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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Tre significative rose, atte a simboleggiare salienti momenti, vissuti dall'anima dell'autore, la quale, però, a quanto pare, non riesce a scordare i segni temporali delle sofferenze subite, giacché, esse, continuano ad alimentare i pensieri mesti sempre pronti a gettarla nell'abisso dello sconforto. Credo proprio che, la scelta della rosa, si presti a rivelare la sottile linea situata tra il piacere, la bellezza, la delicatezza del fiore, con il dolente fastidio di accoglierla nel cuore con le sue spine, in quanto, come recita un proverbio: "una rosa senza spine, non è rosa". Questa è la mia chiave di lettura.
Di Ida Dainese: Versi brevi ma sempre molto densi. Rose che non sono rose, nel senso di fiori per un appuntamento d’amore. Il paese dei folli è il luogo dove si trovano le cose, dove bisogna chiudere gli occhi per entrare, cioè staccarsi da una realtà che ci inghiotte. Così si è consapevoli di quello che si è perduto e che non deve più farci male, dell’intensità di quello che ancora abbiamo dentro, della lotta e delle difficoltà che ancora ci aspettano se vogliamo continuare a essere quel che siamo anche se fuori ci fosse solo il nulla.
Di Gabriella_f: mi è piaciuta questa poesia, nella sua nitidezza, nella determinazione di eleggere tre rose a simbolo di emozioni diverse, ma confluenti in un finale pessimistico.
Qui mi sembra di rilevare una contraddizione tra il il "finire lontano...nel nulla"; forse perché penso che un viaggio valga comunque la pena, e difficilmente possa essere considerato "nulla". |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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