Di Ida Dainese: A una prima lettura sembra il riassunto di una breve epoca, dello svolgimento di un lavoro, di persone con cui ci si è relazionati. Ma l’ultimo verso coincide con il titolo e suggerisce qualcosa di diverso. Il “negozietto” dell’inizio sembra indicare una vita intera, non un periodo confinato a un posto di lavoro. Le “lamette” associate a un uso così sconsigliato sembrano rappresentare le difficoltà, gli ostacoli e tutte quelle ferite fisiche e spirituali che ci procuriamo nell’esistenza, niente più del filo di una lama risveglia nella mente dolore e cicatrice. I “derelitti” sono i compagni di viaggio, le persone incontrate e quelle lasciate andare, con i loro discorsi illusori o crudeli, con il loro approfittarsi di noi, con quello che ci lasciano, nel bene e nel male. Così può accadere che non ci si senta più di avere le redini in mano, può accadere di sentirsi usati e di pensare che ogni volta che abbiamo ascoltato e dato un po’ del nostro tempo, ne siamo stati derubati. La nostra vita è diventata una merce da portare via, un pezzetto alla volta da clienti che ci hanno pagato lasciandoci nell’abisso.