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Le altre recensioni o commenti
Di Arcangelo Galante: Un inaspettato temporale, accompagnato da copiosa pioggia e grandine, diviene occasione di salvezza, invece che fonte di danni, giacché, l'elemento naturale, fa da catalizzatore a una fuga avventurosa. Appositamente utilizzato dalla scrittrice, quale mezzo per "purificare" l'odore e lo sporco, fisico e morale, di ciò che è incresciosamente accaduto, nella storia ben narrata, la stessa ne spiega ampiamente il titolo, giustificandone anche la scelta. Nulla da dire sulla pubblicazione, già riveduta e corretta, la quale rende molto di più, nella lettura fluida, ben sorretta dalle calzanti descrizioni.
Di Ida Dainese: Un raccontino veloce che non ha il tempo di soffermarsi su situazioni e personaggi ma che comunque riesce ad abbozzare bene sia la protagonista che il bambino e la vecchia, in una sorta di trio che spiega il loro ruolo tipo Biancaneve, il cacciatore e la strega. La vittima innocente, il cattivo spietato e in mezzo qualcuno di colpevole e innocente allo stesso tempo (secondo me la porta l’ha lasciata aperta apposta). Su tutto cala un temporale, un nubifragio con grandine che qui è salvezza invece che fonte di danni, che sembra lavare, pulire, eliminare tutto l’odore e lo sporco fisico e morale.
(Ti segnalo una svista: “Luisa corse corse più che forte che poté”) Di Giuseppe Novellino: Si nota un tentativo volonteroso di narrare una situazione drammatica (un aequestro di persona) con l'elemento naturale che fa da catalizzatore per una fuga avventurosa. La materia c'è, dunque, e anche l'impianto linguistico strutturale. Il racconto però presenta alcune imperfezioni formali e qualche errore di battitura. Si legge comunque con piacere e fa venire in mente la storia narrata nel romanzo "Io non ho paura" di Ammaniti. Qui però, a differenza del celebre romanzo, siamo, mi pare, in Sardegna.
Di Angela Di Salvo: Il racconto, ricorretto e rivisto, rende molto di più. La prosa è fluida, chiara e abbastanza coesa. Ti segnalo qualche piccola cosa:nei dialoghi che hanno delle domande o delle esclamazioni, meglio mettere i segni di interpunzione (punto esclamativo o interrogativo)invece di lasciarli così, come sospesi. Poi, dato che si parla di pecore, meglio usare "gregge" al posto di branco. Per il resto, un bel lavoro.
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Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
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A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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