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Le altre recensioni o commenti
Di Massimo Baglione: Certo, Leo, vedrò cosa posso fare
Grazie per il commento. Di F. T. Leo: Una sfida tra Mario e Luisa. Chi è più bravo a raccontare una storia cattiva? Ma Mario, certamente. O, almeno, così ha voluto l'autore...
Alla prossima sfida ci si aspetta un po' tutti la vittoria di Luisa!... Di Ida Dainese: Racconto piccolo e potente capace di dimostrare la forza delle parole. Poche righe che mostrano al lettore un ambiente familiare e tranquillo, dove si gioca a farsi paura come fanno i bambini, raccontandosi storie. Vince chi la racconta più grossa, in questo caso più atroce.
La storiella è capace di dare un’immagine lampo del terrore più profondo: assistere impotenti a un gesto impunito che tocca la parte più innocente e indifesa. L’immaginazione così perversa non fa di Mario un mostro: ha solo giocato, avendo ben chiaro il confine tra realtà e fantasia, rimanendo sempre l’adulto che è con quel desiderio-bambino di vincere. Possiamo perfino immaginarlo sorridere innocente mentre pronuncia l’ultima battuta. Lo stesso vale per l’autore del racconto che ha dato vita a Mario e che è il vero vincitore, perché solo con le parole è riuscito a raggiungerci tutti e a darci una rimescolata dentro. Di Massimo Baglione: Le altre 364 non erano affatto male
Di Massimo Tivoli: Racconto davvero malefico, atroce direi. Già l'immagine della donna incinta che viene divorata dall'alien è di per sé una gran cattiveria, vederla poi come un pasto ripieno e godere di quel ripieno fa accapponare la pelle. Ma l'autore non si ferma: gli umani assistono, la donna in fin di vita ma ancora cosciente assiste, il bimbo si dimena. Orrore puro! Che dire, non so come erano le altre 364 ma questa è andata davvero a segno. Complimenti! Be' oggi salto il pasto.
Di Andrea Leonelli: Ma che orrore. E per vincere una scommessa? Magari Luisa era anche incinta e tu le hai graziosamente risparmiato la descrizione degli alieni cattivi lasciando la parte splatterosa solo alle azioni? Ma che cattivo che sei anche tu...
Comunque, nella sua brevità è come uno scarica di pallettoni nella pancia. Devastante. I miei complimenti, scrivine ancora! Di Celeste Borrelli: 14 febbraio festa degli innamorati� questo raccontino splatter-horror è proprio quello che ci vuole per tener lontano da se una donna innamorata che intenda mettere su famiglia. Lascia l'amaro in bocca� bravo max mi sa proprio che tu sia riuscito a tenerla lontana�
Di Pia: ahi ahi ahi a quei mostri gli piacciono i bambini... come è brutta questa frase con quella ripetizione...
l'avevo già letta e gustata nell'antologia, certo che sei stato cattivissimo con la povera Luisa, la descrizione del fiero pasto è molto convincente Di Massimo Baglione: Hey, ma così mi costringete a credere che dovrei provare a scriverne altre, e non ne ho proprio il tempo
Di Skyla74: Splatter è splatter, e forse avrei fatto bene a non leggerla in prossimità del pranzo
L'impatto tattile/sensoriale che riesce a dare in una manciata di righe è raccapricciante quanto il retrogusto ostinato di una pietanza rancida... Quell'alieno schifoso che si serve a piene mani è un'immagine che colpisce il bersaglio... Di Giuseppe Novellino: Lei ha raccontato una storia agghiacciante, decisamente splatter, credendo di avere raggiunto il massimo dell'effetto orrorifero. Ma lui la supera, con quell'immagine della donna gravida sventrata dall'allieno e spolpata come una cozza. Secondo me, una storia horror-splatter deve avere un briciolo di ironia, per essere bella e divertente. Io il sottile umorismo lo trovo proprio qui: in questo "aspetta ad ascoltare la mia se vuoi inorridire". Infondo in questo tipo di storie cattive gli autori fanno a gara a chi le spara più grosse...a chi riesce a impressionare il lettore al punto di fargli perdere l'appetito. Il racconto è gustoso ( mi sia consentito l'accostamento con l'appetito): un horror flash costruito con cura e abilità narrativa.
Di Angela Di Salvo: Agghiacciante nella sua brevità densa di orrore e di sangue.
Un sacrificio umano da offrire agli alieni e una donna incinta costretta a diventare un pasto succulento per i padroni della terra. La terribile immagine,rappresentata con incisiva sapienza dal narratore, viene per fortuna smorzata dalla apparente leggerezza del racconto che svela la finzione letteraria. Ma il risultato resta: al sorgere avido dell'appetito vorace degli alieni corrisponde la scomparsa dell'appettito da parte dell'ascoltatrice...e di tutti i lettori che si sono avventurati nei meandri di questa piccola storia cattiva che "si digerisce" a fatica. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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