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Le altre recensioni o commenti
Di Bruno87: Molto interessante questa interpretazione a me chiara solo in parte.
Di Ida Dainese: Direi che come stanzetta è davvero bizzarra se ti ispira questi ragionamenti. Ma ho l'impressione che la stanzetta sia un luogo dell'anima, un posticino che il protagonista si porta dietro ovunque e in cui può liberare ogni pensiero, ogni sensazione o dolore scatenati dal mondo reale. Tutto prende una forma strana, dentro la stanzetta, ma si riconoscono i nuclei delle incomprensioni, degli affetti, di un amore, della sofferenza nascosta, di storie spiazzanti, di aspettative deluse e aspirazioni ancora sognate. Creano un piccolo universo alternativo, da arrotolare e srotolare tra le pareti.
Di Bruno87: Loredana, sempre molto gentile, e sempre ti ringrazio per ogni minuto che hai dedicato a questo racconto. È chiaramente l'immagine di un ragazzo disteso sul letto che si perde nel suo flusso di pensieri, organizzandoli il meno possibile, e lasciando quindi al flusso di essere il più possibile libero anche con il rischio di risultare poco comprensibile. C'è comunque una linea emotiva che fa dà bussola, questo è quanto.
![]() Di user deleted: Il va de soi che debba essere io a recensire per prima questo breve spezzato sincopato frantumato racconto, ora poesia, ora nonsense, ora sentenza, ora tautologia, infine semplicemente parola.
Il trionfo della parola, e del giocoliere che con maestria e virtuosismo non solo gioca e si diverte e ci diverte ma ci dice anche che questo pastiche di dolce e di amaro, di acre aspro e zuccherino è solo all'apparenza un nonsense. Questa umanità che si muove senza che si sappia verso quale meta, un padre e il figlio, una donna anzi due che delle frutta hanno fatto la loro cifra, un illustratore – o un poeta? – sua moglie, e, perché no? delfini, mignotte, ufficiali, individui ciascuno sordo a tutti gli altri: chi parla? E chi ascolta? Soprattutto, chi ascolta? Chi sa ascoltare? E chi ha il coraggio di inseguire i propri sogni? E c'è qualcuno che abbia il coraggio della propria creatività? Il va de soi che, a questo punto, io debba dire… chapeau. |
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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