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Le altre recensioni o commenti
Di Stefano di Stasio: La natura, con i suoi cicli inviolabili, come specchio dell�anima. L�autore ci propone un�inquadratura sulle fronde alla sommità degli alberi scosse dal trepido zefiro di marzo che porta l�annuncio di energie nuove. La gazza segue il suo istinto naturale, in perfetta risonanza con i nuovi tempi che si annunciano. L�animo umano, invece, sembra esitare, come bloccato dai �cagliati umori�, bellissima immagine costruita dal poeta per esprimere l�attitudine a far irrancidire vecchi e nuovi sentimenti di astio e rancore, propria dell�uomo di ogni epoca. Completa il componimento l�espressione della paura, così diffusa da sempre negli animi più vili, il timore del ��prezzo delle ali�� che sembra sussurri di non osare "/...più in alto cosa?/�
Bravo allÂ?autore per la forma e il messaggio. Benvenuto! Di Visitatore: Ringrazio per l'attenzione e le parole espresse, le trovo di grande incoraggiamento per la prosecuzione della mia ricerca poetica.
Massimo caccia Di Giuseppe Novellino: La poesia si identifica in questa bellissima similitudine, dal vago sapore pascoliano: come la natura cova il suo risveglio al caldo sole di marzo, così l'anima del poeta, intrappolata nel suo elemento vitale, desidera manifestarsi a se stessa in tutta la sua potenza spirituale. La vitalità che trasmette questo componimento ha però un tono smorzato. L'aspirazione al volo è latente, appare quasi frustata in partenza. Mi è piaciuto soprattutto l'atmosfera malinconica, ma leggera, della prima parte.
Di Angela Di Salvo: Un armonioso componimento dal sapore classicheggiante della tradizione per l'uso di pertinenti figure retoriche che rappresentano immagini eteree e terse, come luoghi solitari ove regna il silenzio o il vento che scuote le fronde degli alberi, mentre la stagione primaverile diffonde i primi tepori che indugiano fra "gemme pigre", allo stesso modo la criselide dell'anima (stupenda metafora all'interno della similitudine) "è un embriore" di vita che appare timorosa di crescere e assecondare "l'alitare" dello spirito inquieto e desideroso di volare in alto. Ma il possesso e l'uso delle ali esigono "un sacrificio"...e l'impresa condurrà verso una dimensione sconosciuta e misteriosa. E tanto più in alto si andrà , datato di ali fragili e inadeguate a compiere un atto così temerario, inevitabilmente potrebbe accadere che, come Icaro, poi si precipiti a terra e si paghi a caro prezzo il coraggio di aver osato troppo in questa brama di travalicare i confini del noto per incontrare l'ignoto.
Il testo è ben costuito, dall'andamento musicale e sognante, si avverte il mistero della vita e l'ansia dell'uomo di oltrepassare i limiti della sua condizione, nonostante sia consapevole dei pericoli che corre e non sappia cosa veramente lo attenda nel suo folle volo. Un piccolo suggerimento, disporrei gli ultimi tre versi in questo modo: "timoroso di rimanere embrione malgrado l'alitare dello spirito le ali costano il sacrificio dell'attimo e più in alto cosa? |
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Grazie, e buon lavoro!
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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