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Le altre recensioni o commenti
Di Isabella Galeotti: Grazie Gianfranco39, ti ringrazio per essere passata da me. Appena ho letto la tua recensioni dei segni incomprensibili, ho salvato il testo che c'è su BA, ma non ho notato nulla di strano. Se ne hai voglia potresti segnalarmeli? Basta un Mp.Grazie.
Di Gianfranco39: Carino e bello il finale a sorpresa. Peccato che nel testo, all'inizio e alla fine, siano inseriti segni grafici incomprensibili. Comunque brava!
Di Isabella Galeotti: Ida i refusi fanno parte del mio DNA purtroppo. Quanti punti di vista si possono trovare in questa storiella. Infatti Ida ho aprezzato molto il tuo. Grazie.
Di Ida Dainese: Potrebbe sembrare un racconto semplice e gradevole di un giorno come tanti, in cui c’è qualcuno che perde qualcosa e qualcun altro che trova. Ma fin da subito si capisce che la protagonista della storia è quella valigia gialla che pare vivere di vita propria. Si fa tirare giù dopo tanto tempo, pronta a guarire, consolare, meravigliare, divertire. Non perde occasione per vedere, conoscere e scoprire. Attraverso il suo viaggiare incontriamo persone normalmente invisibili, chiuse nelle loro diverse sofferenze, che in quella valigia trovano una scossa alla loro monotonia. Il tutto senza mai aprirla.
Il testo scorre leggero come una fiaba (ci sono ancora un paio di refusi) e, senza mai dirlo, fa sospettare una sorta di magia che con molta nonchalance muove la valigia ovunque ci sia un po’ bisogno di lei. Quando il proprietario la ritrova, infatti, la storia non è finita; la piccola valigia continua a operare dopo aver sfiorato anche noi. Di Isabella Galeotti: Ti ringrazio della gradevola recensione.
Di Arcangelo Galante: Trama di un racconto, gradevole, dove l'autrice si è sbizzarrita nel tessere un filo logico, per porre solide basi alla vicenda della protagonista, la valigia gialla. Un vero peccato per la punteggiatura e la stesura che, un pochino, lasciano a desiderare. Un caro saluto, Sartisa.
![]() Di Isabella Galeotti: Grazie Marcello Rizza sei stato troppo gentile, ho molti limiti nello scrivere, ma non ho frontiere nel volare con la fantasia ed abbinarla a storie quotidiane.
Di Marcello Rizza: Quando un racconto ha la stessa magica potenza, eleganza e incisività che si spera di trovare in una poesia. Questa è stata la mia impressione, questo è ciò che mi smosso, finito di leggere le ultime righe. Racconti come i tuoi divertono, e divertendo arricchiscono. È un racconto al servizio dell'umanità e del sociale. È un racconto che vorrei essere capace di scrivere. Vorrò leggere altro che proviene da te. Buona giornata e buone opere.
Di Isabella Galeotti: Grazie Skyla74 BElla l'espressione
"Ma la valigia di Sartisa si prende la sua rivincita. Non paga dell�uscita, decide di vedere quanto più mondo possibile." In effetti adoro viaggiare, però sotto questa chiave non l'avevo mai letto. Probabilmente quando lo scrissi molti anni fa, avevo voglia di partire per la mia terra. Tra oceano e nebbia e nuvole, la Normandia. Di Skyla74: �La valigia gialla non è più sopra l�armadio�
Già la prima frase conquista. Chi non ha spazio in casa lo sa bene: quello è il posto delle valigie, indispensabili compagne di viaggio per qualche anno e poi, chissà perché, inutili orpelli dove stipare piumoni e coperte assortite. Ma la valigia di Sartisa si prende la sua rivincita. Non paga dell�uscita, decide di vedere quanto più mondo possibile. Mi piacciono le frasi brevi e semplici, l�abbozzo di caratteri umani. La fornaia, il pappone con la prostituta nana, ecc. Da scompiscio! E soprattutto (lo temevo tanto, lo confesso) mi piace che dentro la valigia non ci sia il solito coltello da serial killer. Il finale strappa un sorriso ![]() Di Isabella Galeotti: � passato un pò di tempo, ma sto revisionando i miei racconti questo è il primo revisionato con l'aiuto di Angela.
Di Isabella Galeotti: Grazie per i commenti. Per la punteggiatura e i dialoghi ci sto lavorando.
Di Angela Di Salvo: Un raccontino veloce e leggero che si legge d'un fiato e che segue,con linguaggio semplice e diretto, questa insolita e strana "valigia gialla" in tutti i suoi diversi passaggi di mano in mano fino a ritornare, incredibilmente, nelle mani del suo leggittimo poprietario, un medico, il quale si era recato di corsa a denunciare la scomparsa di questa particolare valigia a cui sembra tenere in modo particolare. Alla fine si scoprirà che dentro la valigia ci stava qualcosa che gli serviva per mettere in atto una sua particolare e umanitaria "attività " che non svelo per non togliere il gusto di scoprirla all'eventuale lettore.
La vicenda è deliziosa, però il testo pecca gravemente nel mancato uso della punteggiatura e nella struttura dei dialoghi. Un attento editing potrebbe eliminare la mancanza. |
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Grazie, e buon lavoro!
Dedicato a tutti coloro che hanno scoperto di avere un cervello,
che hanno capito che non serve solo a riempire il cranio e che
patiscono quell'arrogante formicolio che dalle loro budella
striscia implacabile fino a detonare dalle loro mani.
A voi, astanti ed esteti dell'arte.
(Sam L. Basie)
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