Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Un’insolita composizione pittorica adoperata dall’artista per esprimere “gli arrivisti”, i quali sono assai noti in ogni parte del mondo, venendo pure catalogati come arrampicatori sociali. Da notare i tre colli urlanti sottostanti all’arrampicata, i quali, esprimono, a mio giudizio, il dissenso per il loro incessante tentativo di giungere alle rispettive vette, ad ogni costo. Naturalmente, l’opera si presta a chiavi di lettura individuali, al di là del visivo contesto creato con il disegno e rifinito dalla sovrapposizione dei colori. Complimenti per davvero. Opera piaciuta ed apprezzata!
Di Luca Fadda: Vedo due cose in questo dipinto, e non mi soffermo sulla tecnica perché tecnico non sono:
1. l'arrivismo negli "arrampicatori", quelli che cercano la scalata al successo, la fretta nel risolvere la propria vita.
2. in quei due soggetti di cui si intravedono le mani (al volto e al petto), vedo forse rimorso, senso di colpa, disperazione...
Possibile? Se così fosse, sono proprio i sentimenti che cercavo...
Bello..
Di Simone Pelatti: I colori caldi e i contorni marcati fanno somigliare questo dipinto a una scultura lignea, creando un bell'effetto, anche perché l'assenza di contrasti di colore amplifica il mescolarsi e confondersi delle forme che, nonostante i vivi contorni, si fondono spesso l'una nell'altra.
le figure antropomorfe in basso, che ricordano un po' tanti omini di marzapane, sono in atteggiamenti, se non proprio antitetici, quantomeno discordanti: chi cerca di raggiungere una vetta, scavalcando gli altri pur d'arrivare, e chi invece, in un momento di coscienza, si prostra per piangere in solitudine della propria vergogna, trasudando sofferenza e malessere.
la scena forte di disperazione in basso ad a destra è in contrasto vivace con il sole in alto a sinistra, bellezza a cui sembra che i piccoli arrampicatori vogliano arrivare, ma che nemmeno possono avvicinare.
Di Angela Di Salvo: Un acrilico su tela che pare un bassorilievo, tanta è la capacità dell'autrice di creare una contorsione di forme e movimenti che, dallo sfondo tortuoso e indistinto, pare vogliano uscir fuori, spinti da una disperazione, da un'inquietudine, da una forza misteriosa e oscura che li trattiene dentro, aggrappati disperatamente ai macigni della loro punizione e "urlanti" un dolore e una rabbia da cui non possono sottrarsi.
Mi pare un lavoro molto suggestivo, anche la volontà di usare una scelta monocromatica che non toglie nulla all'effetto generale, anzi pare che materia e forza vitale si confondano, trasmettendo all'osservatore un impatto visivo forte e angosciante.
Di Giuseppe Novellino: Basata su una tecnica interessante ed espressiva, vagamente ispirata all'astratto, questa immagine propone delle figure umane (gli arrivisti... ma chi sono in realtà ) come se fossero delle anime dannate in un girone dantesco. Si aggrappano a qualcosa, si ripiegano su loro stessi, sembrano in preda a una cocente bramosia, perdendosi in un labirinto di forme indistinte. Suggestivo.
Di EleonoraVi: Tre colli urlanti sottostanti alla loro arrampicata. Questo è il contesto visivo.
Poi c'è il contesto personale che tralascio perchè urla riecheggiano ancora dentro.
Grazie del benvenuto!
Di Massimo Baglione: Che strana composizione!
Però mi piace, si lascia guardare e fa certamente pensare.
Non ho ben capito il contesto: dove si trovano questi "arrivisti"?
PS: benvenuta!