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Le altre recensioni o commenti
Di Vincenzo Nata: Cara Ida Dainese, che dire? In primis, voglio ringraziarti, assolutamente, per il tempo dedicato alla lettura di questo mio racconto. Gli errori da te segnalati sono stati recepiti e modificati. Per quanto riguarda la struttura, la tua critica è stata genuina e giusta! Ti ringrazio ancora una volta, prima di dire che, per quanto si amino le ciambelle, non tutte riescono col buco. Questo racconto è un esempio. Ho scelto di sperimentare formule narrative da me non ancora tastate. E' evidente che gli esperimenti non sempre danno i risultati sperati e purtroppo non mi sento pronto a demolire questa innocua creatura per sostituirla con un racconto che tratti lo stesso tema. Farò comunque buon uso dei tuoi consigli quando svilupperò ulteriori scritti. Ribadisco che, anche se poco, non posso fare altro che ringraziarti. Grazie Ida per lo spirito d'osservazione, la puntualità con la quale hai mosso la tua opinione e il tempo speso nell'evidenziare ogni piccolo errore. Accettare le critiche è il modo migliore per crescere. Osservarle, com'è giusto che sia, porta ad estendere la propria influenza su ciò che si realizza. Spero continuerai, anche in futuro, a recensire, con lo stesso spirito, ulteriori mie opere.
Di Ida Dainese: Un racconto che fa sorridere, senza dubbio. Più che umoristico direi che è surreale e grottesco, ambientato in una festa di matrimonio in cui tutti cercano di controllare qualcun altro. Ho notato che nella descrizione insisti molto sul tema della ribellione dei cibi e infatti anche al titolo hai dato quel significato, però secondo me nel racconto ci dedichi poco spazio. Tre quarti della storia sono incentrati su un’altra protagonista, la pazza “duchessa” Agata che straparla, che invade con la sua presenza e i suoi sguardi, che si intrufola ovunque. Quando le porti via la scena per narrare del cibo sembra che tu passi a un altro racconto, con dei protagonisti deboli che lasciano il finale un po’ in sospeso.
È solo una mia opinione che mi permetto di sussurrarti all’orecchio, non vorrei trasformarmi nella tua nobile Agata! Ti segnalo: “tenerla dritta, convinta in cuor suo” hai saltato “era”, “se avesse avuto buon senso da farlo” si dice “il buon senso di”, “sì” va accentato quando è affermazione, due altre piccole sviste. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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