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Fri 20 September, 14:59:27
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Recensione o commento a: Rosa Maurri - (Racconto Narrativa, Breve) - di Tania Maffei:

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Le altre recensioni o commenti
Di Ida Dainese: Che storia! Si snoda con stile veloce e deciso, con l’impazienza dei giovani che hanno sempre fretta di agire. La protagonista riempie ogni riga del racconto con la sua vita, la sua morte, i suoi pensieri e il suo giudicare gli altri, eppure è sempre sola, snobbata e umiliata. Così giovane e già così ferita da essere spietata e cinica. Mi è piaciuta lei (per quanto non sia così positiva) e mi è piaciuto il racconto. A proposito del finale, trovo molto bello l’accostamento dell’assoluzione di lui e del dimenticarsi di lei. Se permetti un suggerimento, togliendo la frase “In compenso… maturità”, penso che sarebbe perfetto.
Ti segnalo da correggere:
“Rifiutavava” nella prima riga e “ho voluto far credere a tutti che mi abbia ucciso lui” con “mi avesse ucciso”
Di Mastronxo: Il titolo mi ha ricordato Rose Madder di King, ma ha poco a che vedere con quel romanzo se non nella voce narrante, in prima persona - non c'entra niente con il tuo racconto, è solo una riflessione che non sapevo se tenermi o condividere.
Per me, il fatto che sia la protagonista morta a scrivere ha il pregio di far calare bene nel contesto, fa entrare nella storia, fa voler venire voglia di sapere quel che succederà. Suspance quindi ben tenuta, fino all'ultimo, in cui il tutto purtroppo si risolve in maniera un po' floscia, senza quello schiaffone che attendevo dalla seconda riga di lettura.
L'incipit promette, ma la promessa resta tale e non si risolve: avrei giocato di più sulla 'lei' morta, forse avrei evitato di sapere anche del futuro del protagonista maschile, poco interessante, a vantaggio di una conclusione più serrata, dove la sola Rosa la faccia da padrona, lei col suo egoismo - almeno, mi ha dato questa idea - di cui nessun altro fa più parte, neanche il suo 'innamorato'.
Occhio anche a non abusare delle porcate, diventano delle forzature a volte fastidiose come nella frase 'farmelo in tutte le posizioni', che, non so perchè, mi ha dato l'impressione di "linguaggio giovanile a tutti i costi".
Per il resto, a parte lo sbilanciamento della prima parte rispetto al finale, il tutto ruota intorno a un personaggio tratteggiato con cura, anche se ho avuto difficoltà a capire come 'vedesse' e da dove, quindi lo spazio mi è risultato ostico da inquadrare.
Stile affinato, come già ti ho detto, trama già vista ma con la novità carina della morta che parla, per questo, come già dicevo, me la giocherei tutta su questa particolarità.
Ciao!
Di Giuseppe Novellino: Decisamente bello, assai godibile e interessante, questo raccontino dai toni agghiaccianti, beffardi e un tantino cinici. Originale nalla sua impostazione, con la trama affidata al racconto( quasi sommario ma nello stesso tempo ricco di particolari)in prima persona della protagonista, che parla di se stessa sia da viva che da morta. Il linguaggio è quanto mai vivo ed espressivo, tipico dei giovani. La vicenda risulta ben contestualizzata.
Di Tania Maffei: Ti ringrazio Skyla per il "Statutario" che provverò subito a correggere. Per il resto grazie. Il finale non era facile. Comunque ci ripenserò. Grazie.
Di Skyla74: La scuola con la sua crudele e noiosa routine, descritte da una voce narrante così calata nella parte che non ho nessun problema a credere Rosa sia a una spanna da me, col suo fardello di rancore. Mi stupisce quando un esordiente riesce ad affilare un suo lavoro in modo tale da sembrare opera di un professionista e secondo me questo racconto centra in pieno il punto. Divorato dall'inizio alla fine senza interruzioni!
Due noticine: il "fisico statutario", invece di statuario, di sicuro opera del malefico correttore ortografico.
Il finale, secondo me, è un po' sottotono. Il guaio è che non so proprio dare nessun consiglio in tal senso, quindi prendila come una sensazione a pelle!






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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.

A voi, astanti ed esteti dell'arte.

(Sam L. Basie)




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