettivamente in quanto tali presenti. Resta valido su tutto ciò che è stato di moto a prescindere da una complessa o meno strutturata capacità di analisi, o di qualsiasi sia, stato di coscienza, e quindi a seguire, nel nostro caso, anche di consapevolezza, giudizio, percezione ecc.



recensore:
avatar di Giancarlo Rizzo
nwGiancarlo Rizzo
$ donatore 2023 (3 dal 2021)

risposta dell'autore, data 19:23:19, 05/08/2023
Ma se nulla è come sembra, perché credi che la realtà sia oggettiva?
La domanda è : "qual è la realtà?"
Quella della scienza?, quella della logica occidentale/orientale/bantù/ecc., quella delle religioni? Quella che dici tu?



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Recensione o commento # 3, data 21:52:12, 05/08/2023
Quella che ognuno può appurare benissimo anche da sé, quella che non è, e non risulta minimamente influenzata da nessuna singola univoca coscienza. Se tu non puoi cambiare con la tua volontà cosciente una legge ed una interazione tra un corpo e questa legge universale che automaticamente vi si applica, quello è appunto un aspetto della realtà oggettiva, il resto sono tutte univoche, e poi più o meno condivise interpretazioni non della realtà oggettiva, ma piuttosto di quella soggettiva e quindi cosciente relativa alle diverse percezioni emotive di ognuno. Il che è sempre e comunque un illusione perché anch'essa si pone, e si esprime al fine in stato di moto, pertanto anch'essa non risulta esente, ma compresa da e in una oggettiva realtà. Ma di questo non ne siamo biograficamente, almeno inizialmente, realmente del tutto consci essendo l'io strutturato su una complessità emozionale, prevalentemente tendente a comprendere e definire ogni comprensione in termini più soggettivi che oggettivi. Il che rende appunto complicato arrivare a comprendere la realtà oggettiva se non previa rinuncia di fatto a evadere o ricercare, a inseguire un bisogno di evasione mentale, ma nel riuscire invece ad accettarsi per come di fatto la realtà si pone essere su tutto ciò che viene ad esprimersi, e al fine così solo a trasformarsi su stati differenti in interazioni continue e costanti tra tutti questi enti eventi espressi del tutto fattuali. Per comprendere, bisogna smettere di volare. E non è semplice come può apparentemente sembrare. La scienza aiuta ad arrivare a capire questi fatti ad avere cioè vari indizi e prove empiriche di questa oggettività, ma da sola la scienza non è sufficente, serve anche una presa di reale consapevolezza del singolo, comprenderne l'evidenza logica oggettiva, il che porta poi automaticamente ad accettarsi per quello che questa stessa inesorabilmente pone ad evidenza, anche su di sé.



recensore:
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nwGiancarlo Rizzo
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risposta dell'autore, data 22:06:41, 05/08/2023
Mi sembra il discorso di un messo dell'inquisizione ai tempi di Galileo.



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Recensione o commento # 4, data 13:49:58, 06/08/2023
Il discorso è che non c'è altro modo, se ti trovi bene nella tua soggettività meglio così, l'importante a mio avviso è solo aver ben chiaro che così facendo non avrai mai nessuna risposta, ti devi accontentare di porti incessantemente solo domande, al che comunque non c'è nulla di male. Allorché tu penserai :
" Meglio porsi solo domande, ma avere la libertà di immaginazione su queste eventuali risposte!"

E io invece continuerò a pensare :

"No meglio avere risposte che tolgono di mezzo l'immaginazione che continuare invece a punture su una sicura illusione, e non certo libertà di eventuali così singolarmente percepite ipotetiche, sempre non logiche, future risposte."

Il che è normale. È il risultato di espressione che ognuno opta e adotta personalmente, basato su diverse argomentazioni, per te dovute a un dubbio, per me ad una semplice evidenza. Ragione Giancarlo te la darei volentieri se ciò che asserisci risultasse quantomeno logico, ma così non è purtroppo. E la logica per quanto tu ne dica, se posta su fattori che non sono suscettibili, né influenzabili minimamente dalla coscienza del singolo, diventa una logica non più strettamente soggettiva, ma oggettiva.





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